L’esimio Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, indignato, ha tuonato su Twitter “Il commissario per la sanità in Calabria Saverio Cotticelli va sostituito con effetto immediato. Voglio firmare il decreto già nelle prossime ore: i calabresi meritano subito un nuovo commissario pienamente capace di affrontare la complessa e impegnativa sfida della sanità”.
Se Conte ritiene Cotticelli incapace o non pienamente capace, come ci è finito a svolgere quel ruolo e a cimentarsi nella “complessa e impegnativa sfida”?
Sappiamo che l’alto ufficiale dei carabinieri in congedo non aveva occupato quella posizione di libera iniziativa e quindi vale la pena capire quale sia stato il percorso che ha condotto a quella ponderata sua designazione oggi ritenuta tanto scandalosa.
Le nomine di carattere politico sono una attività particolarmente stressante. Individuare le persone più idonee a ricoprire incarichi di grande responsabilità nel superiore interesse della collettività non è certo un gioco. Bisogna infatti sempre accontentare tutta la compagine governativa e tirar fuori dal cappello a cilindro un nome che non faccia storcere il naso a qualcuno che anche solo indirettamente potrebbe manifestare un motivato dissenso.
Se questo sublime centellinare certi ingredienti fosse applicato alla farmaceutica, a marzo avremmo già distribuito il vaccino per il Covid-19. E sicuramente – viste le scelte dei Gran Commis – saremmo morti.
Resta evidente che chi viene scelto più che esser davvero bravo deve piacere. Ed esser disciplinato ed ubbidiente, caratteristiche che non guastano.
Veniamo ai fatti.
La folgorante performance del Generale Saverio Cotticelli dinanzi alle telecamere di “Titolo V” di Rai Tre ha mostrato una evidente inidoneità dell’alto ufficiale dell’Arma (peraltro già Comandante del NAS) a ricoprire un così delicato incarico, a dispetto dell’austero provvedimento con cui il Presidente Giuseppe Conte il 7 dicembre 2018 ha insediato il “Commissario ad acta” per la Sanità calabrese.
Il tempo passa, la designazione scade e il Generale viene confermato al suo posto – sempre Conte regnante – con la successiva deliberazione che il Consiglio dei Ministri del 19 Luglio 2019 ha adottato “su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della salute, sentito il Ministro per gli affari regionali”. Il provvedimento reca quindi la firma di Giuseppe Conte, Giovanni Tria (Economia e finanze), Giulia Grillo (Salute) ed Erika Stefani (Affari Regionali).
Ma invece di limitarsi a crocifiggere il Generale Cotticelli varrebbe la pena accertare chi ha “culpa in eligendo” e “culpa in vigilando”.
Se tutti i cittadini nutrono legittimamente qualche dubbio sulle procedure di scelta di chi deve occuparsi di faccende di interesse pubblico, non tutti sanno che il “Commissario ad acta” (il Cotticelli, in questo caso) era tenuto “a relazionare, con cadenza semestrale, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed ai Ministeri affiancanti in merito all’attività svolta, in esecuzione dei mandato commissariale, ferme restando le verifiche trimestrali ed annuali previste dalla normativa vigente”.
Siccome dal dicembre 2018 ad oggi di semestri ne sono passati almeno tre e l’ultimo si è chiuso il 7 giugno scorso (a pandemia in corso da mesi), viene da chiedersi cosa abbia “relazionato” Cotticelli a Conte e ai Ministri “affiancanti” in merito all’attività svolta.
La successiva domanda è scontata. Non avendo motivo di credere che Cotticelli non sia andato a informare chi di dovere, cosa ha pensato di fare Conte quando ha sentito che certe iniziative (planari anche per il quisque de populo) non erano state adottate?
Cotticelli ha dato il buon esempio dimettendosi. Basterebbe prenderne spunto.