Se nel contesto attuale sentite dire “Un sacco bello”, non si tratta certo di un complimento allo scenario italiano. Il riferimento è ad una delle pietre miliari della cinematografia di Carlo Verdone.
La sofferta selezione del Commissario straordinario per la Sanità della Regione Calabria riporta alla memoria la tanto sconfortante quanto divertente scena di “Enzo” che sfoglia la sua agendina telefonica per trovare un compagno di viaggio per una gita a Cracovia che aveva minuziosamente pianificato.
La sequenza – rivedendola con ben chiaro quello che è successo con Cotticelli & Co. – si rivela a dir poco profetica.
Il protagonista – armato di calze di nylon e penne biro – parte con Sergio ma una calcolosi biliare fulmina il compagno di viaggio e costringe Enzo ad una corsa in ospedale.
Rimasto solo, riprende da casa la caccia ad un partner. Si vede Verdone ingaggiare una conversazione surreale con i familiari di un altro compagno.
Anche se è azzardato immaginare il premier esibirsi in un torso nudo villoso – su cui comunque si potrebbe pinzare l’onnipresente pochette – risulta alla portata di tutti l’abbinamento dei monologo del protagonista alle prese con la cornetta telefonica.
“Pronto, ah ciao, senti, noi ancora non ci conosciamo… io sono un amico de tu’ fratello…. Niente, no, avevo chiamato per dije ‘na cosa… siccome me s’è creata una situazione strana… nel senso che me s’è liberato un posto in machina….”
Dopo la preliminare presentazione del progetto, Enzo (senza nemmeno avere qualche dozzina di task force a disposizione) passa alla verifica dei requisiti.
“Te, per curiosità, quanti anni c’hai? ….ah, tredici….”
La ricerca ovviamente non si ferma e nel tentativo di trovare un sostituto – oltre al fantastico doppione “Olimpico Stadio”-“Stadio Olimpico” e alla “sarta Adriana”, salta fuori in extremis “Verza Amedeo”.
“…se ti ricordi bene, ci siamo conosciuti due o tre mesi fa al Distretto Militare, in coda, a pijà ‘r duplicato der congedo…io ero quello che stava dietro de te, co’na maijetta de spugna, girocollo, tipo mare…”
Amedeo, però, deve – come il professor Gaudio – trascorrere il Ferragosto con la moglie e quindi declina l’invito…
La disperazione sale ma altrettanto forte è la determinazione.
Il rimuginare ad alta voce “Com’era ‘r nome de quello? Mar…cucci, Mastrucci, Martucci… Martucci Ennio…. era Martucci Ennio…” sfocia in una affannata ricerca sulle pagine dell’elenco telefonico…
Qualche ora dopo sul luogo dell’appuntamento un tizio improbabile domanda “E’ lei il signor Enzo? Sono l’amico di Martucci…”. Dopo i convenevoli, l’agognata partenza….
Una gigantesca chiazza d’olio lasciata dallo spider sull’asfalto del piazzale antistante la Stazione Ostiense purtroppo lascia immaginare una trasferta condannata a non giungere a destinazione.
Al neo nominato – e tutt’altro che improbabile – Prefetto Longo l’augurio di raggiungere Cracovia, pardòn, Catanzaro…