Ricordate il “nessun attacco hacker” di cui parlava la manager di Leonardo a proposito della disastrosa scorribanda nei sistemi informatici della sua holding?
Nonostante le tremule rassicurazioni secondo le quali non c’era davvero nulla da temere, come nei film con tanto di omicidio irrisolto, dopo un po’ riaffiora il cadavere.
E’ appena saltato fuori che l’operazione criminale in danno all’ex Finmeccanica ha preso di mira – tra gli altri – il computer di un progettista che aveva responsabilità dell’architettura e della definizione del sistema elettrico di un aereo da combattimento a pilotaggio remoto. Non parliamo di un drone giocattolo ma di un velivolo militare sperimentale chiamato “nEUROn”.
La notizia – ormai di dominio pubblico – è emersa a seguito di una tanto elementare quanto illuminante attività di raffronto tra i profili degli utenti presenti sui computer “infettati” dal trojan e i ruoli di impiego dei dipendenti che adoperavano quegli strumenti informatici. La constatazione che le stazioni di lavoro manipolate con istruzioni maligne e saccheggiate del loro delicatissimo contenuto corrispondevano a specialisti che ricoprivano mansioni di estrema criticità non sembra coincidere con il sostanziale “nun ce pensà” delle dichiarazioni aziendali.
Anche i più distratti (spontaneamente o catechizzati) riacquistano così contezza di questa brutta storia e ricominciano ad occuparsi del colosso hi-tech che – a mutuare la dirigente del comparto Cyber & Security – “è un’eccellenza e una garanzia senza paragoni”.
Il riscontro reso noto in queste ore ha portato a galla anche un’altra poco confortante circostanza. Il famoso “trojan” messo a punto dal – oggi “ex” ma all’epoca dei fatti “effettivo” – tecnico di Leonardo avrebbe agito anche sui pc utilizzati da un addetto al collaudo dei velivoli ATR.
Anche l’ATR – come il nEUROn – non risulta essere un aeromodello radiocomandato ad uso ludico. E’ infatti il velivolo adoperato per il pattugliamento marittimo dai Servizi Aerei della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera.
Mica è finita.
Altra postazione addentata dalle istruzioni maligne e conseguentemente dissanguata del relativo contenuto era quella di un dipendente dell’unità organizzativa “Fornitori” che oltre al progetto ATR seguiva quello del C-27J. Quella sigla, che potrebbe far pensare ad un “colpo” di una sfida a battaglia navale nel periodo di lockdown natalizio, corrisponde ad un aereo da trasporto tattico di classe media che costituisce la versione avanzata e aggiornata dello storico G.222.
L’elenco probabilmente è destinato ad allungarsi. Accontentiamoci di star male con queste piccole briciole.