Il sogno degli studenti somari si è realizzato. La perdita dei dati custoditi nel sistema informatico che gestisce i registri scolastici elettronici va oltre le più ambiziose aspettative di Lucignolo.
Il fatto è di tale gravità da lasciare senza parole anche chi è abituato a non perdere l’occasione di bastonare le malefatte che nello scenario tecnologico nazionale purtroppo abbondano.
Mentre tutti (complice l’atmosfera dell’appena trascorsa Pasqua) attendono la resurrezione della sofisticata infrastruttura informatica su cui poggia il funzionamento delle Scuole, sono assalito da una irrefrenabile curiosità.
Mi piacerebbe tanto sapere chi ha approvato questo sistema, chi è – in pratica – “l’uomo Del Monte che ha detto sì”.
La risposta è semplice e non richiede sforzi ciclopici nonostante nel bailamme di questi giorni nessuno si preoccupi di porsi il quesito.
Se a impartire la loro carismatica benedizione sono stati i dicasteri preposti all’Istruzione e all’Innovazione, va detto che la consacrazione dell’idoneità dei registri elettronici è da riconoscere all’Agenzia per l’Italia Digitale (o AGID per gli appassionati di acronimi).
“Reddite quae sunt Caesaris Caesari et quae sunt Dei Deo” scriverebbe un ragazzotto abituato a copiare durante la DAD o didattica a distanza che dir si voglia.
La piattaforma in cui si ambienta il disastro della didattica italiana è stato esaminata ed approvata dagli specialisti dell’AGID, risultando “QUALIFICATA” dal 24 aprile 2019 (epoca prepandemica durante la quale ci si poteva riunire, c’era modo di fare sopralluoghi e dar corso fisicamente a prove e collaudi…).
Va detto che per ragioni di sicurezza e affidabilità (come in questo caso) le Amministrazioni Pubbliche (e qui le scuole) dal primo aprile (ahi, giorno infausto) del 2019 possono “acquisire esclusivamente servizi IaaS, PaaS e SaaS qualificati da AgID e pubblicati nel Cloud Marketplace”.
Traduciamo per chi ancora parla felicemente l’italiano e non solo per celebrare il 700mo dell’Alighieri.
Nel mondo dove fa figo utilizzare sigle inaccessibili o fingere di conoscere l’inglese (o dove si incrociano i due escamotage per non far capire niente a nessuno e fare del fumo un’arma di “distrazione” di massa…), i servizi informatici erogati attraverso la Rete e collocati fuori dall’ambito di chi ne fruisce sono collocati “in cloud” (ovvero su una sorta di “nuvola” distante dall’utilizzatore e condivisa tra più soggetti).
A seconda della loro tipologia e dei diversi ruoli in capo al fornitore del servizio e al fruitore sono classificati “IaaS” (Infrastructure as a Service, dove l’infrastruttura viene gestita integralmente dal fornitore), “PaaS” (Platform as a Service, dove il fornitore mette solo a disposizione l’infrastruttura e il cliente sviluppa il suo software) e “SaaS” (Software as a Service, dove il cliente si limita ad adoperare “macchine” e programmi del fornitore).
I servizi SaaS (come quello del registro elettronico) sono quelli dove il cliente assolve solo il ruolo di utilizzatore e paga profumatamente il servizio che gli viene erogato.
Le scuole hanno scelto la soluzione del registro elettronico attraverso il “Cloud Marketplace”, ovvero il sito Internet cui l’anglofona AGID non ha saputo trovare un nome italiano per etichettarlo.
Riprendendo testualmente quel che l’Agenzia per la Britannia …pardon, per l’Italia Digitale pubblica online “Il Cloud Marketplace di AgID è la piattaforma che espone i servizi e le infrastrutture qualificate da AgID secondo quanto disposto dalle Circolari AgID n. 2 e n.3 del 9 aprile 2018. All’interno del Cloud Marketplace è possibile visualizzare la scheda tecnica di ogni servizio che mette in evidenza le caratteristiche tecniche, il modello di costo e i livelli di servizio dichiarati dal fornitore in sede di qualificazione”.
In base all’undicesimo Comandamento, secondo il quale “non avrai altro SaaS all’infuori di me”, le Scuole hanno acquisito il sistema di “registro elettronico” sollevati nella loro decisione dalla “procedura di qualificazione” con cui l’AGID ha escluso soluzioni che potessero manifestare controindicazioni o problemi di sorta.
I dirigenti scolastici, leggendo che per il servizio Axios Didattica “APP RE Alunni è l’App dedicata agli Alunni che utilizzano il Registro Elettronico Axios” e addirittura che “Axios Segreteria Digitale è il cuore di Scuola Digitale e si occupa, in ogni aspetto, del ciclo di vita…”, non potevano immaginare la catastrofe di questi giorni.
Il rigore della selezione dei prodotti e la meticolosa dinamica di loro approvazione è comprovata dai lunghi tempi che intercorrono tra l’OK alla “Axios Segreteria Digitale” (ore 11.15 del prefestivo 24 aprile 2019) a quello della APP RE Alunni (ore 11,45 dello stesso giorno 24). Una mezz’ora dedicata alla Segreteria Digitale è interminabile se si pensa che alle 21.15 del 29 agosto 2019 (sfidando la canicola estiva) nello stesso minuto (come si può leggere nelle schede tecniche piazzate sul “Cloud Marketplace”) l’Agenzia Digitale ha approvato i Servizi “Axios Servizi Web – MAD-ACC”, “Alternanza Scuola Lavoro Web” e il delicatissimo “Cloud Backup”.
Fermiamoci qui. Adesso qualcuno dica chi se ne è occupato e – oltre a chiedersi quanto costa e come è stato scelto il team di valutazione – cominci a fare due conti dei danni che il “fattaccio” ha causato all’intera collettività in un momento tanto delicato.
Ci si domandi cosa ha fatto l’AGID per porre rimedio (visto che ha rilasciato la “patente” di idoneità al servizio hi-tech del registro elettronico) o almeno per suggerire iniziative volte a mitigare gli effetti negativi di una tanto imbarazzante situazione.
Si chieda a chi parla di “transizione digitale” se questo è il primo passo. Verso il baratro.