I pirati informatici vanno nuovamente a segno e nella notte tra domenica 28 e lunedì 29 agosto hanno affondato i sistemi informatici del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), il cui sito web nella mattinata di martedì 30 risulta ancora irraggiungibile.
La società pubblica concentrata su gas ed energie rinnovabili e controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato di essere stata vittima di una incursione digitale senza specificare la natura dell’attacco.
Per giustificare la bordata subita, GSE nel proprio comunicato stampa ha tenuto a precisare che si è trattato di un “malware di ultima generazione”.
Non si è trattato di una aggressione “DDoS” (Distributed Denial of Service) che da trent’anni va a bloccare l’accesso alle risorse online saturando il traffico di rete e rallentando la capacità di risposta dei server coinvolti. La dizione “malware di ultima generazione” suona come qualcosa di misterioso e non contrastabile, ma in realtà potrebbe fare riferimento ad un ormai familiare “ransomware” che tutti (ma non i tecnici del GSE) conoscono da almeno un biennio anche se poi non adottano le necessarie contromisure.
Secondo le migliori tradizioni è stata staccata la spina al sito Internet e ai portali che telepaticamente erogavano servizi e informazioni. Questa sembrerebbe infatti la maniera migliore per tutelarsi ed evitare che ai primi banditi se ne possano accodare altri in grado di fare peggio…
L’azione criminale nei confronti di GSE preoccupa legittimamente gli italiani perché è quella è la realtà cui il Governo Draghi ha affidato l’acquisto di gas per lo stoccaggio indispensabile per il prossimo inverno.
La società pubblica, però, tranquillizza i cittadini facendo presente di aver “tempestivamente segnalato l’attacco subito alle Autorità competenti”. La concomitanza di “tempestivamente” e “subito” a distanza di due parole lascia intendere che non è stato certo perso tempo per allertare chi di dovere.
Ma intanto è tutto fermo…