Mentre tutti piangono disperati la prematura scomparsa di Sua Maestà la Regina Elisabetta II e l’insediamento di Carlo III (a proposito del quale molti a Napoli vantano di avergli dedicato con grande anticipo una piazza), lo scenario internazionale prospetta un nuovo possibile conflitto.
La cronaca ha fatto conoscere il Sovrano Stato Antartico Teocratico di San Giorgio e su queste pagine ben cinque sono state le occasioni per illustrare i segreti di una realtà geografica che molti ritengono la Terra Promessa al punto di aver pagato per guadagnarsi la cittadinanza. Nessuno, però, ha mai parlato (e se è accaduto e non me ne sono accorto, chiedo venia) di un’altra Nazione che sforna Cavalieri e appioppa titoli nobiliari regalando un sogno a chi – origini non plebee ma semplicemente normali – ambisce ad essere insignito di qualcosa, qualunque essa sia.
Parliamo di un Regno coevo dello Stato di San Giorgio (la sua comparsa risale al 2011 e quindi ad un periodo che un domani potrebbe essere qualificato come il “colonialismo polare antartico”) e naturalmente si trova anch’esso al Polo Sud.
Sul Reale sito web di questa monarchia (che è bene visitare per certificare che chi scrive non è sotto l’effetto dei fumi dell’alcool) si legge che il “Principe di San Pietro Don Marcello Gentile nella Sua qualità di Sovrano Gran Maestro ha acquisito la piena ed esclusiva Sovranità di una «terra nullius», più precisamente del Settore Antartico compreso tra il Polo Sud e il 60° Sud di latitudine e contenuto tra la longitudine 141° Ovest e la longitudine 150° Ovest”.
La “terra nullius” è quella su cui nessuno rivendica diritti, poco importa se irraggiungibile (mai ricevuta una cartolina o visto un selfie di qualcuno che ci sia andato) e costituita da ammassi di ghiaccio che i cambiamenti climatici potrebbero sciogliere consentendo ai mari di inghiottire addirittura un Regno.
Analogamente a quel che aveva fatto il suo collega “Principe” Mario Farnesi (preceduto da un S.A.S. che – per debita informazione – non significa “Salutame a sòreta” ma “Sua Altezza Serenissima), il Sovrano ha provveduto a dare “notifica per pubblici proclami nella Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia del 2 settembre 2011, nr. 35. parte II, pag. 15, inserzione nr. 51”.
Il tono aulico dei “pubblici proclami” e la formalità della “Gazzetta Ufficiale” sono smorzati da “inserzione nr. 51”, che non nasconde (come peraltro scritto al termine del testo pubblicato) che si tratta semplicemente di un avviso a pagamento.
Lasciando a ciascuno la possibilità di approfondire la nuova geografia del pianeta, corre l’obbligo di segnalare un fortunatamente remoto rischio di conflitto tra queste Nazioni confinanti (che potrebbero avere un loro Donbass o una Crimea). Il ripudiare la guerra – principio che compare nei rispettivi ordinamenti – speriamo possa frenare mire espansionistiche e la dolorosa distruzione di materia prima indispensabile per i cocktail.
L’auspicio ad una pace duratura è suffragata dalle lodevoli iniziative della Pia Opera Universitaria del Regno dei Santi Pietro e Paolo che – oltre probabilmente a dispensare piumini imbottiti e moon-boot ai propri studenti così da scongiurarne l’assiderazione – organizza convegni anche in Italia come quello tenutosi con il “patrocinio” dell’Ordine dei Giornalisti della Campania (il cui logo spicca sulla locandina) il 18 maggio 2022 al Circolo della Stampa di Avellino.
In quella circostanza l’ente assistenziale del Regno ha potuto contare sulla qualificata presenza – tra gli altri – dei giornalisti de “Il Mattino” Gianni Colucci e Stefania Marotti e del filosofo Rocco Pezzimenti dell’Università LUMSA di Roma, evidenziando i buoni rapporti che le istituzioni dei SS. Pietro e Paolo hanno con la stampa e il mondo accademico italiano.
Lunga vita a Sua Maestà Don Marcello Maria Primo.