Il 2022 è l’anno record nell’installazione di robot industriali. Secondo i dati diffusi dall’ultimo World Robotics report, sono oltre mezzo milione i robot installati nell’anno 2021 nelle fabbriche di tutto il mondo. Una crescita a doppia cifra, che si attesta al 31% se guardata con riferimento al 2020. Un’esplosione non determinata affatto dal confronto con un annus horribilis come il 2020. Di fatto, il trend è da anni chiaro e ben delineato, facendo segnare un +22% rispetto al 2018, anno record nelle installazioni robotiche pre-pandemia.
Il robot industriale, ancora una volta, ha dimostrato di poter trovare un’accoglienza diffusa quale componente essenziale per la realizzazione di sistemi automatizzati di produzione. La riduzione dei costi di produzione, l’incremento di produttività e adattabilità del prodotto alle esigenze del cliente, il miglioramento degli standard di qualità del prodotto e, nondimeno, la possibilità di sottrarre gli operatori umani a compiti rischiosi o alienanti a causa dell’organizzazione della produzione, determinano imprescindibili vantaggi per la competitività delle aziende a livello internazionale.
Rispetto a solo sei anni fa il numero di robot è raddoppiato, e circa un settimo di tutti i robot industriali nel mondo è stato installato nell’ultimo anno. Tra le applicazioni di maggior impiego troviamo la pallettizzazione, il carico e lo scarico di magazzini e macchine, il confezionamento di merci, la saldatura, la verniciatura, il taglio e l’assemblaggio.
Dal rapporto emerge anche una dettagliata ricostruzione della distribuzione spaziale delle applicazioni robotiche. L’Asia, anche su questo, fa la parte del leone. Ancora una volta infatti risulta il mercato più grande, avendo acquistato oltre il 74% di tutti i robot venduti nel 2021. Tra l’altro, se è vero che la Cina si intesta la leadership (+27% in un anno, arrivando ad oltre un milione di unità attualmente operative), anche il Giappone fornisce un contributo decisivo, risultando il secondo più grande mercato per i robot industriali ed il primo al mondo per robot costruiti.
L’Italia ben si difende nel panorama internazionale risultando, con il 17% della quota di mercato in ambito europeo, il secondo più grande mercato dopo la Germania. Nel 2021 risultano installate circa 90mila unità.
A sfidare la corsa ai robot sono, manco a dirlo, gli stessi fattori che stanno determinando un deterioramento dell’economia globale: la crescita incontrollata dei prezzi dell’energia, la scarsità di elementi elettronici, l’incognita dell’evoluzione pandemica e le preoccupanti condizioni geopolitiche di diverse aree del mondo.
Gli ordini di produzione ci sono, ma le aziende costruttrici non danno certezza di poter rispondere alla domanda non solo nel breve periodo, ma anche nel medio periodo. Non è da escludere pertanto che, con il persistere di tale perversa combinazione di fattori di incertezza, si assista ad un brusco rallentamento.