Chi si riteneva al sicuro perché non si era lasciato affascinare da Alexa e aveva preferito strillare “chi è?” invece di installare “Ring”, potrebbe essere incappato in qualche altra “trappola”.
In agguato, infatti, ci sono i dispositivi che consentono di vedere sul televisore quel che viene “trasmesso” in streaming dalle diverse piattaforme di intrattenimento che erogano i propri contenuti e servizi attraverso Internet.
Amazon ha confezionato due soluzioni, Omni TV e Fire TV.
Il primo dei due prodotti è un vero e proprio televisore dedicato alla specifica finalità e alloggia anche i microfoni per parlare con Alexa, offre varie opportunità di informazione e – udite, udite – si accende quando qualcuno entra nella stanza….
Fire TV è invece un dispositivo “retrofit”, ovvero in grado di fa diventare “smart” un qualunque televisore abbastanza moderno. E’ un minuscolo scatolotto, più piccolo di un vecchio pacchetto di sigarette da 10, che si collega all’ingresso HDMI (ovvero alla presa High-Definition Multimedia Interface che consente di far ricevere segnali multimediali ad alta definizione). Si tratta di una utile e comoda appendice che ringiovanisce lo schermo già a disposizione da qualche anno.
Entrambi sono nati per permettere la fruizione di Amazon Prime, la pay-tv della squadra di Jeff Bezos che spiattella film, show e serie per gli appassionati del telecomando e della poltrona di casa. Entrambi consentono l’installazione di altre “app” di operatori concorrenti (RaiPlay, Mediaset Infinity, Now, Netflix , Disney+, Chili, Plex, Pluto e così a seguire…), ampliando la platea dei potenziali utilizzatori.
Roba buona, direbbe qualcuno. Peccato che questi aggeggi memorizzino tutto quel che viene selezionato, visto o gradito dagli spettatori e registrino anche l’audio delle richieste formulate tramite Alexa.
Perché preoccuparsi? Abbastanza semplice.
Le scelte fatte con il telecomando sono estremamente significative e “pericolose”. Infatti sono in grado di rivelare informazioni molto personali che riguardano gli utenti, come gli interessi oppure le opinioni politiche. Possibile? Certo e ci vuole davvero poco a catalogare il tempo trascorso a guardare determinati “talk” o ben più seri dibattiti: l’insistere a seguire cosa dice questo o quel leader di partito o prediligere certi programmi che parlano di attualità e non trascurano l’universo parlamentare, offrono su un vassoio d’argento un abbastanza preciso “orientamento” del singolo spettatore.
A parte la classificazione di ordine politico, questi arnesi ne producono anche altre di carattere commerciale o persino di tipo psicologico. Se può essere “vendibile” un elenco di utenti che potrebbero votare in un certo modo, è altrettanto facile da piazzare sul mercato la lista di chi ha determinati gusti o preferenze, di quelli appassionati di qualcosa, di chi è allegro o chi è triste e depresso…
Chi ha e adopera una televisione intelligente – qualunque sia la sua marca – lo sa già a sue spese. Chi ha Fire o Omni adesso è avvisato…