Starlink, costellazione di satelliti attualmente in costruzione dall’azienda aerospaziale statunitense Space X, costituita nel 2002 da Elon Musk, imprenditore seriale con al suo attivo anche la Tesla, quella delle vetture elettriche. Elon Musk, al 20 settembre 2022, con un patrimonio stimato di 277,1 miliardi di dollari, risulta essere la persona più ricca del mondo.
Starlink propone l’accesso a internet utilizzando una rete di satelliti in banda larga a bassa latenza. In altre parole consente di scambiare grandi volumi di dati, con poco ritardo, ovunque nel mondo. Per chi ama i dati tecnici l’azienda pubblicizza il suo servizio dichiarando che è in grado di arrivare a 500 megabits al secondo con un tempo di latenza minimo pari a 20 millisecondi.
Secondo il progetto, in fase avanzata di realizzazione, la costellazione sarà costituita da migliaia di satelliti miniaturizzati, conosciuti anche come anatroccoli, piccoli e leggeri, (normalmente al di sotto di 500 kg). Vengono collocati in orbita terrestre bassa e lavorano in sintonia con ricetrasmettitori terrestri. Intenzione dichiarata di SpaceX è commercializzare alcuni dei suoi satelliti per scopi militari, scientifici ed esplorativi.
Il costo totale, dalla progettazione alla messa a regime, in un periodo di 10 anni, è stato stimato da SpaceX, nel maggio del 2018, pari a 10 miliardi di dollari USA.
A settembre 2022 sono più di 2300 i satelliti operativi in orbita. Sembrano tanti, ma non lo sono visto che a regime la mega-costellazione dovrebbe essere composta da 42mila satelliti. SpaceX ha attivato ad agosto 2020 un servizio privato in beta, ovvero in prova, negli Stati Uniti e ha lanciato la versione pubblica, sempre in beta, ad ottobre 2020, attiva solo ad alte latitudini. Dal febbraio 2021 il servizio è attivo su pre-ordinazione anche in Italia. Attualmente Starlink ha circa mezzo milione di utenti che pagano un canone mensile dai 99 ai 500 dollari al mese. Tra loro le forze armate ucraine. Andiamo a spiegare.
SpaceX, quando la Russia ha avviato la sua “operazione speciale”, rispondendo a una esplicita richiesta del governo ucraino, ha spedito migliaia dei suoi terminali Starlink per facilitare le comunicazioni delle forze armate ucraine e per aiutare la popolazione civile a comunicare con il resto del mondo. Un’apparente buona azione visto che è parzialmente, silenziosamente e profumatamente pagata dal governo USA. Si tratta di milioni di dollari, come dichiarato il 5 aprile 2022 dalla USAID (United States Agency for International Development) quando ha annunciato di avere acquistato più di 1330 terminali, che vanno ad aggiungersi ai 3670 donati da Space X. Però c’è qualcosa che non torna perché, qualche tempo dopo questo annuncio, USAID ha modificato la storia. Ora afferma di avere consegnato 5000 terminali Starlink avvalendosi di “un accordo pubblico-privato”. 1500 li ha comprati a 1500 dollari l’uno e ha pagato 800mila dollari per il loro trasporto e consegna. SpaceX ha incassato circa 3 milioni di dollari.
Interessante notare che i 3670 terminali “regalati” da SpaceX vengono consegnati con tre mesi di abbonamento senza limite di volume di dati. Nulla si sa cosa accade una volta scaduti i tre mesi.
Altrettanto interessante scoprire, se si va sul sito web di Starlink, che un terminale standard costa 600 dollari, non 1500, cui vanno aggiunti 100 dollari per la spedizione e installazione, mentre il servizio mensile costa 110 dollari. Vero che Starlink ha annunciato un servizio premium dove il terminale costa 2500 dollari mentre l’abbonamento mensile sale a 500 dollari, ma non è dato sapere che tipologia di servizio venga fornita all’Ucraina (https://www.washingtonpost.com/politics/2022/04/08/us-quietly-paying-millions-send-starlink-terminals-ukraine-contrary-spacexs-claims/). Lasciamo il beneficio del dubbio.
Di certo Starlink per la difesa ucraina è uno strumento essenziale per coordinare le forze armate in un teatro di guerra lungo migliaia di chilometri.
Ora però, considerando le interruzioni di servizio che affliggono il sistema, le dichiarazioni e considerazioni di geopolitica di Elon Musk, che non si capisce bene da che parte sta, con grande soddisfazione del presidente Putin, c’è da chiedersi se uno strumento così vitale vada lasciato nelle mani di privati affetti da sindrome Twitter.
C’è da chiedersi se non sia il caso di riportare le industrie dello spazio e della difesa sotto la gestione diretta del settore pubblico e del governo. Sono in molti ad affermare che infrastrutture così importanti dal punto di vista strategico debbano essere nazionalizzate invece di essere utilizzate come strumento di pubblicità e relazioni pubbliche da amministratori delegati straricchi che straparlano.
L’Ucraina non può dipendere da un sistema che dipende dagli umori del suo proprietario. Lo scorso 3 ottobre Musk si è sentito in diritto e dovere di presentare al mondo, ovviamente tramite tweet (non riesce proprio a resistere!), il suo “piano di pace” per l’Ucraina. Piano che prevede la rinuncia da parte dell’Ucraina sia dei territori annessi dalla Russia nel corso della guerra in atto, sia della Crimea, illegalmente considerato territorio russo nel 2014. Da chiedersi cosa possa sapere e capire Elon Musk di geopolitica e geoeconomia. Non risulta che Tweeter sia luogo deputato alla diplomazia internazionale. Ovviamente gli ucraini non sono per nulla d’accordo con il piano di Musk. Il diplomatico ucraino Andrij Melnyk, ha riassunto tale sentimento, con molta efficacia e poca eleganza, invitando Musk di “farsi fottere”.
Quattro giorni dopo, il 7 ottobre, i terminali Starlink in uso lungo la linea di fronte nel Donbas, nel corso dell’avanzata ucraina, avevano problemi di affidabilità. Pura coincidenza?
Altri quattro giorni dopo, 11 ottobre, l’esperto di geopolitica Ian Bremmer scrive nella sua rubrica, molto seguita (https://www.vice.com/en/article/ake44z/elon-musk-vladimir-putin-ukraine), che Musk ha mandato il tweet con il suo indecente piano di pace dopo avere avuto una conversazione telefonica con Vladimir Putin. Musk, ovviamente con un tweet, ha affermato che non è vero. In contemporanea con questi fatti, SpaceX ha fatto sapere di non essere in grado di finanziare in modo illimitato l’uso di Starlink o la fornitura di nuovi terminali all’Ucraina, a meno che il governo USA non metta mano al portafogli per finanziare il programma Starlink…
Notevole coincidenza.
Comunque sia, proprio quando cominciavano a girare voci sull’intenzione del Pentagono di utilizzare fondi della Ukraine Security Assistance Initiative per pagare il programma suddetto, Musk scrive altro tweet nel quale afferma che SpaceX ha ritirato la sua richiesta di finanziamento: “Al diavolo… anche se Starlink sta perdendo denaro e altre aziende ricevono miliardi di dollari dei contribuenti, noi continuiamo a finanziare il governo ucraino senza chiedere nulla”.
Nel frattempo ci sono ucraini che dichiarano che stanno pagando terminali e abbonamenti di tasca loro.
Questa strana storia è lontana dalla sua conclusione. Non è chiaro chi stia finanziando l’uso di Starlink in Ucraina. Di certo è coinvolta una molteplicità di paesi e di governi.
Strano storia che mostra la debolezza e il pericolo di lasciare in mano a privati la responsabilità di infrastrutture altamente strategiche.
La colorita personalità dell’uomo più ricco del mondo e la sua mania di tweettare mettono in ombra il ruolo pericolosamente fuori misura, suo e degli operatori privati, in attività dove il profitto non deve essere un imperativo. Niente di originale nell’affermare che fare profitti in tempo di guerra è pericoloso, perverso, eticamente e moralmente sbagliato, ma è opportuno sottolineare come possa essere anche una debolezza strategica e tattica. Un servizio vitale come il sistema di comunicazione satellitare dell’Ucraina non dovrebbe, non deve, essere controllato da operatori privati facilmente influenzati da considerazioni politiche personali.
Musk sarà un ottimo commerciale, un imprenditore visionario, uno splendido innovatore, ma in questo caso non ci si può fidare di lui. Se domani mattina si sveglia e decide che della guerra in corso non gliene importa più nulla, cosa accade all’Ucraina? La partita è troppo importante per lasciarla a lui solo e al caso.
I governi non possono dipendere dal settore privato.
Il mondo non può essere lasciato in mano ai mercenari.