Un genio. Il primo cittadino della Capitale è davvero un genio di cui andare profondamente orgogliosi per la lapalissiana soluzione trovata per eliminare lo smog che avvelena l’apparato respiratorio dei romani.
A dispetto dei buoni propositi di Greta Thunberg e di intere generazioni di ambientalisti, Roberto Gualtieri è riuscito con due pagine di provvedimento a cancellare definitivamente il rischio di inquinamento atmosferico e a preservare la qualità dell’aria e della vita della Città Eterna.
Il sindaco con acutezza rara ha vietato la circolazione delle autovetture più datate dal lunedì al sabato, ammettendone l’impiego nella cosiddetta “fascia verde” soltanto nella giornata della domenica.
L’area tutelata, naturalmente, è stata estesa così da comprendere la quasi totalità del contesto urbano abitato e la dilatazione territoriale dello spazio off-limits ha subito manifestato una efficacia straordinaria.
Chi ha un veicolo che non sia Euro 4 non può varcare i confini della zona incontaminabile. Giusto.
Chi abita dentro quella fascia e ha un’auto “euro-vecchia” non può più adoperarla. Giustissimo.
Mentre c’è da capire se può ancora lasciarla in sosta sulla pubblica via (un atteggiamento prudenziale, su cui senza dubbio i tecnici di Gualtieri stanno già lavorando, suggerirebbe la rimozione a scanso di perdite di liquidi o altre contaminazioni statiche), chi vive nella paradisiaca area in cui si respira a pieni polmoni deve affrontare un altro problema non da poco: la revisione, obbligatoria per legge ogni due anni.
E proprio qui si vede il talento del grande Sindaco. L’auto può muoversi solo di domenica ma in quel giorno anche i meccanici atei rispettano la festività settimanale. Il residente in fascia verde – anche e soprattutto chi è ligio nell’essere conforme a norma – non può recarsi nelle officine autorizzate a sottoporre agli accertamenti stabiliti dalla Motorizzazione Civile perché nei giorni feriali vige il divieto di circolazione…
Il provvedimento del Comune di Roma non ha esclusive connotazioni ecologiste, ma è anche animato dall’encomiabile desiderio di alleviare oneri e spese al cittadino. Il proprietario di una auto “poco green” – grazie alle regole introdotte da Roberto Gualtieri – trae immediatamente un beneficio economico di 79 euro del mancato pagamento del bollettino della revisione. Mica male, no?
L’auto a quel punto non potrà più circolare e chi la possiede non avrà nemmeno modo di consegnarla ad un rottamatore, a meno che – come i serial killer di certi film dell’orrore – non la faccia a pezzi e ne porti a piedi una porzione per volta allo sfasciacarrozze.
Il tizio, quando avrà smaltito la vettura (magari una pregevole auto d’epoca che, percorrendo ben una cinquantina di chilometri l’anno rappresentava la vera imperdonabile causa del buco nell’ozono e del cambiamento climatico) potrà finalmente non preoccuparsi più dell’aumento del carburante, del costo del parcheggio, dell’assicurazione, della manutenzione, degli introvabili ricambi e così a seguire.
L’augurio è che l’ammirevole iniziativa di Roberto Gualtieri (iniquamente poco enfatizzata dai mezzi di informazione) non venga trascurata dalla comunità scientifica internazionale e che a Stoccolma si ragioni sulla trasversalità di un simile provvedimento che meriterebbe il Nobel sia per l’ambiente sia quello per l’economia.
Abbiamo fisiologicamente bisogno di misteri e, forse, ci dispiace che vengano svelati...
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