NOTIZIA RIPORTATA [CAPRE E GALLINE] DALLA STAMPA.
CORRIERE ADRIATICO 21/1/23. ”PESARO: SCAVALCA IL RECINTO E FA SESSO CON CAPRE E GALLINE. A PROCESSO PER MALTRATTAMENTO DI ANIMALI“
Notizia orribile e pietosa, per il degrado del migrante e per la devianza che induce ad averne pena e chiedere che gli sia dato aiuto.
Ma qui proviamo ad alleggerire il contesto, recuperando fremiti di studentesca incoscienza.
Ammesso che sia vera, la storia ha un goliardico illustre precedente.
Negli anni ’60, un gruppo di allegri goliardi gagliardi, organizzato in ‘setta’: ‘Abbazia dei Frati Gaudenti‘ da E.G. (rispetto della privacy!), 12 bolli di Medicina, che ciclostilava pessime dispense dei corsi, “rapì” la figlia di una Autorità cittadina e si arroccò nel castello del Valentino, copia fasulla di un borgo medievale, ricostruito per l’Esposizione Generale Italiana del 1884 sulla riva sinistra del Po, riproducendo edifici del XV secolo. Ovviamente, siamo a Torino.
E la pulzella rapita (maggiorenne!) era ben felice dell’evento, avendo così modo di passare ore, non disturbate, con il tre bolli di Legge di cui era invaghita.
L’esponente di Medicina, con manto e goliardo[1] rosso in testa, trattò la resa onorevole con le forze dell’ordine inviate in soccorso della giovanetta: un singolo vigile urbano che dichiarò: ”nèh fjeui, fat i brav! Lasùma perdi, fuma nèn cumedia; ça veut?”[2].
Una cassetta di Cola servì per tacitare il bugianèn[3], invitato ad unirsi al gruppo, intorno al mangiadischi: Yesterdays e Hey Jude, Re Carlo e Marinella, Beatles e De Andrè, Donovan di In the mellow yellow. Ricordi Elide? E Mal, quello dei Primitives?
Qualche bacio innocente, ballando, custoditi dal vigile. Poi il Gaudeamus igitur[4] e canzoni goliardiche un po’ oscene (ad esempio le Osterie).
Finché, da uno zaino, sotto le pessime dispense di Anatomia ciclostilate da appunti studenteschi, saltò fuori un libercolo della ”Causa penale contro il reverendissimo prete Don Sculacciabuchi da San Rocco, imputato di aver sedotto in un boschetto un bimbo della sua parrocchia che colà si recava per viole.”
Sestine in endecasillabi, due sedute penali, escussione dei testi e del perito, fino all’ assoluzione per la Legge di Bisenzio (quella che ”invita a far silenzio”…)
Merito dell’avvocato difensore, dal nome impronunciabile, che recitò nell’arringa:
“Nel manuale di meditazione
dal reverendo Padre Meo composto,
si narra di quel frate buggerone
che sotto la canicola d’agosto,
invaso da libidine asinina
‘inseguiva’ a distanza una gallina.
Pochi dì dopo, il cuoco fra Bastiano,
mentre stava per fare una frittata,
casualmente si trovò per mano
l’uovo della gallina ‘insodomata’:
lo ruppe, e n’uscì fuori, immaginate,
l’uovo mezzo pulcino e mezzo frate.
Vi lascio immaginare il lavorio
dei teologhi tutti e dei casuisti;
chi lo disse un miracolo di Dio,
chi del diavolo, ed accese il ” lumen Christi “.
Ma il principale, che non fu una rapa,
mise l’uovo nel piatto e andò dal Papa.
Laggiù, dove le teste son quadrate,
si rise della povera gallina,
e solamente si costrinse il frate
a non mangiare più carne pollina,
e questo per escludere il periglio
che qualche volta si mangiasse il figlio.”
Quanto alla capretta, si conosce la storia del servo-pastore che raccontava all’amico di coricarsi con una pecorella.
”Comprendo, ma come fai per la puzza?”
”Eh, dopo un po’, la pecora si abitua”.
Del resto Nino Manfredi, colpevole di aver violentato una gallina nel film ”Vedo nudo” di Dino Risi, ha già anticipato tempi e storia, offrendo un’altra soluzione[5].
Vedremo presto la saggia sentenza del giudice togato di Pesaro.
Nel frattempo:
Gaudeamus igitur, Iuvenes dum sumus; Gaudeamus igitur, Iuvenes dum sumus; Post iucundam iuventutem, Post molestam senectutem Nos habebit humus. Nos habebit humus. Ubi sunt, qui ante nos In mundo fuere? Ubi sunt, qui ante nos In mundo fuere? Vadite ad superos, Transite ad inferos, Ubi iam fuere. Ubi iam fuere. | Orsù, rallegriamoci, Finché siamo giovani; Orsù, rallegriamoci, Finché siamo giovani; dopo l’allegra giovinezza, dopo la fastidiosa vecchiaia la terra ci avrà. la terra ci avrà. Dove sono quelli che prima di noi Vissero nel mondo? Dove sono quelli che prima di noi Vissero nel mondo? Andate nel mondo dei vivi, recatevi negli Inferi, se volete incontrarli. se volete incontrarli. |
Pier Enrico Gallenga & Massimo Di Muzio
[1] “goliardo” è il cappello a punta che solo gli studenti universitari e qualche meritevole Maestro in rare occasioni (ad esempio durante la Lectio Magistralis per Laurea Honoris Causa) sono autorizzati ad indossare. Metonimia per studente. Il colore identifica la Facoltà di appartenenza.
[2] Dài ragazzi, fate i bravi! Lasciamo perdere, non fate commedia; che cosa volete?
[3] Bogianèn espressione che identifica il carattere caparbio piemontese
[4] per i giovani studenti universitari che non lo conoscono o non lo hanno mai cantato si rimanda a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=e7bbxtd6qKU con la preghiera di cantarlo e farlo cantare nuovamente!
[5] Per coloro che non conoscono l’episodio, si veda https://www.youtube.com/watch?v=e0-bCUkiZ2E