Chi pensa che il problema dell’energia sia solo a tinte tricolori, si sbaglia. Mentre da noi ci si lamenta per il rincaro delle bollette, dall’altro capo del pianeta c’è chi vive circostanze ancor più drammatiche.
Cyril Ramaphosa, il presidente sudafricano, ha ammesso il disastro della situazione e ha dichiarato lo stato di emergenza. Lo ha fatto con effetto immediato per far fronte alla grave crisi elettrica del Paese, da tempo afflitto da prolungati blackout quotidiani.
Non è andato certo per il sottile e ha dichiarato che “Circostanze straordinarie richiedono misure straordinarie. La crisi energetica è una minaccia esistenziale per la nostra economia e il nostro tessuto sociale”. Sono queste le parole che hanno colpito non solo i suoi connazionali ma il mondo intero che ha seguito il discorso di Ramaphosa tenuto giovedì sera sullo stato della Nazione.
La dichiarazione arriva mentre interruzioni di corrente fino a otto ore al giorno colpiscono case, fabbriche e aziende in tutta la nazione di 60 milioni di persone. Lo stato di calamità è una misura di emergenza precedentemente implementata per far fronte alla pandemia di COVID-19 nel 2020 e alle inondazioni mortali che hanno ucciso più di 400 persone lo scorso anno.
Le intenzioni di Ramaphosa sono indirizzate a consentire al proprio Governo di evitare black-out che possano compromettere la missione di servizi essenziali come ospedali e impianti di trattamento delle acque. Il piano prevede anche l’acquisto di ulteriore energia dai paesi vicini in caso di emergenza e l’aiuto (grazie a maggiore disponibilità di generatori diesel e pannelli solari) alle imprese costrette a far fronte agli effetti di continue interruzioni di corrente.
L’azienda elettrica del paese Eskom non è in grado di produrre energia adeguata a causa dei frequenti guasti alle sue vecchie centrali elettriche a carbone e soprattutto in ragione di tanti anni di devastante corruzione.
Ramaphosa ha anche annunciato che nominerà un ministro dell’elettricità, il cui unico obiettivo sarà quello di affrontare la crisi elettrica.