Sono passati solo alcuni giorni dalla Giornata Internazionale delle donne lo scorso 8 marzo, ma non possiamo e non vogliamo dimenticare una categoria di donne, quelle che hanno subito o che sono a rischio di subire MGF! Ma cosa sono le MGF?
Abbiamo avuto l’onore di conoscere il prof. Aldo Morrone diversi anni fa e in quell’occasione apprendemmo per la prima volta l’acronimo MGF (Mutilazioni Genitali Femminili).
Rimanemmo colpiti allora di questo gravissimo e poco conosciuto problema, così come siamo rimasti colpiti lo scorso 6 febbraio in occasione della XV Giornata mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) tenutosi al Ministero della Salute, alla presenza del signor Ministro, prof. Schillaci.
Indimenticabile il filmato trasmesso da Aldo Morrone dell’asportazione del clitoride in una bimba di appena due anni: continuano a risuonare nelle orecchie di noi partecipanti le grida della piccola così come rimane indimenticabile la visione della piccola manina della bimba che si stringe non essendo stata sottoposta ad alcuna anestesia per la mutilazione.
Ma cos’è la MGF? È un problema locale o globale?
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU (https://unric.org/it/agenda-2030/ e https://unric.org/it/wp-content/uploads/sites/3/2019/11/Agenda-2030-Onu-italia.pdf) è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU con 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) da raggiungere, ciascuno suddiviso in traguardi più piccoli e più mirati.
Sono 17 obiettivi[1] che impegnano gli Stati firmatari a porre fine alla povertà, a lottare contro le disuguaglianze, ad affrontare il cambiamento climatico, a costruire la pace e a far valere i diritti umani.
Nello specifico, l’obiettivo 5 recita “Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze” recita nello specifico nel sottocapitolo 5.3 “Eliminare ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato, il fenomeno delle spose bambine e le Mutilazioni Genitali Femminili”.
Ma conosciamo questo problema? E lo conosciamo noi sanitari? Conosciamo come affrontare i problemi sanitari delle donne straniere che hanno subito le Mutilazioni Genitali Femminili (MGF)? La risposta per tutte le domande è, purtroppo, NO! Ancora tanti siamo “ignoranti” (nel senso che non conosciamo): ciò induce difficoltà nel riconoscerle e, di conseguenza, nel contrastarle.
Queste pratiche “chirurgiche” continuano ad essere praticate in alcuni Paesi dell’Africa subsahariana, e anche, clandestinamente, nel nostro Paese, alle bambine immigrate. È diventata, inoltre, comune negli Stati Uniti data la maggiore immigrazione in questo Paese di individui provenienti da aree in cui la pratica è endemica.
Questa prassi non è prevista da alcuna religione, come ribadito lo scorso 6 febbraio anche dal dottor Nader Akkad, Imam della Grande Moschea di Roma, che ha condannato apertamente questa pratica disumana.
Le MGF sono più note con il termine “infibulazione” che, nello specifico, significa amputazione degli organi genitali femminili effettuata mediante il taglio del clitoride, delle piccole labbra e della porzione superiore delle grandi labbra. La porzione inferiore delle grandi labbra viene poi ricucita, per restringere l’ingresso della vagina.
Questo atto crudele effettuato sulle bambine costituisce una “assicurazione” per il loro matrimonio: è il simbolo della verginità di una donna, senza il quale nessun uomo la sposerebbe. Ma questa mutilazione, oltre a provocare un dolore atroce e inutile alle bambine, è la causa di molte infezioni e complicazioni che vanno dai cheloidi e dalle cisti epidermiche ai neuromi del clitoride e alla formazione di ascessi. Tutto ciò perché viene effettuata dalle donne più anziane con strumenti primitivi (punte di piante al posto di aghi o aghi non sterilizzati, lamette da rasoi, …), perché impedisce una corretta igiene intima e, infine, perché provoca problemi enormi durante il parto, fino ad arrivare alla morte della donna e/o del bambino.
“Dobbiamo riflettere su una pratica da condannare, in maniera assoluta, ma che potrà essere cancellata solo se si consentirà alle donne di poter ricorrere magari ad un’alternativa positiva, ‘gioiosa’, senza dar loro la sensazione di tradire così la propria cultura d’origine”, come ha affermato il professor Morrone.
Una delle alternative alle MGF potrebbe essere l’effettuazione di un rito simbolico alternativo. Ad esempio, il Centro di riferimento dell’Ospedale Careggi di Firenze effettua una forma lievissima di sunna[2]: una puntura d’ago sottile (puntura di spillo) sulla mucosa esterna che ricopre il clitoride dopo breve e temporanea anestesia locale con crema anestetica in modo da far sgorgare poche gocce di sangue.
Il rito simbolico potrebbe diventare una pratica alternativa a quelle lesive delle MGF! L’eradicazione delle MGF richiederà gli sforzi concertati di molte persone, sia all’interno sia all’esterno del settore sanitario e indipendentemente dal raggiungimento dell’Obiettivo 5.3 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU.
Una riflessione conclusiva sull’importanza delle donne: nell’Africa subsahariana le donne, anzi le bambine, vengono sottoposte a MGF per compiacere l’uomo. In Italia, aumentano i femminicidi…al contrario in Iran gli uomini manifestano e si immolano come martiri per difendere la libertà delle donne! Come scrisse Jean d’Ormesson “Che cosa strana è il mondo!”.
Per concludere, come diceva Albert Einstein: “Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che compiono azioni malvagie ma per quelli che osservano senza fare nulla.”
Cogliamo, infine, l’occasione per rinnovare i nostri auguri alle signore e a tutti gli uomini che programmano la loro vita per far star bene le loro donne!
Massimo M. G. di Muzio & Pierenrico Gallenga
NdA: contrariamente agli altri articoli, gli Autori volutamente non hanno voluto inserire altre immagini per rispetto prima delle persone convolte e poi nel rispetto della sensibilità dei lettori.
[1] I 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile:
- Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo;
- Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile;
- Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età;
- Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti;
- Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze;
- Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie;
- Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni;
- Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti;
- Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile;
- Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le nazioni;
- Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili;
- Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo;
- Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico;
- Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile;
- Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre;
- Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile;
- Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile.
[2] La “sunna rituale” è una pratica tradizionale diffusa nella Somalia del nord con lo scopo di sostituire l’infibulazione, rituale tribale non di cui non vi è traccia nel Corano.