SXSW è nota per la sua programmazione diversificata e innovativa, con relatori di spicco, panel, workshop e mostre che illustrano le ultime tendenze e gli sviluppi nei vari settori. Il meeting comprende anche un festival musicale, un festival cinematografico e un festival dei media interattivi, il che attrae un’audience ampia e diversificata.
La conferenza di quest’anno ha avuto uno dei suoi momenti di maggior rilievo quando un team della NASA ha presentato la più recente immagine proveniente dal telescopio spaziale James Webb.
Si tratta di una foto della stella Wolf-Rayet 124, distante 15.000 anni luce dalla Terra. Ciò vuol dire che prima di raggiungere gli strumenti del telescopio spaziale, la radiazione luminosa emessa da Wolf ha viaggiato nello spazio per 15.000 anni. Per rendersi conto di cosa significhi questo in termini umani, basti pensare che è in senso largo l’epoca in cui i nostri antenati trogloditi lascavano traccia di sé nelle pitture delle grotte di Altamira e di Lascaux.
La stella è colta nel mezzo del processo che la trasforma in una supernova. Da un centro geometrico si diramano immense nubi di polvere a temperatura sempre più bassa, man mano che ci si allontana verso l’esterno. Filtrando attraverso i bagliori di fuoco ed i detriti di questa antica esplosione, altre stelle splendono nel buio dello spazio.
L’importanza di tale immagine, al di là delle sue indubbie qualità estetiche, è quella di visualizzare un processo fondamentale per la formazione di pianeti e in ultima analisi della vita stessa.
Secondo quanto teorizzato dall’astronomo Carl Sagan, che nel suo lavoro del 1973 “The Cosmic Connection: An Extraterrestrial Perspective” scrisse la frase siamo fatti di polvere di stelle, è infatti dai frammenti delle supernove che hanno origine gli elementi chimici che ritroviamo nella composizione dei pianeti e di noi stessi. Il ferro nel nostro sangue ed il calcio nelle nostre ossa si sono appunto formati all’interno di una stella esplosa millenni fa e dunque la nostra stessa esistenza dipende da questi immensi eventi cosmici.
L’immagine presentata a SXSW è quindi importante perché ci permette di guardare indietro nel tempo e di vedere oggetti dell’universo lontani da noi nello spazio e soprattutto nel tempo, e costituiscono un album di famiglia che ci descrive le origini, la struttura ed il funzionamento del nostro stesso sistema solare.
Il progetto James Webb Space Telescope è il risultato di due decenni lavoro da parte di alcune decine di paesi riuniti in consorzio. Ha richiesto l’investimento di una notevole quantità di risorse finanziarie e umane, e già nei primi mesi di funzionamento sta pagando dividendi altissimi in termini di conoscenza di ciò che ci circonda. Ci dà un’idea della scala dell’universo, e contribuisce in maniera fondamentale a confermare le teorie sulle nostre stesse origini.