La Transportation Security Administration, l’agenzia governativa statunitense, nata dopo gli eventi dell’11 settembre 2001 e facente parte del Dipartimento della Sicurezza Interna preme sull’acceleratore. L’ente preposto al controllo degli aeroporti e al controllo sulla sicurezza dei passeggeri dei vari mezzi di trasporto negli Stati Uniti sta espandendo un controverso programma di identificazione digitale che utilizza il riconoscimento facciale. L’attività sperimentale è avviata in 25 aeroporti negli Stati Uniti e a Porto Rico.
Se possibili folle da record riempiono gli aeroporti, i passeggeri possono incontrare nuove tecnologie alla linea di sicurezza. Ma TSA e altre divisioni della Homeland Security sono sotto pressione da parte dei legislatori per aggiornare i dispositivi e la loro sicurezza.
Nell’aeroporto di Atlanta, il più trafficato del mondo, il checkpoint della TSA utilizza un sistema di telecamere per il riconoscimento facciale per confrontare in pochi secondi il volto di un passeggero con l’immagine sul suo documento d’identità. Se non c’è una corrispondenza, l’ufficiale della TSA viene avvisato per un’ulteriore revisione.
Il sistema è molto sofisticato e vanta un livello di precisione estremamente accurato, ma non mancano gli scettici. Cinque senatori statunitensi hanno inviato una lettera chiedendo alla TSA di interrompere il programma.
“Non è necessario compromettere la riservatezza biometrica delle persone per garantire la sicurezza fisica negli aeroporti”, ha affermato il senatore Ed Markey.
Sul fronte TSA il suo Direttore Generale David Pekoske ha detto di essere d’accordo con i senatori nel voler proteggere la privacy di ogni passeggero e si è affrettato a replicare di aver serrata intenzione di implementare una tecnologia accurata e precisa e soprattutto che non metta nessuno in condizione di svantaggio.
I sostenitori della privacy sono legittimamente preoccupati per la mancanza di regolamenti che disciplinino in maniera chiara ed inequivocabile un argomento delicato come il riconoscimento facciale. Qualcuno ha addirittura sottolineato una presunta pericolosa tendenza a essere meno precisi con le persone di colore…
Chi ha predisposto l’implementazione di questo sistema di controllo assicura che la maggior parte delle immagini viene eliminata dopo l’uso, ma alcune informazioni vengono crittografate e conservate fino a 24 mesi come parte della revisione continua delle prestazioni della tecnologia.
La spunteranno i cinque parlamentari statunitensi che domandano lo “stop” e chi si batte per i diritti civili, oppure prevarranno gli obiettivi di sicurezza?