Si trova finalmente il pezzo di ricambio che si cerca da tanto tempo per la motina storica che si sta restaurando. Grande gioia. Il fatto che stia a Palermo non fa nulla. Basta farselo spedire. Il pacchetto te lo portano a casa. Giusto?
Sbagliato, se a occuparsi della spedizione è la SDA, del gruppo Posteitaliane.
Riuscire a entrare in possesso del mio pacco è stata una vera e propria odissea.
Il venditore mi informa tramite posta elettronica che, in data 30 maggio 2023, ha provveduto all’invio e mi fa avere il codice di tracciamento così che posso seguire il viaggio del desiderato oggetto.
Una settimana più tardi, il 6 giugno, visto che tutto tace, stanco di aspettare il pacco che non arriva, si decide di entrare in azione.
Codice di spedizione in mano, si va sul sito di SDA. Tutto vero. Alle 12:47 del giorno 30 maggio 2023 il pacco è stato ritirato presso il venditore. Alle 16:05 del giorno 31 maggio parte dal Centro Operativo SDA, si presume da qualche parte vicino a Palermo.
Il giorno successivo, primo giugno, alle 6:58 del mattino è in transito a Milano. Alle 9:03 la filiale SDA Milano ha il pacco in consegna. Alle 11:21 il Centro Operativo SDA Milano registra la mancata consegna per destinatario assente. Il giorno 5 giugno alle 10:48 Milano (non meglio specificato) annota che il pacco non viene consegnato per dati incompleti. Indirizzo errato.
Massiccio assalto di grande dubbio: com’è possibile che il primo giugno il destinatario è assente e quattro giorni dopo l’indirizzo di recapito è sbagliato? Delle due l’una: o hanno mentito il primo, oppure mentono il cinque giugno.
Comunque non è finita. L’ineffabile sito di SDA conclude la cronologia della sventurata spedizione informando lo sfortunato cliente che: “La spedizione è disponibile per il ritiro presso il Centro Operativo SDA in data 05-06-2023 16:27:00”.
Già, ma quale? Se si va a cercare si scopre che a Milano ci sono tre centri SDA. Provare a telefonare è semplicemente impossibile. Non risponde mai nessuno.
Sul sito non c’è nulla. Niente recapiti telefonici, posta elettronica, indirizzo. Nulla. Però, in fondo alla videata, c’è scritto: “Grazie per aver scelto Poste Italiane e i nostri servizi. Distinti Saluti Poste Italiane”.
Gambe in spalla e, in modo molto analogico, si va all’ufficio postale di zona dove l’addetto, dopo avere virtuosamente pigiato tasti, consegna un foglio con la storia della spedizione secondo Posteitaliane.
Fino a che si è in Sicilia, date e ore coincidono. Le cose cambiano in quei di Milano. Il primo giugno, al sistema delle Posteitaliane il pacco risulta al centro di smistamento di Carpiano, periferia di Milano. Incrociando le informazioni del sito SDA con quelle di Posteitaliane se ne deduce che a Carpiano c’è la filiale SDA Milano.
Stesso giorno, primo giugno, ore 11:21. Carpiano registra che il destinatario è assente. Interessante, Carpiano ha cambiato identità: non è più il centro di smistamento di SDA Milano, bensì il Centro Operativo SDA di Milano.
Il 2 giugno il pacco scompare nel nulla per ricomparire il giorno 3, sempre a Carpiano, dalle ore 5:17 alle 5:21. Scompare di nuovo per riapparire il giorno 5 alle 4:20. Alle ore 10:48 il centro di Carpiano registra che l’indirizzo del destinatario è errato/incompleto.
Pregasi notare che il primo giugno il destinatario era assente. 4 giorni dopo invece l’indirizzo è errato. Si ripropone lo stesso dubbio: o hanno mentito prima, o mentono ora.
Il pacco torna a Carpiano. Il giorno 5 giugno alle ore 16:27 inizia il suo tempo di giacenza.
Alle ore 4:47 del giorno 6, così come alle 5:00, l’indirizzo è errato/incompleto.
Il che significa che a distanza di 13 minuti, in orario molto improbabile, chi deve consegnare ha fatto due tentativi. Se ha riscontrato il giorno prima che l’indirizzo è errato/sbagliato perché mai ci riprova due volte il giorno dopo all’alba, non è dato di sapere.
Il giorno dopo, 7 giugno, qualcuno, si spera non sia sempre lo stesso fattorino, registra tentata consegna alle ore 4:19 e ancora alle ore 4:57. Senza successo.
Il centro di Carpiano registra per la quinta volta che l’indirizzo è errato/incompleto.
Servono spiegazioni. Si cerca il modo di contattare Posteitaliane. Si trovano numeri di telefono. Numeri 800 che richiedono linee fisse. Ci sono anche altri numeri, ma a pagamento. Poco male. Il pacco serve. Si compone il numero e si aspetta che qualcuno risponda. Dopo un numero di squilli sufficiente per fare insorgere una crisi isterica e conseguente lancio del cellulare, si manifesta dolce vocina robotizzata e inizia lo strazio delle scelte multiple dopo essere stati informati che, in caso di non risoluzione in automatico del problema, si potrà parlare con operatore umano. Dopo sequenza di esagerata lunghezza di 1, 2 e 3, la vocina chiede se il problema è stato risolto. Si risponde di no e ci si aspetta di sentire un umano. Invece no. Il sistema rimanda all’inizio della sequenza.
Schiumando si attacca e si cerca altro. Si scopre che esiste un numero dedicato a chi telefona dall’estero. Lo si compone. La risposta, sempre automatica, è in inglese. Dopo i soliti avvertimenti minacciosi che la telefonata viene registrata c’è quello, confortante, che risponde un centro in Italia. Viene dichiarata la matricola di chi andrà a rispondere. Quindi una gentile, veramente gentile operatrice -nessun sarcasmo- informa che la mia spedizione è presso l’ufficio postale centrale di Milano a Piazza Cordusio. Un tiro di schioppo dal Duomo. Vado.
Prendo numero di prenotazione: P124. Mezz’ora di attesa. L’addetta allo sportello consulta i potenti sistemi informatici di Posteitaliane e, leggendo lo schermo, mi dice che devo andare al centro smistamento SDA di Carpiano, via Sandro Pertini 17.
Rassegnato, evito di esprimere il mio parere sulla moralità della Mamma del responsabile della logistica di Posteitaliane, torno a casa.
Carpiano è sulla Vigevanese, una trentina di minuti di macchina dal centro di Milano. Va bene, ce ne occupiamo domani. Aprono alle 9:00 dice Google.
Solito traffico milanese. Si arriva nella zona industriale di Carpiano. Il trionfo dei TIR e dei centri di logistica. Si cerca via Pertini. La si trova. Si cerca il 17. Non lo si trova. Si chiede. La risposta è semplicemente magnifica: “La SDA? Eh, è da tempo che non sta più qui. Se deve ritirare un pacco deve andare all’ufficio postale di Carpiano”.
La dolce compagna ne ha già più che abbastanza. Già ieri, all’ufficio postale di Piazza Cordusio, ho visto un lampo omicida nei suoi dolci occhioni. “Lasciamo perdere…” dice con voce gelida. Non è un suggerimento. Trattasi di ordine perentorio.
Resisto e insisto. Non mi arrendo. Si va a Carpiano centro. Si trova l’ufficio postale. Carino, piccino, di quelli costruiti con i moduli prefabbricati in cemento, uguali in tutta Italia. Un solo sportello. L’addetto mi dice che sì, loro consegnano le spedizioni SDA, ma solo per i residenti di Carpiano.
“Lei è residente qui?”. No che non lo sono.
“Allora deve andare al centro smistamento SDA 1 in via Gaudenzio Fantoli 30, al C.A.M.M. di Milano”.
Ringrazio, prendo il cellulare per scoprire dove sia. Momento di sconforto: è dalle parti dell’aeroporto di Linate. Devo fare un pezzo di autostrada, poi prendere la tangenziale. Altra mezz’ora, minimo.
La dolce compagna minaccia di utilizzarmi come attrezzo di allenamento per chi tira di boxe.
La ringrazio per la sua pazienza e si va.
Incredibilmente si trova finalmente la SDA. C’è anche scritto sul cancello. Entro. Una signora mi saluta in modo cordiale e professionale. Anche perché devo sfogarmi, le faccio un breve riassunto di come ho impiegato almeno quattro ore per arrivare alla loro sede. Concludo dandole il codice di spedizione del mio pacco.
Consulta il suo terminale e mi dice che sono fortunato (Sic). Il pacco è già in partenza per essere restituito al mittente, ma è proprio lì da loro. Fortuna (Sic) che non è all’altro centro di smistamento SDA di Milano, dalle parti di Vimodrone (altra mezz’ora di macchina).
Mi spiega che il centro di Carpiano è stato chiuso da tempo, ma gli applicativi di Posteitaliane non l’hanno ancora registrato. A loro risulta vivo e vegeto.
Faccio gentilmente notare che SDA si impegna a tenere in giacenza una spedizione “Poste Delivery Standard” per 10 giorni lavorativi. Infatti, sul loro sito si può leggere che: “Il periodo di giacenza dura 10 giorni lavorativi secondo i termini indicati sull’avviso di mancata consegna. In caso di mancata consegna al destinatario, al termine della giacenza gli invii saranno restituiti senza oneri aggiuntivi al mittente che non abbia richiesto l’abbandono della spedizione”.
“Come mai il pacco è già pronto per essere restituito? Di certo non sono passati dieci giorni…”.
Non ricevo risposta.
Il pacco viene recuperato. Vederlo mi commuove. Non è questa la volta che la gentile compagna chiederà il divorzio con addebito.
Controllo l’etichetta di spedizione. L’indirizzo è proprio quello giusto. Altro che indirizzo errato/sbagliato.
Breve verifica e si scopre che chi ha l’appalto per quella zona di Milano utilizza autisti di varie nazionalità che non sanno ancora usare bene un navigatore. Digitano solo un paio di lettere dell’indirizzo e capita che vadano da tutta un’altra parte. Pare che non siano in grado di confrontare l’indirizzo trovato sul navigatore da quello scritto sull’etichetta. Poi raccontano balle.
Percepisco un leggero tono razzista nel commento. Comunque non sono l’unico cliente insoddisfatto. La cosa non mi consola.
Qui finisce la triste storia da cui si è appreso, in via sperimentale, che chi si è occupato e si occupa del sistema informatico relativo è un/una incompetente che non ha mai, dico mai, speso un paio di ore per capire come opera il ritiro e consegna di un pacco. Non si è mai preoccupato/a di utilizzare gli applicativi disponibili ai clienti per verificare che svolgano il loro dovere. Non i clienti, gli applicativi.
Non è e non è stato/a in grado di allineare i due sistemi informatici, quello di SDA e quello di Posteitaliane, né tanto meno di tenerli aggiornati.
Non licenziatelo/a in tronco. Lui/lei e chi altri ha responsabilità sul tema. Fate loro trovare una spedizione smarrita. Se non ci riescono, non licenziateli, chiedete loro i danni che provocano.
Morale della storia.
Se dovete spedire o farvi mandare un pacco, se non volete farvi il sangue molto amaro, se non volete perdere tempo sempre prezioso, NON usate SDA. Non è più quella di una volta. Non è colpa loro. La loro logistica è fuori controllo da quando la proprietà è di Posteitaliane.
Già, Posteitaliane… Si comportano da dilettanti, oppure semplicemente non investono il dovuto.
Alla fine della fiera chi ci rimette siamo sempre noi.