Roma piange un bimbo di 5 anni e prega per la sua sorellina e per la mamma, tutti colpevoli di trovarsi sulla traiettoria di un gigantesco SUV della Lamborghini impegnato in una competizione indetta da un canale Youtube.
Mentre l’attenzione collettiva era concentrata sulle faraoniche esequie di Berlusconi, non poteva certo trovare spazio il dramma di Manuel Proietti e della sua famiglia.
Cinque ventenni (quattro ragazzi e una ragazza) hanno noleggiato un potentissimo mostro della strada per restare 50 ore consecutive in auto e dare prova della loro “resistenza”. Quest’ultima è stata comprovata dal fatto che sono usciti illesi dallo schianto con cui hanno sventrato una Smart, facendo un morto e due persone in fin di vita.
Non so se esiste un punteggio per le vittime totalizzate in questo genere di “challenge” ovvero le sfide lanciate sui social network per ottenere visualizzazioni, like, condivisioni, apprezzamenti e commenti indispensabili per costruire la propria reputazione online. E’ la generazione degli “influencer”, pronta a qualunque idiozia pur di apparire.
La “performance” mortale rientra nella categoria “vivo 50h in auto” offerta su YouTube dal canale “The Borderline” dove è visibile una abbondante serie di filmati tra cui una precedente prestazione a bordo di una Fiat 500 più o meno un anno fa che ha totalizzato oltre 3 milioni di visualizzazioni e più di 113mila “like” e che presenta al suo interno persino il logo – a scopo pubblicitario – di tale “Cafè Roma, dal 1939” e la vettura marcata #Skylimit, l’agenzia di noleggio che compare anche come location di altre “gare”.
Chi vuole vedere questi fenomeni dell’asfalto non deve fare altro che cliccare sui link presenti in questo editoriale. In mezzo ai giovani super-eroi immortalati nei video probabilmente c’è anche qualcuno dei protagonisti del terrificante incidente del 14 giugno, visto che il quotidiano RomaToday dice che tra i cinque c’era il fondatore del canale YouTube in questione.
La dinamica dell’accaduto non sarà difficile da ricostruire perché le forze di polizia hanno sequestrato i telefonini di chi stava sul SUV e che quasi certamente hanno ripreso tutti i momenti salienti della bravata e – chissà – la sequenza della collisione.
Si predicano la sicurezza stradale e la pericolosità dei social, dedicando “giornate nazionali” e facendo chiacchiere destinate ad essere dimenticate appena si spengono i riflettori.
Si crede di fare sicurezza con gli autovelox e tutela dell’ambiente con ZTL ciclopiche, ma nessuna pensa mai all’educazione e alla prevenzione.
Se, forse mancando cultura e cognizione, non si sa da che parte cominciare, probabilmente è sufficiente dare un’occhiata a quel che candidamente è disponibile su Internet, individuando e identificando chi ha orgogliosamente mostrato il proprio volto nelle diverse esibizioni. Leggendo i commenti o conteggiando i pollici alzati in segno di approvazione si può avere in un attimo il polso della situazione.
Perché il sindaco Gualtieri, invece di perseguitare i pendolari che non si possono permettere una Lamborghini a noleggio e raggiungono Roma su una vecchia vettura su cui hanno montato l’impianto a gas, non manda i vigili urbani a cercare chi ha noleggiato quel SUV a ragazzini che non avevano i requisiti per guidarlo? Si può pensare ad un incauto affidamento? L’assicurazione, visto che il conducente non poteva guidare un veicolo il cui rapporto peso-potenza va oltre i limiti consentiti a chi ha la patente da poco tempo, pagherà?
YouTube è giusto che si tramuti in gogna. Si faccia girare questo articolo e si invitino amici e parenti a guardare i videoclip. Si tiri fuori la testa dalla sabbia e si cominci ad additare chi sbaglia. Altro che influencer…