Da quando è scattata l’invasione russa in Ucraina si è levato il coro che intonava “ma cosa aspettano a far fuori Putin”, mantra che ognuno recitava a modo suo ma che sostanzialmente auspicava la destituzione dell’odierno Zar o addirittura la sua eliminazione fisica.
Gli strateghi da osteria ricordavano o semplicemente immaginavano “soluzioni pratiche” per mano di sicari armati dall’intelligence occidentale. Proprio mentre l’ipotetico ritornello “non ci sono più gli agenti segreti di una volta” stava sfumando nella delusione di chi si aspettava un colpo di scena, ecco la sorpresa.
Dopo un lungo periodo di manifestazioni di dissenso (evidente segnale dell’aggancio del protagonista da parte di sempre più convincenti interlocutori), il comandante del famigerato Gruppo Wagner ha deciso (o è stato persuaso) di incitare i russi a ribellarsi contro i vertici della Difesa e soprattutto a contrastare il Cremlino e il suo padrone di casa.
Evgenij Viktorovič Prigožin, già venditore di hot dog e poi imprenditore a capo di una catena di negozi di generi alimentari a San Pietroburgo, ha creato il reparto di mercenari tenendo ben presente il suo spirito commerciale. La sua spiccata passione per il denaro lo ha visto cimentarsi anche nella creazione dei primi casinò di quella che era stata Pietrogrado e poi Leningrado.
Considerata la difficoltà di colpire direttamente Vladimir Putin, in qualche ufficio di Langley si è capito che la soluzione poteva essere l’ “acquisto” della guarnigione che aveva seminato il panico in Ucraina e che probabilmente (molto probabilmente) poteva essere indirizzata alla conquista di Mosca.
Nei corridoi della CIA (o in chissà quale altra entità governativa a stelle e strisce) è risuonata la domanda che John Belushi – nei panni di Jake “Joliet” Blues – formula al distinto vicino di tavolo: “Quanto vuoi per tue donne? Io compra tua bambina…” e l’ispirazione ha folgorato chi poteva assumere decisioni importanti in proposito.
Stavolta non siamo nel ristorante “chez Paul” e non c’è da costringere “Fabulous” a tornare a suonare con “la banda”, ma è in gioco il futuro del pianeta…
L’evolvere della situazione e la reazione inferocita dello “Zar” lasciano intendere che Prigožin, al pari di Gigi Sabani o Iva Zanicchi in una fortunata stagione televisiva, abbia esclamato “OK, il prezzo è giusto!” scompigliando il già confuso scenario del conflitto.
In fondo, e nemmeno tanto in fondo, la “Wagner” è una combriccola di mercenari e quindi non può stupire un tanto brutale cambio di fronte. E’ gente che combatte per denaro e quindi è ovvio che certe valutazioni di carattere finanziario possono fluidificare mutamenti di opinione e modificare in modo sostanziale l’agenda degli impegni…
Deve sbalordire il non averci pensato prima, ma il business delle armi e della ricostruzione non era giusto naufragasse anzitempo.