Occorre una premessa. Per quanto sintetica, non sarà breve.
C’è una roba, molto maltrattata, che si chiama Scienza. Quella con la S maiuscola. Inutile essere originali per inventare un’accettabile definizione. Si fa prima a ricorrere a Wikipedia:
“La scienza è un sistema di conoscenze ottenute attraverso un’attività di ricerca prevalentemente organizzata con procedimenti metodici e rigorosi, coniugando la sperimentazione con ragionamenti logici condotti a partire da un insieme di assiomi, tipici delle discipline formali. …
… Il suo obiettivo è di pervenire a una descrizione verosimile, con carattere predittivo, della realtà e delle leggi che regolano l’apparenza dei fenomeni. Le discipline scientifiche possono essere suddivise in due categorie:
- le scienze empiriche, che sono suddivise in scienze naturali (fisica, chimica, biologia, geologia, astronomia) e scienze sociali che studiano la natura a partire da osservazioni empiriche (sociologia, antropologia, storia, scienze politiche, economia, geopolitica, psicologia, pedagogia, ecc.)
- e le scienze applicate, tra cui ad esempio ingegneria e medicina, che si servono dei risultati delle prime due per fare progredire la tecnologia e l’industria sviluppando nuovi prodotti e servizi. …
… Vengono detti scienziati tutti coloro che si dedicano alla ricerca di nuove conoscenze utilizzando metodi scientifici. La scienza moderna si sviluppa in modo particolare a partire dalla rivoluzione scientifica del XVI secolo con l’accumulo di conoscenze nei più svariati ambiti del sapere. La storia della scienza ne descrive lo sviluppo nel tempo.”
Ottimo e abbondante. L’affermazione da sottolineare è quella che recita: “sistema di conoscenze ottenute attraverso un’attività di ricerca prevalentemente organizzata con procedimenti metodici e rigorosi, coniugando la sperimentazione con ragionamenti logici”.
Poi c’è il Giornalismo. Quello con la G maiuscola. Si ringrazia ancora Wikipedia per l’aiuto:
“Il giornalismo è l’insieme delle attività e delle tecniche volte a reperire, diffondere e commentare notizie tramite ogni mezzo di pubblicazione. “
Le notizie devono soddisfare i criteri di “notiziabilità” che, a loro volta, soddisfano i cosiddetti “valori notizia”. I valori notizia operano in maniera complementare, in combinazione fra loro e derivano da considerazioni che riguardano il contenuto delle notizie, il prodotto editoriale, il mezzo di comunicazione, la concorrenza e il pubblico. Lista non esaustiva.
Da citare anche l’importanza, nel giornalismo, delle “fonti”. Possono essere persone, istituzioni o documenti in grado di fornire informazioni sui fatti e fenomeni che hanno carattere di notiziabilità. Il giornalista se ne avvale quando non è testimone diretto di un evento. La fonte, considerata l’importanza che riveste ai fini della veridicità della notizia, deve sempre essere citata nell’articolo. Più la fonte è autorevole, maggiore è la garanzia della veridicità dell’informazione.
Le fonti si distinguono tra fonti dirette o testimoniali (i protagonisti di un evento o le persone che vi hanno assistito) e fonti indirette (agenzie di stampa, giornali concorrenti, giornali stranieri, testate online, …). Devono essere fonti credibili, professionali, perché la veridicità delle informazioni è il cuore della responsabilità del giornalista.
Poi ci sono scienza e giornalismo. Nessuna maiuscola in questo caso. Nulla di quanto sopra esposto si applica a esse.
La scienza con la s minuscola, che poi è banale pseudoscienza, fa leva su superstizione, fanatismo o semplice stupidità, alimentando schiere di terrapiattisti, negazionisti, astrologi, fedeli dei numeri in ritardo al lotto. Il trucco è sempre lo stesso. Si parte da un’evidenza scientifica, la si nega o si inventa interpretazione più o meno fantasiosa e si sfida la comunità scientifica a dimostrare che l’affermazione è falsa. Essendo costruita sul nulla, niente può dimostrarne la falsità.
Il giornalismo con la g minuscola è quello dove trionfa la notizia parziale o interpretata. Meglio se le conseguenze di questa pseudo- o para-notizia sono catastrofiche. Di solito non viene fornita scadenza temporale. Accadrà. Quando non si sa, ma accadrà. Spesso si ha a che fare con qualcosa di invisibile, ma presente ovunque, causato da tutto e da tutti e da nessuno in particolare. Sempre sicuramente nocivo.
Quando pseudoscienza e pseudogiornalismo si incontrano allora si fa gran spettacolo: le catastrofi prossime venture.
Qualche esempio del recente passato: il clorofluorocarburi e il buco dell’ozono spacciato per foro, anidride carbonica ed effetto di serra, senza però menzionare le conseguenze dell’aumento della concentrazione in atmosfera del metano, i supervulcani che si risvegliano, gli asteroidi di passaggio che decidono di fermarsi, in modo violento, sulla Terra.
Oggi va alla grande il cambiamento climatico. Mari che salgono, isole che affogano, deserti che rinverdiscono e praterie desertificate, “bombe” d’acqua (NB: Non esistono!! Si chiamano nubifragi, ma un giornalista, g piccola, sicuramente italiano, ha deciso altrimenti. Probabilmente è andato a cercare su Google e ha trovato Water Bomb, palloncino pieno d’acqua, che in italiano si traduce con “gavettone”…).
Da non dimenticare i ghiacciai che scompaiono, l’Antartide che si sta sciogliendo.
Peccato che non sia vero.
Torniamo nel mondo della Scienza, S maiuscola per parlare dell’articolo di Andreasen, J. R., Hogg, A. E., and Selley, H. L dal titolo “Change in Antarctic ice shelf area from 2009 to 2019, pubblicato da “The Cryosphere”, 17, 2059–2072; https://doi.org/10.5194/tc-17-2059-2023, 2023.
Ricevuto il 12 Ott 2022 – Inizio valutazione: 01 Nov 2022 – Rivisto il 10 Mar 2023 – Accettato l’08 Apr 2023 – Pubblicato il 16 Maggio 2023.
Per l’attendibilità della notizia e la verifica delle fonti siamo a posto.
Chi ha curiosità scientifiche e vuole conoscere i dettagli può andare a leggerselo. Viene descritta la modalità con cui si sono raccolti, analizzati e sintetizzati i dati relativi ai ghiacci dell’Antartide, sia delle piattaforme, sia della calotta di ghiaccio, nonché le informazioni relative ai metodi adottati.
Le piattaforme di ghiaccio sono spesse masse di ghiaccio e si formano dove un ghiacciaio o una calotta di ghiaccio, giunti in corrispondenza della costa, si spingono sulla superficie dell’oceano: si trovano esclusivamente in Canada, Groenlandia e nell’Antartide. Ci deve essere un continente su cui appoggiarsi. L’artico è solo ghiaccio. L’antartide no. Sono vaste piattaforme galleggianti e forniscono un supporto di rinforzo alla calotta glaciale, stabilizzando il flusso di ghiaccio a terra e il suo contributo al livello globale del mare.
Negli ultimi 50 anni le osservazioni satellitari hanno mostrato che le piattaforme di ghiaccio crollano, si assottigliano e si ritirano. Tuttavia, sono osservazioni locali. Ci sono poche misurazioni del cambiamento in tutta l’Antartide nell’area della piattaforma di ghiaccio.
Per colmare questa lacuna, gli autori hanno utilizzato i dati del satellite MODIS (Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer) per misurare il cambiamento, dal 2009 al 2019, nella posizione e nell’area del fronte della piattaforma di ghiaccio su 34 piattaforme in Antartide.
I risultati sono molto interessanti. Per alcuni versi sorprendenti. Nell’ultimo decennio la riduzione dell’area nella penisola antartica (6693 km2) e nell’Antartide occidentale (5563 km2) è stata ampiamente compensata dalla crescita dell’area nell’Antartide orientale (3532 km2) e dalle grandi piattaforme di ghiaccio di Ross e Ronne-Filchner (14 028 km2).
Il più grande ritiro è stato osservato sulla piattaforma di ghiaccio Larsen C, dove 5917 km2 di ghiaccio sono stati persi durante un evento di distacco nel 2017.
Il più grande aumento dell’area è stato osservato sulla piattaforma di ghiaccio di Ronne nell’Antartide orientale, dove un graduale avanzamento nell’ultimo decennio (535 km2 yr−1) ha portato a un aumento dell’area di 5889 km2 dal 2009 al 2019.
Complessivamente, l’area della piattaforma di ghiaccio antartica è cresciuta di 5305 km2 dal 2009, con 18 piattaforme di ghiaccio in riduzione e 16 in crescita.
Le osservazioni presentate nell’articolo mostrano che le piattaforme di ghiaccio antartiche hanno guadagnato 661 Gt di massa di ghiaccio nel decennio considerato dallo studio.
Come sarebbe a dire? L’Antartide si sta sciogliendo, lo dicono tutti! Il cambiamento climatico è innegabile, la terra sta riscaldandosi, i ghiacciai di sciolgono sempre di più.
Com’è possibile che nel periodo 2009-2019 il ghiaccio dell’Antartide è aumentato di 661 gigatonnellate, ovvero 661 seguito da 13 zero chilogrammi: 661 milioni di milioni.
La risposta è semplice. Chi afferma che il ghiaccio si riduce, guarda solo a una parte dell’Antartide, quella che gli fa comodo e solo negli anni che confermano la tesi che si vuole sostenere.
Se si guarda all’intera Antartide, su un periodo sufficientemente lungo di tempo, i risultati sono totalmente differenti, Anzi, opposti.
Se si osserva la mappa sopra riportata è facile dedurre come sono andate le cose. In rosso le aree in riduzione. In blu quelle in crescita.
Con l’eccezione delle aree Baudouin, Totten e Merz, la riduzione viene registrata nel quadrante compreso fra i -30 °W e i -150 °W. Se ci si limita a tale zona, scegliendo gli anni di osservazione, i ghiacci sono in diminuzione. Affermarlo non è raccontare balle e di certo si fa notizia. Come accennato, quanto più la notizia è foriera di catastrofe, tanto più ha valore per chi bazzica la scienza e il giornalismo con la minuscola.
Non si raccontano balle, ma nemmeno la verità. O meglio, si racconta una verità parziale. Per definizione, se parziale non è verità. In sintesi, in Antartide il ghiaccio aumenta.
Diversa la storia dell’Artide. Guardando al mese di maggio, nel 1980 la media mensile dell’estensione dei ghiacci marini era pari a 13,8 milioni di chilometri quadrati; nel 2023 il valore è sceso a 12,5 circa (Dati NSIDC – National Sea Ice News & Analysis). Una riduzione del 2,4 per cento per decade.
Da tenere presente che le due regioni non sono confrontabili. L’Artide è una zona di ghiaccio circondata dal mare, l’Antartide è un continente circondato dal ghiaccio.
Insomma, state attenti. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Qualunque notizia vi capiti di leggere, se è di vostro interesse, approfondite. Verificate con quale Scienza e Giornalismo avete a che fare: con la maiuscola o con la minuscola. Cercate le fonti, incrociate i dati. Leggete le diverse opinioni per costruire la vostra.
I grandi proclami hanno vita breve. Le grandi certezze sono quasi sempre grandi sciocchezze.
Come dite? Volete sapere se il clima sta cambiando?
L’unica risposta onesta che si possa dare è che è in cambiamento continuo. Abbiamo a che fare con un sistema altamente complesso e non lineare, di cui abbiamo comprensione molto limitata.
Sta cambiando in modo più rapido che in passato?
Di che passato si sta parlando? Dieci anni fa? Diecimila anni fa? Milioni di anni fa?
Non lo sappiamo, perché non abbiamo dati sufficienti per fare qualsivoglia affermazione.
Cambia per colpa nostra, di noi umani?
Di certo non è una buona idea continuare a usare le risorse -tutte comunque limitate- del nostro pianeta in modo inefficiente e inefficace.
Non sappiamo che effetto e conseguenze hanno le nostre attività. Il principio di prudenza dice che quando non si sa, meglio non fare.
Cercare di cambiare noi il clima è una stupidaggine assoluta. Non ne sappiamo abbastanza, non sappiamo come, non sappiamo cosa potrebbe accadere.
Invece occorre attrezzarci per gestire il cambiamento, se ci sarà.
Siamo in grado di farlo, sempre che si abbia l’umiltà e l’accordo per farlo.
Molto improbabile…