Il processo di transizione alle energie rinnovabili sta rivoluzionando il panorama energetico globale, ma il suo impatto va oltre il mero settore ambientale ed economico; siffatto processo sta ridefinendo gli equilibri delle relazioni internazionali, poiché comporta il ridimensionamento dei Paesi produttori di carbone, petrolio e gas naturale. Mentre alcuni di essi dovranno affrontare sfide socio-politiche derivanti dal declino dei modelli di rentier state insostenibili, altri avranno l’opportunità di agganciarsi alla produzione di minerali essenziali per la transizione energetica.
Uno sguardo alle risorse necessarie per la rivoluzione industriale, legata alla transizione energetica, preannuncia l’importanza dei Paesi che influenzeranno il mercato delle materie prime: la Repubblica Democratica del Congo si distingue come detentrice del 50% delle riserve globali di cobalto, mentre l’Australia rappresenta il 20% di queste riserve. Altri Stati come Cuba, Zambia, Filippine, Russia, Canada, Madagascar e Cina, detengono circa il 25% delle riserve residue di cobalto. Situazione simile si riscontra per il litio, con il Cile che detiene il 45% delle riserve globali, seguito da Australia e da Argentina, Cina, Stati Uniti e Zimbabwe. Per la grafite, Turchia, Cina e Brasile controllano il 60% delle riserve, mentre per le terre rare la Cina è in testa con il 35% delle riserve globali, seguita da Brasile e Russia.
Nonostante la crescente domanda di risorse minerali, i Paesi produttori sono relativamente pochi. La produzione globale di cobalto vede la Repubblica Democratica del Congo al primo posto con il 70% della produzione mondiale, seguita da Russia e Australia con meno del 10% ciascuno. Per la grafite, la Cina domina con il 70% della produzione globale, seguita da Brasile, Madagascar, Mozambico, India, Russia e Turchia. La Cina detiene anche il 60% delle riserve globali di terre rare, seguita dagli Stati Uniti e dall’Australia. Per quanto riguarda il litio, l’Australia ha prodotto oltre il 50% di quello estratto a livello globale, con Cile e Cina che contribuiscono significativamente.
Dunque la distribuzione geografica delle risorse minerali essenziali per la transizione energetica sta influenzando l’architettura delle relazioni internazionali. Paesi come la Repubblica Democratica del Congo, l’Australia e la Cina stanno assumendo ruoli di primo piano nella fornitura di queste risorse. Questo riassetto geopolitico potrebbe comportare una maggiore dipendenza da parte di alcune Nazioni verso altre, avendo conseguenze significative sul piano politico ed economico. La dipendenza da determinati Paesi per le risorse chiave potrebbe, conseguentemente, creare dinamiche di potere e influenzare i rapporti sovranazionali.
Considerando ad esempio la Repubblica Democratica del Congo, con le sue vaste riserve di cobalto, questa Nazione potrebbe acquisire un ruolo di grande rilevanza nel mercato globale che potrebbe comportare un aumento del potere politico ed economico del Paese ed influenzare le dinamiche regionali ed internazionali. Allo stesso modo l’Australia, con la sua produzione di litio e grafite, potrebbe godere di un vantaggio strategico nel settore delle energie rinnovabili.
D’altra parte, Paesi che dipendono fortemente dalle fonti combustibili fossili potrebbero dover affrontare una riorganizzazione economica e politica significativa; l’abbandono progressivo di queste risorse potrebbe infatti comportare il declino di Nazioni che hanno basato la propria economia sulla produzione e l’esportazione di petrolio, gas naturale o carbone, costringendole ad affrontare sfide socio-economiche per cercare di diversificare le proprie economie.
Una conseguenza di tutto ciò è rappresentata dal fatto che il controllo delle materie prime è diventato, nel corso degli anni, un elemento centrale delle strategie geopolitiche. Paesi che hanno accesso a riserve significative di cobalto, litio, grafite e terre rare hanno cercato di sfruttare questa posizione per influenzare il mercato tecnologico globale, per promuovere la propria economia e per accrescere il proprio potere politico.
Dunque, per concludere, la transizione alle energie rinnovabili sta cambiando profondamente non solo il panorama energetico globale, ma anche le dinamiche geopolitiche delle Nazioni. La distribuzione geografica delle risorse minerali essenziali per questa transizione sta ridefinendo gli equilibri di potere influenzando le relazioni internazionali; è fondamentale che i Paesi collaborino ed interagiscano per garantire un accesso equo e sostenibile a queste risorse, promuovendo la cooperazione internazionale, mitigando il rischio di tensioni geopolitiche.