La scorsa settimana i quotidiani ci hanno comunicato che, molto alla chetichella, i capigruppo della Camera si sono aumentati, con delibera, lo stipendio mensile, si sottolinea mensile, di miseri milleduecento euro. L’aumento, ai fini del bilancio stato, è a saldo zero in quanto le somme verranno detratte dalle spese di funzionamento dei gruppi parlamentari. Come è stato sottolineato: “con questa delibera viene riconosciuta l’importanza del ruolo e delle attività dei presidenti dei gruppi parlamentari”. Ogni commento è superfluo.
Fortunatamente il cittadino non dovrà esborsare un centesimo ma il punto è ben altro. Gli stipendi, le prebende, i rimborsi ed i vari benefit dei parlamentari non sono certo poca cosa, senza elencare le numerose agevolazioni, per i costi irrisori dei servizi, di elevato livello, che vengono offerti nel Palazzo.
In un momento in cui si pubblicizza come un risultato storico l’assegnazione alle famiglie a basso reddito della favolosa cifra di meno di quattrocento euro (carta da utilizzare per la spesa) al mese e si boicotta il salario minimo orario della folle cifra di nove euro c’è da porsi qualche domanda. Dove sono finite l’etica, la morale, la solidarietà ed altri valori? Con quale coraggio ci si aumenta lo stipendio mensile per un importo pari a quello medio di un italiano al quale si promette lo strabiliante aumento sino a cento euro?
Non si parla di ulteriori costi per lo Stato. Quand’anche vi fossero sarebbero cifre risibili in termini di bilancio, Ma, si ribadisce, è immorale l’aumento anche di un solo euro mentre l’italiano medio si vede giornalmente ridurre le capacità di spesa. E non parliamo dei condoni fiscali ammantati da “accordi”. Vergognoso che solo (o quasi) i redditi fissi contribuiscano mentre l’evasione impera e viene eletta a valore.