Il Paese è in grande forma. Lo dimostra il fatto che – sull’orlo del precipizio economico e sociale – gli italiani trovano modo di dimenticare i problemi che li assillano per scatenare le residue energie in rivitalizzanti polemiche che permetteranno di affrontare l’inverno con rinnovata tonicità.
Il merito di questa endemica vitalità va ad un signore in divisa che – trasferito a suo tempo in un incarico non operativo – ha sconfitto la noia riempiendo 370 pagine non (come molti credono) con la quintessenza dei discorsi popolari che echeggiano al bar, sotto l’ombrellone, alla fermata dell’autobus che non passa, ma con temi nuovi su cui mai nessuno aveva pensato di discutere.
L’autore de “Il mondo al contrario” – che ha incenerito le classifiche di vendita online – ha dottamente elencato una serie di questioni totalmente inedite che la popolazione (secondo lui inebetita dal “pensiero unico” e, a mutuare le sue espressioni, dalla lobby gay che guida il giornalismo dalle nostre parti) non aveva mai pensato di prendere in considerazione.
Purtroppo, i soliti, inevitabili e penalizzanti errori di stampa hanno fuorviato i commenti di chi ha letto stralci della sua opera. Il caso più clamoroso è la saggia rivendicazione del diritto per ogni connazionale di fruire di periodi di vacanza al mare per le salutari riverberazioni.
Il “diritto allo iodio”, che probabilmente un refuso tipografico ha privato della “i” iniziale, è stato terribilmente frainteso dai più distratti che non hanno esitato ad irritarsi e a sbraitare contro chi aveva mire ben differenti da quelle attribuitegli.
Nessuna intolleranza nelle parole di un così fedele servitore dello Stato, ma invece lo slancio di generosità assistenziale a favore di chi – proprio in questo difficile momento storico – non può permettersi il lusso di trascorrere qualche giornata in spiaggia.
Riconoscendo la valenza di un periodo di attività fisica e ludica per le future generazioni (anche se “somaticamente incompatibili” con un auspicato modello autarchico), il milite glorioso ha – in modo sottile e percettibile solo dai lettori più arguti – rispolverato l’idea di ripristinare le colonie estive che avevano conosciuto un’epoca di fasti “quando c’era lui” (non lui l’autore, quell’altro…).
Dinanzi ad un invito alla politica di concentrare sforzi e risorse su questo fronte, la macchina dei mass-media omosessuali (giornali che convivono con giornali, TG che copulano con altri TG…) non ha esitato a scagliarsi contro chi faceva della solidarietà verso i meno abbienti la sua bandiera.
Il “diritto allo iodio” è un segnale importante in una Nazione che potrebbe finalmente spiegare che il “colonialismo” non è affatto una brutta cosa come certi libri di scuola hanno inculcato in chi a Ferragosto aveva il pullover di cachemire a Capalbio e – giustamente – grondava di sudore…