Era una bella serata d’agosto, avevamo vent’anni e decidemmo di andare a ballare.
Era il 26 di agosto, eravamo tornati da viaggi e vacanze ma ancora avevamo voglia di uscire, di ballare, di vivere.
A Focene, una spiaggia di Fiumicino accanto a Roma c’era una festa in spiaggia e decidemmo di andare. La voglia di mare a vent’anni non passa mai.
Prendemmo una macchina, uno di noi aveva un esame dopo pochi giorni e si offrì di non bere e guidare. Il suo prezzo? Saremmo dovuti tornare molto presto a Roma.
Decidemmo di anticipare tutto, ci portammo i costumi. Ricordo ancora chiaramente il pallone sulla spiaggia, la pizza mangiata in piedi e il calar della sera sul mare. Ma si sa, quando hai vent’anni la vita è in technicolor e tutto è speciale.
Arrivammo alla festa, il fresco della sera, la birra ghiacciata, la musica reggae a scaldare i giovani corpi che ballavano sulla battigia. Non eravamo più allo stabilimento Buena Onda, per quella sera eravamo a Kingston.
Ce ne siamo andati prima di quanto avremmo voluto, felici e spensierati come solo a vent’anni si può.
Il giorno dopo venimmo a sapere che c’era stato un agguato fascista alla festa. Verso le 5 del mattino due balordi, ambedue armati di coltello, erano arrivati colpendo tre persone a caso: due ragazzi e una ragazza.
Si tratta di due balordi di diciannove e sedici anni all’epoca dei fatti: tale Vittorio Emiliani, figlio di un Carabiniere e nativo di Focene, ed un certo Gioacchino Amoroso, ancora minorenne, originario di Nola.
Un ragazzo che era stato aggredito muore in ospedale per le ferite riportate poche ore dopo l’aggressione.
Si chiamava Renato Biagetti, si era appena laureato in ingegneria, frequentava il L.O.A. Acrobax – un centro sociale di Roma – e questa era la sua “colpa” per cui ha pagato con la vita. Non ha conosciuto i suoi trent’anni. Le sue ultime parole sono state a un tutore dell’ordine per dare la sua testimonianza dei fatti. Nonostante ciò, i suoi aggressori sono rimasti latitanti per giorni.
La stampa ha provato a far passare il suo omicidio violento e premeditato per una mera “rissa tra balordi”. Il vile Emiliani se l’è cavata patteggiando una condanna a 15 anni di reclusione per omicidio volontario, dopo che con il suo compare ed una complice aveva cercato di darsi alla latitanza a Santo Domingo.
Era il 27 agosto del 2006. Otto coltellate vibrate con una violenza tale che l’elsa del pugnale lascia un’ecchimosi recidono una giovane vita. Nessuno ridarà la vita a Biagetti. Vita che gli è stata strappata dalla violenza fascista.
Il caso di Renato Biagetti è estremamente tragico ma rappresenta solo uno degli episodi di violenza fascista, che spesso vengono rubricati come risse o simili. Dopo la morte del Biagetti è stato creato un dossier che documenta 134 casi di aggressioni a sfondo razzista, omofobo e fascista avvenute a Roma e nel Lazio solo nel periodo tra il 2004 e l’estate del 2006.
…Ciao Renà.