Gli aeroporti britannici in tilt, i voli cancellati e i viaggiatori esasperati vengono liquidati con un presunto guasto tecnico ad un radar dello scalo di Heathrow o con altri problemi dei sistemi di controllo degli spazi aerei. Tutto come se non ci fosse nulla di strano, tanto meno di eccezionale.
Nel frattempo saltano fuori altre occasioni per riflettere sulla fragilità del nostro orizzonte tecnologico, lontani magari dell’entusiasmo di chi crede che con una manciata di “app” le cose possano andare benissimo.
La storia di oggi ha dell’incredibile e merita di essere letta con attenzione soprattutto se si considerano le “premure” che il Cremlino ha manifestato verso la Polonia negli ultimi tempi.
Venerdì e sabato scorsi – ovviamente nessuno ne ha parlato – le ferrovie polacche sono state fermate da un semplice attacco mandato a segno con segnali radio. I treni sono rimasti inchiodati ai binari della stazione mentre – secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa PAP – in sottofondo si sentiva suonare l’inno nazionale russo.
La vicenda, drammaticamente vera, è a dir poco inquietante.
Qualcuno è riuscito a violare i sistemi di comunicazioni delle ferrovie polacche, bloccando oltre 20 treni passeggeri e merci e la matrice russa non sarebbe solo riconducibile alla bizzarra diffusione dagli altoparlanti delle stazioni e dei vagoni di musica inconfondibile e della voce di Vladimir Putin in uno stralcio di suoi discorsi ufficiali. La vulnerabilità della rete radio delle ferrovie è stata risolta in poche ore, ma anche se la situazione è rientrata nella normalità l’accaduto non ci fa ridere affatto a dispetto dei suoi ingredienti bizzarri.
La scelta dei pirati hi-tech è tutt’altro che casuale. La Polonia è un importante snodo logistico per recapitare le armi fornite all’Ucraina dai Paesi occidentali e questo ha sempre spinto Russia e Bielorussia ad innescare in quell’area pesanti dinamiche di interferenza.
Secondo quel che è dato sapere, i servizi ferroviari sono stati ripristinati nel giro di poche ore e le Ferrovie dello Stato polacche hanno affermato in una dichiarazione che “non esiste alcuna minaccia per i passeggeri ferroviari” e che l’attacco informatico ha causato solo “difficoltà nella circolazione dei treni”.
A chi esclama “chissenefrega dei Polacchi” o più allineato all’aria che tira si lascia scappare un “Me ne frego”, mi permetto di far osservare che il problemino potrebbe interessare anche il resto dell’Europa…
Inviare comandi radio al materiale ferroviario è cosa possibile e purtroppo non richiede attrezzatura sofisticata: un malintenzionato (ovviamente in possesso delle necessarie competenze tecniche) con 30 o 40 euro può realizzare un trasmettitore idoneo allo scopo.
Tutto parte dalla “interoperabilità relativa al sottosistema di controllo-comando e segnalamento del sistema ferroviario transeuropeo ad alta velocità”, che se qualcuno vuole approfondire non deve fare altro che cliccare sul link in questa pagina oppure gironzolare su Youtube e siti simili per scoprirne ogni segreto. Il meccanismo si basa sull’emissione di tre messaggi tonali inviati consecutivamente via radio. Chi una volta aveva una segreteria telefonica a casa ricorderà che per ascoltarla da remoto bastava chiamare l’utenza domestica digitando subito dopo i tasti della combinazione (un tempo con un piccolo dispositivo e poi con i “toni” del tastierino in uso) e fatte le debite proporzioni ci si trova in condizioni analoghe.
La locomotiva che riceve sulla propria apparecchiatura radio quei tre segnali, li riconosce e si ferma. Siccome le frequenze sono note, i toni sono conosciuti da tutti e il “kit” è tutt’altro che costoso, è comprensibile che il rischio non è poi così remoto…
Per fortuna i treni dalle nostre parti non hanno bisogno di queste sollecitazioni per star fermi o accumulare ritardi…