Il nostro Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha sempre preannunciato, in campagna elettorale e non, la protezione della famiglia e la tutela economica di chi ha figli. Sicuramente auspicabile se lo realizzerà, sperando che non si riveli un’altra delle false promesse elettorali (blocco navale, riduzione delle accise ed altro).
Sinora ha pensato prevalentemente alla propria famiglia. Certamente l’icastica frase ad effetto “tengo famiglia” (con le tante varianti dialettali) vale anche per un Presidente del Consiglio dei Ministri italiano.
Il nostro Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, deve essersi ricordata di questa espressione. Nel Governo ha immediatamente inserito il cognato, Francesco Lollobrigida, affidandogli il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Roboante cambiamento di nome del Dicastero, tanto per far capire, a chi non lo avesse compreso, che il sovranismo è un suo latente proposito; ma anche sul sovranismo ha fatto una marcia indietro parziale. Poi, cosa è la sovranità alimentare? Mangiare solo cibi italiani? Realizzare tutti quello che era chiamato “l’orto di guerra” nel cortile del condominio o sul terrazzo di casa (per chi lo ha)? Tornare all’autarchia alimentare? Mistero. Forse non sanno che siamo nell’era della globalizzazione.
Torniamo alla famiglia; la sorella, Arianna Meloni, da pochi giorni è stata nominata “responsabile della segreteria politica”, in attesa di volare al Parlamento europeo, ovviamente se verrà eletta, ma per la sorella si trova un collegio sicuro. Giusto, tengo famiglia. La Giorgia Meloni ha profonda stima e fiducia nella sua famiglia e ciò non può che fare piacere. I Tribunali sono intasati da liti familiari per motivi economici e non. Tanti proverbi dubitano sulla bontà dei legami familiari, troppi per enunciarli. Speriamo che per lei non valgano ma ugualmente auspichiamo che i suoi familiari non occupino sempre più posizioni di potere.
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha anche una bambina di nome Ginevra. Molto intelligentemente, contrariamente a madri meno attente alla privacy ed alla dignità dei piccoli, la tiene lontana dai riflettori.
Presidente del Consiglio Meloni vorremmo farle una richiesta in nome della sua piccola e dei figli che un giorno avrà Ginevra.
Nella prossima legge di bilancio non ceda alle pressioni di quanti in nome del dio denaro, i latini dicevano pecunia non olet, tramite le loro lobby chiederanno di chiudere gli occhi e rompere gli occhiali (per chi li ha) al fine di non prendere in considerazione i temi ambientali. Sicuramente quello che avviene è frutto di decenni di indiscriminata incuria a livello globale, non solo nazionale, nei confronti della natura. Dominare la natura è una pia ed errata illusione. La natura non perdona (Dio perdona, io no è il titolo di un vecchio film western).
Le offese fatte alla natura nei termini che tutti conosciamo sono irreversibili e solo parzialmente si possono porre ripari ai molteplici danni apportati. Ci si può solo sforzare di non peggiorare le cose. Dall’industriale, all’agricoltore, all’artigiano, al comune cittadino va imposto un rigido comportamento di rispetto verso l’ambiente. C’è un Ministero apposito, quello dell’ambiente e della sicurezza energetica lo faccia funzionare. Le innovazioni e le difese dell’ambiente non si fanno cambiando i nomi ai Dicasteri ma con la sostanza dei fatti.
Almeno in questo dimostri di essere madre esemplare e pensi a sua figlia, magari meno al tengo famiglia politico che non fa onore a nessuno. Il nepotismo, vecchia piaga italica, si perpetua con lei?