Chi non conosce le abitudini americane deve sapere che questo fine settimana si celebra la festa del Labor Day, equivalente del nostro 1º maggio.
Se a Roma tutti si organizzano con fave e pecorino e altrove non mancano le opportunità per scampagnate e mangiate all’aperto, la città della “Grande Mela” diventa la capitale dell’ “Enorme Grigliata”.
Il dipartimento di polizia di New York City – il celeberrimo NYPD – ha formalmente annunciato l’intenzione di alzare in volo la propria flotta di droni in questo weekend per monitorare le feste in giardino che potrebbero sfuggire di mano.
Altro che Parco Verde di Caivano! In una recente conferenza stampa Kaz Daughtry, assistente commissario della Polizia newyorchese, ha dichiarato “Se chi chiama afferma che c’è una grande folla, una grande festa in un cortile, utilizzeremo le nostre risorse per andare a controllare la festa”. Non si capisce se la minaccia viene dagli schiamazzi o dai presumibili canti sguaiati,dal fumo di quel che brucia sulla brace, dalle folate di carne arrosto che potrebbero uccidere un vegano residente poco distante. Visto il nome di battesimo del commissario Daughtry qualcuno ha liquidato la questione esclamando “Che idea del Kaz”, ma un simile approccio appare troppo semplicistico…
La comunicazione dell’iniziativa ha immediatamente attirato l’attenzione dei solerti difensori della privacy e delle libertà civili, che non hanno esitato a chiedersi se i piani del Dipartimento siano in contrasto e violino le leggi esistenti che regolano le attività di sorveglianza. L’annuncio in questione è certo preoccupante perché confligge con la legge conosciuta come POST, sigla che indica Public Oversight of Surveillance Technology.
Daniel Schwarz, stratega in materia di tecnologia e privacy presso la New York Civil Liberties Union, dice che “L’impiego di droni in questo modo è uno scenario ispirato alla fantascienza”, ma i poliziotti spiegano che i droni non verrebbero utilizzati in aree in cui esiste una ragionevole aspettativa di privacy senza un mandato di perquisizione, tranne in circostanze urgenti. A questo punto viene da chiedersi se le feste in giardino siano davvero così pericolose da richiedere un intervento urgente e fulmineo.
Albert Fox Cahn, direttore esecutivo del Surveillance Technology Oversight Project (il cui acronimo STOP è indicativo), non nasconde i suoi fondati timori e ha dichiarato “Una delle maggiori preoccupazioni nella fretta di implementare nuove forme di sorveglianza aerea è la scarsa protezione che abbiamo contro la visione di queste telecamere puntate sui nostri giardini o anche sulle nostre camere da letto”.
Ha ragione. Ne ha da vendere. Ma come dovrebbe reagire chi lavora negli uffici della buoncostume della Polizia di New York, se una vecchina tutta casa e chiesa telefona per segnalare che ci sono alcuni uomini corpacciuti che offrono ad amici e parenti le loro salsicce?