Avevo appena consegnato a Giano.news il mio articolo sulle scelte alla Regione Lazio del nuovo portavoce della Destra romana, che già i media e il Web dell’opposizione, dura e morbida che sia, mettevano alla gogna lo stratega della comunicazione di FdI a Caviano.
Un attacco inventato dai “soliti rosiconi”?
No, semplicemente un’altra gaffe, evitabilissima, dettata dalle stesse “debolezze” emerse nella vicenda romana. Una figuraccia basata – a parte la sua patente e tenera ingenuità – su un errore di comunicazione strategica, oltre che politica, quello di non considerare che ormai FdI sta al Governo e ne esprime il Presidente del Consiglio. Un governo in cui rappresenta il 30% degli italiani che hanno votato, mentre gli alleati, tutti assieme, si fermano a poco meno del 20% e, diciamolo, arrancano per rendersi visibili.
A Caviano, dove, per la prima volta dalla sua fondazione si recava un Presidente del Consiglio, invitata e accolta da tutte le autorità civili e religiose locali e regionali, cosa sarebbe potuto accadere se non che una stragrande quantità di persone la corresse a vedere?
Certo, la presenza di qualche rumoroso avversario è scontata e prevedibile, ma, per le leggi ferree dell’informazione, sarebbe stato comunque un “moltiplicatore”, seppur a contrasto, da sfruttare a proprio vantaggio.
La Meloni, lo ha detto oggi il più stimato sondaggista (di sesso maschile), Renato Mannheimer, “è altissima nel gradimento degli italiani”, oltre il 55% e, addirittura, una parte di questi intervistati, identifica la sua attività di governo “come di Centro” e, addirittura una piccola parte, “come di Sinistra”. Questo è un concreto vantaggio competitivo, anche se opinionale, da sfruttare e non da danneggiare a tutto favore dell’Opposizione.
Che senso ha comportarsi come se si fosse ancora una minoranza emarginata al 4%?
Come è possibile che non ci si renda ancora conto, a livello di dirigenza, seppur locale, del risultato raggiunto e dei nuovi comportamenti da assumere per consolidarlo ed estenderlo?
Sicuramente aveva ragione McLuhan: noi, narcisisticamente, guardiamo le cose attraverso uno “specchietto retrovisore”. Quindi, non ci rendiamo conto della realtà come è ora.
Se “Il mezzo è il messaggio”, mi chiedo: “Ma, anche senza essere esperti di comunicazione, come si può oggi condividere qualcosa di riservato, in particolare in una chat, sicuri che quello che scriviamo rimanga “segreto”?
La criptografia di fronte a certi contenuti non regge. Ci sarà sempre qualcuno che vuole farti un dispetto e che malevolmente condividerà i tuoi contenuti più “virali” non solo con gli “amici”, anche per deriderti, ma con i “nemici” e per farti del male. Un politico, seppur locale, dovrebbe saperlo!
Da oggi, dopo la “Gaffe di Caivano”, possiamo aggiungere un altro proverbio: “Ne uccide più l’ingenuità narcisista che la spada”.
Del testo diffuso dalla stampa, rimarranno soltanto le parole usate, tra cui – per me – l’invocazione più emblematica dell’intera vicenda, quella del: “Io ho scritto così a voi perché siete un livello apicale di dirigenza. Consiglio di fare la mobilitazione con chiamate dirette e organizzando macchine di fedelissimi è gente intelligente”….”Ovviamente di questa forma di messaggio non dovete farlo circolare a livello di base perché altrimenti arriva ai giornalisti e sembra che Meloni si fa organizzare la claque”.
Ma allora, se sembri saperlo, perché le chiamate dirette non le fai tu per primo?
Certo, i più malevoli potrebbero dire che i messaggi provenienti da WZ e simili, possono essere facilmente, quanto malevolmente, manipolati; magari, farcendoli anche con errori di grammatica. Però, a questo momento, nessuno ha fatto smentite.
Insomma, mi ripeto, credo sia ormai indispensabile, non solo che qualcuno organizzi un corso di “comunicazione istituzionale”, almeno al “livello apicale di dirigenza”, ma che tutti coloro che militano in FdI si rendano conto che stanno al Governo ed esprimono il Presidente del Consiglio.
L’esempio da seguire c’è già e la strada tracciata è nettissima: studiare, capire il nuovo status, proprio e del Partito, e… rifarsi a Giorgia Meloni. Che sicuramente non ha bisogno di questi “incidentucci” e di questi “deboli” strateghi.