Santa Teresa Gallura, Sardegna – Un’iconica comunità hippy che ha fatto della Valle della Luna il suo rifugio per oltre sessant’anni è stata costretta a lasciare questa pittoresca e affascinante enclave naturale. L’ordinanza della sindaca Nadia Matta ha sancito la fine di un’era, segnando la chiusura di un capitolo nella storia di questa piccola valle di Cala Grande, situata nel promontorio di Capo Testa.
La Valle della Luna deve il suo nome a una comunità hippy che l’ha scoperta negli anni ’60 e ha stabilito un’accogliente e alternativa dimora tra le sue rocce levigate. Nel corso delle decadi, questo luogo è diventato non solo un santuario per gli hippy, ma anche una meta turistica, attirando visitatori in cerca di un’esperienza unica, autentica e fuori dal comune.
Da sempre le forze borghesi e reazionarie locali però hanno puntato il dito contro “il degrado”, gli stupefacenti ed ora, per restare in sintonia con lo zeitgeist, il “degrado ambientale”. Questa situazione ha spinto il Comune di Santa Teresa Gallura a prendere misure drastiche per “ripristinare la bellezza naturale della zona e garantire la sicurezza pubblica”, che credo si possa tradurre liberamente in “privatizzare e cementificare”.
L’ordinanza emanata dalla sindaca Matta – è il cognome, non un mio giudizio – il 4 settembre scorso ha imposto lo sgombero immediato della Valle della Luna, mettendo fine all’occupazione abusiva. L’area è classificata come “zona speciale di conservazione”, dove il campeggio e la discarica sono rigorosamente vietati.
La decisione di sgomberare la Valle della Luna non è stata presa alla leggera, come afferma la sindaca Matta – espressione di una coalizione di destra, ça va sans dire – in una dichiarazione all’ANSA: “Ho pensato a lungo a chi dimorava a Cala Grande per scelta o perché la vita non ha donato altro, ma ho dovuto far prevalere il senso di responsabilità e la fermezza che deve avere chi governa un territorio per garantire il rispetto dell’ambiente e la sicurezza”.
L’operazione di sgombero, condotta con il supporto della polizia di Stato, dei carabinieri e dei forestali, ha visto la rimozione di circa trenta persone dall’area. Questi campeggiatori abusivi sono stati multati per un importo di trecento euro ciascuno.
Il degrado ambientale, secondo i benpensanti, era dato sopratutto dai rifugi di fortuna allestiti con materiali di recupero presi dal mare, resti di fuochi accesi e simili.
Gli abitanti della Valle della Luna infatti avevano improvvisato rifugi di fortuna utilizzando legno e pietre raccolte dalla spiaggia di Cala Grande. Avevano chiuso alcune caverne per ricavarne stanze dove trascorrevano i mesi più freddi al riparo dalle intemperie, e all’interno di questi rifugi avevano creato cucine per i pasti e per bollire l’acqua potabile proveniente da una sorgente nelle vicinanze.
L’operazione di sgombero non ha rappresentato solo la fine di un’epoca per la Valle della Luna, ma anche il trionfo del grigiore e dell’omologazione in una terra piagata da un turismo che ignora i territori e dalle sequele delle esercitazioni militari. Il Comune di Santa Teresa Gallura ha pianificato la sorveglianza continua dell’area per impedire futuri accampamenti illegali.
La Valle della Luna resterà un luogo affascinante e incantevole nei cuori di chi l’ha conosciuta e amata.