“Non siamo soli” ha dichiarato sotto giuramento il giornalista e ufologo Jaime Maussan dinanzi al Congresso messicano.
L’emulo di Indiana Jones della galassia ha aggiunto “Dobbiamo avere il coraggio di accettarlo, siamo visitati da intelligenze non umane che vengono sulla Terra dalle profondità dell’universo”.
La notizia è rimbalzata anche dalle nostre parti, guadagnandosi ampi servizi nei telegiornali e sui mezzi di informazione con la stessa intensità mediatica che venne riservata il 24 luglio 1984 al rinvenimento delle false “teste di Modigliani” nel canale del Fosso Reale in quel di Livorno.
Le sculture tarocche mandarono in estasi Dario Durbè (direttore della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma) e Vera Durbè (direttrice del Museo Progressivo d’Arte Contemporanea di Villa Maria, a Livorno) curatori della mostra che il capoluogo del litorale tirrenico aveva dedicato al centenario della nascita di “Modì”. Si affrettarono a certificare l’autenticità delle opere ritrovate anche figure carismatiche del mondo dell’arte come Giulio Carlo Argan. I Durbè si affrettarono a ristampare il catalogo dell’esposizione per piazzare le immagini di quella miracolosa e provvidenziale scoperta…
La circostanza che fossero fratello e sorella non turbò affatto l’opinione pubblica perché il clima nazionale non era quello esacerbato dei nostri giorni. Non c’era il negazionismo odierno secondo il quale – complice una profonda invidia – nessuno vuole ammettere che dosi di straordinaria bravura e competenza possano concentrarsi in piccoli nuclei famigliari cui Nostro Signore ha voluto regalare eccezionali doti perché la collettività intera ne possa trarre vantaggio.
Adesso l’attenzione solca l’oceano e contempla la meraviglia dei due corpi extraterrestri che – secondo quanto dichiarato – sarebbero stati ritrovati in Perù nel 2017 e avrebbero 1000 anni. Se i conti sono giusti sono dovuti passare sei anni prima di svelarne l’esistenza per consentire la celebrazione di un genetliaco a cifra tonda e soprattutto per trovare il contingente di candeline da spegnere.
La sbalorditiva somiglianza con ET, l’alieno plasmato dalla fantasia di Carlo Rambaldi, ha immediatamente scatenato la furia scientifica di chi ha compreso lo stretto grado di parentela tra i due cadaveri e il protagonista del celeberrimo capolavoro cinematografico.
Ricercatori di tutto il mondo (rigorosamente cugini tra loro) hanno stabilito che – salvo contrastanti analisi genealogiche – i due soggetti vagamente antropomorfi potrebbero essere la sorella e il cognato del Premio Oscar.
A comprova di tale asserzione si sente rimbombare lo stagnante eco “ET, telefono, bonus casa” che risuona come un invito ad occuparsi delle condizioni disperate di Telecom Italia e della voragine finanziaria causata dagli incentivi per le ristrutturazioni edilizie.
Forse ha ragione Maussan. La ragione delle tante iniziative inspiegabili che segnano questi ultimi tempi dalle nostre parti è nella sua dichiarazione “Siamo visitati da intelligenze non umane che vengono sulla Terra dalle profondità dell’universo”.