Il 15 settembre 2023, la Fondazione GIMBE ha tenuto un’importante audizione presso la X° Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato della Repubblica, nell’ambito della “Indagine conoscitiva su forme integrative di previdenza e assistenza sanitaria”. Il Presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, ha espresso gravi preoccupazioni riguardo ai fondi sanitari e al welfare aziendale, sottolineando la necessità di una riforma normativa urgente per affrontare la deregulation e la scarsa trasparenza che li hanno resi strumenti di privatizzazione e sostitutivi della sanità pubblica.
Nonostante l’aumento significativo degli iscritti ai fondi sanitari e l’espansione del cosiddetto “secondo pilastro” nel settore della sanità integrativa, Cartabellotta ha evidenziato una strutturale mancanza di trasparenza. Infatti, non solo l’Anagrafe dei Fondi Sanitari Integrativi (FSI) presso il Ministero della Salute non è accessibile al pubblico, e solo dal 2018 il Dicastero pubblica un report su dati molto limitati; ma inoltre, l’implementazione di un nuovo “cruscotto dati” sarà obbligatoria solo dal 2025 per i fondi sanitari, penalizzando chi non aderisce.
Una delle principali preoccupazioni espresse riguarda la privatizzazione progressiva dei fondi sanitari e del welfare aziendale. Cartabellotta ha sottolineato che la deregolamentazione ha permesso ai FSI di diventare sostitutivi delle prestazioni già incluse nei livelli essenziali di assistenza (LEA), mantenendo agevolazioni fiscali e favorendo le compagnie assicurative che assumono il ruolo di gestori dei fondi. Questo ha portato da un lato all’aumento dei FSI convenzionati con compagnie assicurative, e di contro con l’erogazione delle prestazioni che avviene principalmente in strutture private accreditate.
Nel corso dell’audizione il Presidente Cartabellotta ha esposto i dati provenienti da varie fonti: 2° Reporting System del Ministero della Salute, Decimo Report di Itinerari Previdenziali, ANIA, ISTAT, OCSE, i cui risultati si possono riassumere così:
– Nel 2022, la spesa sanitaria intermediata da fondi e assicurazioni è stata di quasi € 4,7 miliardi, ma la quantità precisa è difficile da quantificare a causa della frammentazione e incompletezza dei dati.
– Nel 2021, esistevano 321 fondi sanitari con oltre 15,6 milioni di iscritti.
– Nel 2022, i fondi hanno versato € 2.862 milioni in quote dagli iscritti, ma hanno erogato solo € 2.370 milioni in prestazioni.
– I FSI aumentano la spesa privata totale senza ridurre quella a carico dei cittadini per tre ragioni: costi amministrativi, consumo di prestazioni inappropriate e copertura parziale di prestazioni extra-LEA.
La situazione mostra una disparità Nord-Sud nella diffusione dei FSI, legata ai contratti di lavoro, e questo sottolinea la necessità di una riforma nazionale.
Il Presidente Cartabellotta ha concluso affermando l’indispensabilità di una riforma normativa che restituisca ai fondi sanitari la loro funzione originaria di supporto al Servizio Sanitario Nazionale. Questa riforma dovrebbe includere la cessazione delle agevolazioni fiscali per le prestazioni sostitutive e garantire una governance nazionale per i fondi sanitari. È urgente ripristinare la trasparenza e la funzionalità di questi fondi al fine di migliorare l’accesso alle cure sanitarie per tutti i cittadini.
In conclusione, il comunicato stampa della Fondazione GIMBE ha messo in luce l’importante necessità di una riforma normativa per affrontare i problemi di deregulation e scarsa trasparenza che hanno reso i fondi sanitari e il welfare aziendale strumenti di privatizzazione, compromettendo il sistema sanitario nazionale. La situazione richiede azioni immediate per garantire l’equità e la qualità nell’accesso alle cure sanitarie in Italia.