Uno slogan di qualche anno fa diceva: cambia il mondo: dona il tuo sangue.
Da domenica prossima, la parafrasi di questo slogan ben potrebbe essere usata dalla Commissione dell’Unione Europea per la donazione dei dati.
Potrebbe sembrare una facezia ma non lo è. È una cosa seria.
Per capirlo bisogna esaminare la strategia europea dei dati elaborata dalla Commissione dell’Unione Europea con un documento del 19 febbraio 2020.
Si tratta di una strategia molto ambiziosa che, partendo dalla constatazione che i dati, personali e non personali, sono la linfa vitale dell’economia mondiale, vuole creare le condizioni affinché, entro il 2030, l’economia dei dati in Europa (dati conservati, elaborati e utilizzati proficuamente in Europa) corrisponda almeno al suo peso economico, non per imposizione ma per scelta.
L’obiettivo è creare uno spazio unico europeo di dati – un autentico mercato unico di dati, aperto ai dati provenienti da tutto il mondo – nel quale sia i dati personali sia quelli non personali, compresi i dati commerciali sensibili, siano sicuri e le imprese abbiano facilmente accesso a una quantità pressoché infinita di dati industriali di elevata qualità.
In tal modo sarà possibile stimolare la crescita e creare valore.
Questa strategia dovrà essere attuata attraverso l’approvazione di due fondamentali provvedimenti normativi: il Data Acted il Data Governance Act (DGA).
Mentre il primo è in fase di approvazione, il secondo è entrato in vigore il 23 giugno 2022 e, dopo un periodo transitorio di 15 mesi, il 24 settembre 2023 diventerà applicabile.
La sigla DGA indica il Regolamento (UE) 2022/868 del 30 maggio 2022 che introduce un solido quadro di governance europea dei dati, fondandola su un innovativo straordinario paradigma: l’altruismo dei dati.
Le persone e le imprese sono chiamate a mettere a disposizione, su base volontaria, rispettivamente i loro dati personali e non personali, per realizzare obiettivi di interesse generale che comprendono l’assistenza sanitaria, la lotta ai cambiamenti climatici, il miglioramento della mobilità, l’agevolazione dell’elaborazione, della produzione e della divulgazione di statistiche europee, il miglioramento della fornitura dei servizi pubblici, o delle politiche pubbliche.
Grandissima importanza assume anche il sostegno alla ricerca scientifica.
Sulla base dell’altruismo dei dati, si dovrebbe mirare a contribuire allo sviluppo di pool di dati messi a disposizione delle entità chiamate a realizzare il progresso nei vari citati settori.
La donazione dei dati, quindi, per la realizzazione del Bene Comune.
Il nuovo provvedimento normativo europeo prevede anche l’istituzione di particolari meccanismi che favoriscano la concessione del consenso da parte delle persone o l’autorizzazione da parte delle imprese all’uso altruistico dei loro dati.
Si dovranno organizzare campagne di sensibilizzazione e magari anche uno scambio strutturato tra le autorità competenti sui benefici dell’altruismo dei dati per le politiche pubbliche, ad esempio sul fronte del miglioramento del traffico, della salute pubblica e della lotta ai cambiamenti climatici.
Si auspica che, a tal fine, gli Stati membri, all’interno della cornice disegnata dal DGA, definiscano specifiche politiche nazionali per l’altruismo dei dati.
Quindi è bene sapere che, dal 24 settembre prossimo, vi è un altro modo per dare un senso alla propria vita di cittadino, donare i dati personali che sono concreti elementi caratteristici della identità di ogni essere umano e, come tali, veri e propri pezzi di vita delle persone.