Bentornati in questa lunga avventura letteraria in cui speriamo fermamente di aver preso fischi per fiaschi. Nella scorsa puntata abbiamo visto come il paperone sudafricano gestisca la sua presenza come wannabe sovrano a livello internazionale. Abbiamo apprezzato soprattutto i suoi legami con i sauditi e con i russi ed il suo deliberato testare il confine della pazienza U.S.A., ad esempio nella vicenda dello spegnimento di Starlink per evitare danni alla marina russa che, secondo lui, avrebbero potuto portare a un’escalation nucleare da parte di Putin e soci… Quasi vien voglia di ringraziarlo!
Ma la sua influenza e il suo impatto non si fermano al di fuori dei confini degli Stati Uniti. All’interno del paese, Musk ha un ruolo sempre più importante che va ben oltre la sua attività principale nell’industria aerospaziale, automobilistica e mediatica. Il suo coinvolgimento in settori come l’energia, l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale ha una portata considerevole sulla politica interna e sul futuro degli Stati Uniti. E certe sue idee sono un po agghiaccianti, pensiamo alle protesi neurali di Neuralink… quasi quasi non vedo l’ora di poter avere la pubblicità anche nei miei pensieri!
Una delle sfide più evidenti oggi è rappresentata dai settori dell’energia e dei trasporti, dove è presente attraverso la sua azienda Tesla, e non mi dilungherò qui su quella fregatura colossale che è stata Hyperloop e the boring company.
Figura 1: Hperloop (forse) nell’interpretazione di Matt Groening
La transizione verso fonti di energia sostenibili è una priorità sia per l’amministrazione Biden che globalmente, per la lotta contro il cambiamento climatico. Musk, con la produzione di veicoli elettrici di successo e con l’ambizioso progetto di batterie e impianti solari, sta cercando di plasmare il futuro energetico degli Stati Uniti e del mondo intero. La sua influenza si estende anche oltre il settore automobilistico, con la costruzione della gigantesca fabbrica di batterie Gigafactory nel Nevada e i piani per la produzione su larga scala di pannelli solari. Però c’è un rovescio della medaglia…
Le vendite di carbon credits di Tesla stanno di nuovo facendo notizia, poiché hanno raggiunto un nuovo record nel 2022. L’azienda ha riportato che le vendite di crediti di carbonio nel quarto trimestre sono aumentate del 47% rispetto all’anno precedente. Tesla ha generato ricavi dalla vendita di crediti di carbonio per almeno 8 trimestri consecutivi.
Questi crediti, anche noti come crediti per la compensazione del carbonio o permessi di emissione di carbonio, rappresentano un modo per le aziende di compensare le proprie emissioni di carbonio investendo in energia rinnovabile e altri progetti di riduzione delle emissioni di carbonio.
Quindi Tesla ha venduto crediti di carbonio ad altri produttori di automobili. Nel 2019, l’azienda ha fatto notizia quando ha riportato di aver guadagnato 357 milioni di dollari dalla vendita di crediti di carbonio ad altre case automobilistiche che non rispettavano gli standard di emissioni stabiliti dalla California Air Resources Board (CARB).
Dunque comprando una Tesla si sostiene doppiamente l’inquinamento: perché ogni iniziativa “verde” della casa porta alla generazione di un permesso di emissione di carbonio, che viene venduto alle aziende più inquinanti. Senza contare tutto l’impatto ecologico dell’estrazione dei minerali. Benvenuti nelle circonvoluzioni arzigogolate del capitalismo post-finanziario!
Figura 2: Una miniera di Litio, usato nelle batterie Tesla
Le dinamiche tra Musk e i regolatori statunitensi, in particolare l’Agenzia per la Sicurezza del Traffico Stradale (NHTSA) e l’Amministrazione per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (OSHA), hanno spesso raggiunto livelli di conflitto. Musk ha difeso strenuamente la sua visione di un futuro automobilistico autonomo (e del suo diritto di essere al di sopra delle leggi, come una nazione terza…), ma le preoccupazioni dei regolatori riguardo alla sicurezza hanno portato a scontri, richiami di veicoli e dispute legali. Per non parlare del fatto che anche alcune delle sue dichiarazioni e azioni hanno generato tensioni con le autorità ambientali e le aziende tradizionali del settore energetico.
Insomma, un uomo litigioso e insofferente che con la sua condotta ricorda quei principi del sacro romano impero riottosi verso ogni forma di autorità imperiale.
Musk ha manifestato un cambiamento notevole a livello della sua rappresentazione politica, allontanandosi dalle posizioni liberali che aveva dichiarato in passato, sin dall’elezione del presidente golpista Trump, che ha festeggiato nella sua Tower di NYC. Questo cambiamento è stato evidente nelle sue dichiarazioni, nei suoi scontri con figure pubbliche e nelle sue attività di lobbying.
Il suo ruolo sempre più attivo nella politica interna ha suscitato dibattiti su quale sia il suo obiettivo ultimo e quali siano le sue intenzioni politiche. La sua personalità controversa e il suo comportamento imprevedibile sollevano interrogativi sulla sua idoneità a guidare tali iniziative cruciali per il futuro del mondo e degli Stati Uniti, dove vive e opera. La sua lotta contro le normative, le controversie con le agenzie governative e le affermazioni controverse – per non dire apertamente riecheggianti la disinformazione putiniana – sui social media rendono difficile prevedere come la sua influenza si svilupperà in futuro.
La sua recente incursione in Twitter e il suo tentativo di ridefinire la piattaforma social evidenziano il suo desiderio di plasmare la sfera pubblica e il discorso politico. Infatti Elon non è solo un uomo d’affari e un imprenditore visionario, ma anche un attore politico che sta cercando di ridefinire il panorama politico e sociale degli Stati Uniti.
Nonostante Musk si sia dichiarato pubblicamente “socialmente molto liberale ed economicamente di centro o di destra”, la sua recente evoluzione politica ha mostrato uno spostamento verso posizioni più radicali, che fanno venire il dubbio che non sia più di sinistra o di destra, ma che voglia farsi direttamente Re. D’altronde ha un patrimonio pari al PIL del Portogallo, ossia 251 miliardi di dollari.
Una delle prime manifestazioni di questo cambiamento è stata la sua decisione di dichiarare il suo sostegno ai repubblicani, nella loro versione più MAGAcultista per altro. Nel 2022, ha annunciato il suo intento di votare per i repubblicani nelle elezioni di novembre, citando “attacchi ingiustificati da parte dei principali democratici”. Questo cambio di schieramento politico ha suscitato domande e perplessità, soprattutto considerando il suo passato di sedicente sostenitore dei democratici.
Da quando è il padrone di uno dei più importanti mezzi di comunicazione di massa globali, Musk si è lanciato a capofitto nel suo ruolo di grancassa della disinformatia, ad esempio con la sua presa di posizione sull’affermazione dei diritti delle persone transgender.
Nonostante sua figlia adolescente abbia fatto coming out come transgender e cambiato il suo cognome in spregio a questo padre che si crede un novello Napoleone, Musk ha sostenuto misure legislative contro le terapie di transizione di genere “irreversibili” per i minori. Questa posizione ha suscitato critiche e accuse di ipocrisia, dato il suo coinvolgimento diretto nella comunità LGBTQ+ e dato il suo dichiararsi scienziato, visto che sono considerate il “gold standard” attuale dalla medicina basata sulle prove di efficacia, in inglese EBM.
E questo apre uno spiraglio su un lato molto sottaciuto di questo ricco figlio dell’apartheid e che la dice lunga sulle sue ambizioni e sulla sua men che dubbia moralità. Infatti il nostro Elon si spaccia per PhD e grande genio della fisica che ha studiato nei migliori atenei statunitensi. Questa è una bugia: le sue credenziali accademiche non vanno oltre il bachelor, o come la chiamiamo da noi la “triennale”. Inoltre ha preso il suo titolo dopo che gli investitori in una sua azienda lo hanno aiutato con cospicue donazioni… povero Oscar Giannino che per un master chiacchierato è stato esposto al pubblico ludibrio!
Per non parlare del suo sostenere sul suo nuovo giocattolo X teorie stravaganti – un eufemismo per non dire neo naziste – come la “great replacement theory”.
Ma il colpo di scena più sorprendente è arrivato con l’acquisizione di Twitter. Ora, Elon è il padrone incontrastato di una delle più grandi piattaforme di social media al mondo, e sembra che abbia preso molto sul serio il suo ruolo di “Grande Informatore della Disinformazione”. Le sue affermazioni e teorie del complotto hanno portato a una nuova era di preoccupazioni sulla censura e sulla limitazione della libertà di espressione, mentre lui si lamenta della censura, quasi ignorando il fatto che possiede uno dei megafoni più grande del mondo.
Musk infatti è diventato il capo indiscusso di una delle più grandi piattaforme di social media del mondo, avendo come secondo azionista con quasi 2 miliardi di dollari investiti il mite principe saudita Alwaleed. D’altronde, come tutti gli snowflake di estrema destra, piagnucola di censura e pensiero unico pur essendo il proprietario di uno dei più importanti social network al mondo, se invece che in Silicon Valley vivesse a Roma gli direbbero pòra stella.
Quest’uomo ha voluto “riprendere la piazza principale” e combattere ciò che considera un discorso politicamente corretto e “woke”. E questo sfizio gli è costato “solo” 44 miliardi di dollari, con cui si è comprato la piattaforma che si è resa già protagonista delle interferenze russe nelle dubbissime elezioni che hanno portato all’elezione del 45° presidente degli Stati Uniti: il criminale Donald Trump.
Tutto ciò fa sorgere importanti domande sulla responsabilità e l’influenza di Musk in questi settori. È un difensore della libertà di espressione o sta usando la sua posizione per promuovere le proprie opinioni politiche e sfidare l’ordine costituito? Le sue azioni hanno causato controversie e divisioni, con polemiche sui suoi tweet e il suo coinvolgimento in dispute online.
La sua personalità imprevedibile e la sua tendenza a provocare controversie sollevano domande sulla direzione che il suo influsso potrebbe prendere. Il futuro dirà quanto riuscirà a plasmare il destino degli Stati Uniti e del mondo. l suo contributo all’innovazione tecnologica è innegabile, ma le sue tattiche e il suo atteggiamento sfidante nei confronti delle autorità e delle istituzioni lo rendono una figura polarizzante.
Il suo futuro e il suo impatto sulla società rimangono argomenti di dibattito e riflessione mentre il “paperone sudafricano” continua a plasmare il mondo a sua immagine e somiglianza.