Una rondine non fa primavera. E un mandrillo?
Non sappiamo quanto sia episodica la storia piccante che ha portato alla ribalta una piccola cittadina del litorale romano. E un approccio corretto al commento della vicenda deve essere il più aperto possibile. Divaricato, addirittura.
La notizia del primo cittadino videoripreso – mentre intratteneva con atteggiamenti “confidenziali” due donne all’interno del Palazzo Comunale – è diventata virile, pardon, virale.
Ma cosa è successo?
Il sindaco denuncia un caso di corruzione, scattano le investigazioni, vengono piazzate delle microspie e a conclusione delle indagini il fascicolo – completo di ogni elemento acquisito – viene messo a disposizione di chi deve difendersi dalle accuse. La difesa di uno degli indagati chiede copia integrale del materiale e qualche file video di marginale interesse giudiziario si rivela più interessante del previsto. I filmati che proverebbero una inossidabile resistenza inguinale del primo cittadino – complici i moderni sistemi di messaggistica istantanea come WhatsApp – rimbalzano da un telefonino all’altro fino a far scoppiare il caso.
Il sentimento prevalente, nella comunità prima e nell’intera Nazione poi, è certamente quello dell’invidia.
L’esuberanza ormonale del sindaco di 77 anni scatena discussioni impressionanti tra gli urologi interessati a studiare il fenomeno e magari a svolgere una consulenza tecnica ove si manifestasse la necessità di un approfondimento.
La conclamata effervescenza di chi è stato deputato due volte e sindaco ininterrotto per quasi mezzo secolo fa scoprire la salutare importanza dell’impegno a favore dei cittadini (e “soprattuttamente e sdraiabilmente” cittadine, op. cit.). Molti giovani – disamorati dalla politica – hanno cominciato a chiedere se certi effetti collaterali potevano aver luogo anche con l’elezione al Parlamento europeo o semplicemente con le votazioni nel consiglio scolastico di classe…
Qualcuno non esita ad ipotizzare un baratto “sesso-raccomandazione”. Quando salta fuori la dichiarazione con cui il protagonista si vanta di aver trovato lavoro a 4.000 persone, astio e rancore collettivo arrivano all’apice. Si pente chi poteva dare una mano (e non solo quella) a chi chiedeva aiuto per una qualsivoglia collocazione e non l’ha fatto. E’ assalito da dubbi atroci e da funesti pensieri chi si è rivolto a lui chiedendo una “spinta” per la moglie, la fidanzata, la sorella, la figlia, la cugina e la vicina di casa che poi sono state effettivamente “sistemate”.
Ai miracolati dalla sponsorizzazione del sindaco appare in un alone di luce Ugo Fantozzi, la cui moglie – invaghitasi del fornaio sotto casa – si recava compulsivamente dal panettiere per avere lo “sfilatino”…
Il pubblico si domanda se il personaggio abbia un profilo su Onlyfans o su altra piattaforme di condivisione, che in questo momento potrebbe risultare più utile della “Tribuna Politica” condotta dall’indimenticabile Jader Jacobelli. Nessuno si aspetta di vedere dei “faccia a faccia”, senza dubbio inadatti e privi di “appeal”, ma tutti ritengono che si debba mettere a nudo l’operato (e non solo quello) degli amministratori pubblici.
E’ inconfutabile l’impegno diuturno di questo signore, disposto a spendersi fin oltre l’orario di chiusura degli uffici per far sentire la sua accalorata presenza e vicinanza, dimostrare di mettercela sempre tutta e dar prova di saper davvero andare a fondo nelle cose.
Mentre qualcuno si domanda legittimamente cosa ci siamo persi prima dell’installazione delle telecamere nascoste, un senso di profonda mortificazione aleggia su Pontida e dintorni. L’esponente del PD ha letteralmente imbruttito chi del “celodurismo” aveva fatto una bandiera.
Fermiamoci. Facciamolo per il rispetto delle vittime e dei loro famigliari. Soprattutto per questi ultimi, che gli attori di questa epopea si sono ricordati di avere solo quando le “dicerie” hanno trafitto gli increduli congiunti.