Sono termini ricorrenti e spesso usati a sproposito. Concediamoci il lusso di capire di cosa stiamo parlando.
E’ bene chiarire subito che l’hacking etico abbraccia una strategia di sicurezza olistica e completa individuando in modo proattivo le vulnerabilità all’interno di un sistema e conducendo simulazioni autorizzate di attacchi informatici nel mondo reale per scoprire e correggere i punti deboli della sicurezza.
Al contrario, i test di penetrazione si concentrano sulla valutazione delle misure di sicurezza di un componente specifico e designato all’interno del sistema tentando di sfruttare le vulnerabilità identificate e ottenendo l’accesso non autorizzato per valutare il potenziale impatto.
Scopi diversi
L’hacking etico e i test di penetrazione hanno finalità senza dubbio differenti. Se è vero che sia l’hacking etico che i test di penetrazione mirano a identificare le vulnerabilità, va ribadito che l’hacking etico adotta un approccio olistico simulando attacchi nel mondo reale, consentendo alle organizzazioni di rafforzare le proprie difese in tutta la loro rete.
E’ noto a tutti che i test di penetrazione si concentrano esclusivamente sulla calibrazione dell’efficienza delle attuali misure di sicurezza e sulla scoperta e lo sfruttamento di eventuali vulnerabilità trascurate all’interno di una sezione o applicazione specificatamente designata all’interno della rete.
Qualche considerazione legale
Queste attività hanno implicazioni in termini di diritto che certamente non possono essere trascurate.
L’attuazione di un intervento di hacking etico richiede il permesso esplicito del proprietario del sistema e il rispetto delle linee guida legali ed etiche, ma ad onor del vero anche i penetration test richiedono un’adeguata autorizzazione. In entrambi i casi chi viene abilitato allo svolgimento della propria missione deve garantire che le sue azioni siano conformi alle leggi e ai regolamenti per evitare spiacevoli conseguenze legali.
Organizzazioni e professionisti possono prendere decisioni informate riguardo alle proprie strategie di sicurezza informatica avendo ben chiare le distinzioni tra hacking etico e test di penetrazione. Questa conoscenza può aiutare a rafforzare il livello di sicurezza di un’organizzazione identificando le vulnerabilità e implementando misure adeguate per mitigare i rischi.
Le aziende – prima di optare per una o per l’altra soluzione – devono acquisire la necessaria consapevolezza che è indispensabile per identificare correttamente le vulnerabilità, valutare l’efficacia delle misure di sicurezza e migliorare la sicurezza informatica complessiva di un’organizzazione.
Chi ha responsabilità dei sistemi informativi e, sopra di lui, chi è al timone di una azienda o di un ente devono vedere nitidamente la metodologia operativa di chi viene incaricato e mantenere il più saldo controllo sulle operazioni.
Una ponderata lettura dei risultati delle attività poste in essere sarà il termometro in grado di dire se l’organizzazione è “malata” oppure gode di ottima salute.