Inutile pensare ad Aldo, Giovanni e Giacomo: sarebbe una risposta troppo prevedibile. Antonio Albanese? Mmmmm, Cetto Laqualunque è praticamente un politico vero e quindi non si tratterebbe di un vero e proprio scherzo.
Mentre non si sa a chi affidare la delicata missione, si è consapevoli che è in gioco la reputazione della Patria e – prossimi a veder ripristinata la legge del taglione – occorre replicare in egual modo e misura per lavare l’onta e restituire lo smacco subito.
Altro che Lucio Dalla e il suo telefonare tra vent’anni…
L’intelligence e i grand commis del Ministero degli Affari Esteri sono alacremente al lavoro per trovare il numero di Putin, quello diretto, così da by-passare centralini e segreterie. La preziosa informazione sarà acquisita a tutti i costi e già sono pronte decine di mail trappola in grado di ghermire qualsivoglia segreto bucando ogni sorta di protezione.
Forti dell’italica tradizione del gioco d’azzardo, qualcuno ha suggerito l’inoltro di messaggi che segnalano vincite memorabili, la cui riscossione è vincolata all’esecuzione di un semplice clic su un “link avvelenato” inserito ad hoc nella missiva digitale. Un ricco montepremi di vodka e caviale dovrebbe essere sufficiente per indurre in tentazione almeno uno dei destinatari del messaggio…
Non c’è un minuto da perdere. Dobbiamo fargli vedere chi siamo noi.
Esperti di logistica stanno per reperire le dotazioni tecniche necessarie. Formatisi professionalmente sui fotogrammi delle magistrali opere di Paolo Villaggio e memori delle sequenze più pertinenti, hanno già avviato la ricerca di molletta, patata, imbuto, sciarpa e pentolone ma non nascondono la difficoltà di trovare chi possa fare il fondamentale “accento svedese”…
Gli aedi di Stato hanno predisposto il testo della comunicazione e ogni dettaglio è stato oggetto di minuziosa cura, ma resta il nodo di chi ne deve essere l’eroico interprete.
Serve una persona fidata e in possesso di requisiti professionali specifici. Verrebbe in mente un fedelissimo dai trascorsi di comico e di doppiatore e qualcuno ne riconosce una profonda motivazione a portare a termine una simile coraggiosa azione. Animato dal desiderio di riscatto per le recenti non entusiasmanti performance televisive, Pino Insegno si profila come soggetto ideale.
Il fatto che potrebbe averne titolo mette subito in agitazione i Palazzi del potere. Si creerebbe un precedente pericoloso e forse è opportuno trovare altro predestinato eroe. Per mantenere un certo standard ci vorrebbe uno di famiglia, anche se affetto da dislalia o disartria. Ci sarà pure un cognato, una sorella o un altro parente pure lontano che – anche balbuziente – potrebbe finalmente assumere un ruolo di prestigio e guadagnarsi adeguate prebende!!!
I benpensanti – razza purtroppo inestinguibile – restano dell’opinione che forse sarebbe opportuno un periodo di afasia. Si parla troppo e lo fanno anche quelli che dovrebbero misurare le loro parole. Si parla a sproposito e non c’era bisogno di due cabarettisti russi per doverlo apprendere.
Invece di ammettere di esserci ingenuamente cascati (e magari farlo prima che a vantarsi del malizioso tiro mancino fossero gli autori), gli strateghi della comunicazione hanno scelto di nobilitare i burloni al rango di agenti segreti.
Non è questa la maniera per ammortizzare la figura meschina appena collezionata ma il baratro, quello che traccia il solco che ci divide dalla serietà e dalla credibilità internazionale.