Le prime Università sono nate in Europa nel basso (o tardo) Medio Evo in conseguenza di una richiesta culturale che si diffuse in breve tempo in tutta Europa. Le prime Università si svilupparono a Bologna e Parigi. Bologna è la più antica d’Europa e, quindi, del mondo.
Le origini delle Università nel tardo Medio Evo europeo si inquadrano nelle dinamiche che si svilupparono in Europa nell’XI secolo; dopo una lunga fase di contrazione, si avviò una fase espansiva che modificò anche le strutture sociali ed economiche del continente. La mobilità sociale prese un ritmo più celere, il vincolo servile (quello tra il signore ed il servo della terra) si attenuò, i grandi latifondi si sfaldarono lasciando libertà alle persone di dirigersi verso le città e dare avvio al fenomeno dell’inurbamento. Le città esistenti si espansero in termini numerici e ne nacquero delle nuove.
Le opportunità per una mobilità sociale verso l’alto si dilatarono e la disponibilità accresciuta di manodopera stimolò nuovi modelli di produzione e di divisione del lavoro. Questo consentì la ricerca di nuovi mercati per le mercanzie. Lo sviluppo dell’economia generò una nuova coscienza politica negli ambiti comunali. Anche i poteri temporale e spirituale iniziarono a dividersi. Pure il fattore demografico giocò il suo ruolo; tra il 1000 ed il 1300 la popolazione europea si accrebbe tra il doppio ed il triplo. Spinte tutte concomitanti tra le quali è difficile discernere quale sia stata la trainante.
Nacque conseguentemente, la necessità di avere il supporto di persone istruite e qualificate per affrontare le nuove esigenze (commercio, produzione, rapporti politici e sociali). Occorrevano notai per la stesura dei contratti, giudici che dovevano affrontare situazioni più complesse, non risolvibili con un semplice incontro per le vie o sotto un albero. Le loro attività dovevano essere poste in forma scritta, corrispondendo ad atti con valore futuro e verso tutti.
In sintesi, si sviluppò la domanda di persone con una elevata istruzione e professionalità da parte della società tardo medioevale. La richiesta si combinò con forme di guadagno con le professioni richieste, carriera ed ascesa sociale. Solo allora ci si rese conto che un Sovrano analfabeta era un “asino coronato”.
Se queste erano le esigenze dei centri urbani, è evidente che la nascita e lo sviluppo delle Università lo si può rintracciare solo in ambito cittadino, in un rapporto di reciprocità tra domanda di cultura e professionalità nuove.
Sino a quel momento la cultura, la scrittura e la lettura erano relegate in ambiti ecclesiastici (monasteri, abbazie) e l’istruzione veniva impartita nelle scuole delle cattedrali, per lo più con finalità teologiche. La cultura era, prevalentemente, monopolio della Chiesa, scarsamente accessibile ai laici; anche all’interno della Chiesa vi era il propagarsi della cultura dal clero regolare a quello secolare. Il clero, ovvero l‘ordine sacerdotale, viene distinto in secolare e regolare. I primi sono i prelati che appartengono ad una diocesi e dipendono dall’ordinario o dal Vescovo. I secondi appartengono ad ordini o congregazioni religiose, cioè sottoposti ad una regola particolare.
Il passaggio dell’insegnamento dalle scuole ecclesiastiche a quelle laiche si evidenziò, per la prima volta a Bologna, ancorché nel settentrione sembra esistessero da tempo scuole laiche. In esse venivano impartiti il trivium (grammatica, retorica e dialettica) ed il quadrivium (aritmetica, geometria, musica ed astronomia). Il primo forniva gli elementi base di diritto necessari per esercitare le professioni di notaio e giudice. Sin dall’XI secolo a Bologna erano attive piccole scuole di diritto che dettero fama alla città e nel XII secolo gettarono le basi dell’università felsinea; il diritto era al centro della sua attività didattica. Parigi, diversamente, ebbe come fulcro l’istruzione nel campo della teologia.