Domenica abbiamo assistito ad un attacco di Matteo Salvini alla democrazia occidentale ed alle sue Istituzioni; un attacco smisurato e scomposto all’Unione Europea. Salvini ed i suoi amici sovranisti hanno usato frasi tanto ad effetto quanto gravi nei contenuti.
L’Unione Europea definita un “Golia massonico e burocratico”, vogliono innalzare muri, dissentono dall’appoggio all’Ucraina invasa dalla Russia ed altre affermazioni a contenuto tutt’altro che democratico.
Il pensiero del leader leghista, come quello dei suoi amici convenuti al congresso a Firenze, si avvicina sempre di più, ammesso che ci fosse bisogno di evidenziarlo, alle più retrive posizioni razziste, xenofobe, con contenuti filo fascisti e filo nazisti. Manca solo che si citi il complotto della plutocrazia internazionale giudaico-massonica per tornare ad un triste passato.
Per far capire a tutti la sua posizione non solo ha convocato tutti i rappresentanti dell’estrema destra europea ma, si spera si sia notato, ha indossato un maglione nero invece della consueta camicia e cravatta, come tutti gli altri e come vorrebbe un minimo di buon gusto nel presentarsi in pubblico in tali occasioni. Sembra, ma si potrebbe dire è certo, che voglia sorpassare a destra la leader di Fratelli d’Italia.
Totalmente dissociato da Fratelli d’Italia e Forza Italia per le sue alleanze con la destra estrema europea è un serio problema per la stabilità del Governo e per i prossimi equilibri in Europa.
Salvini ci dovrebbe spiegare dove vorrebbe costruire i muri in Italia. Forse dei giganteschi frangiflutti od il famigerato blocco navale sponsorizzato da Fratelli d’Italia in campagna elettorale? Ora al governo si sono accorti che era uno slogan, come dicono a Roma, per buttarla in caciara.
Il sovranismo, che accarezza xenofobia, razzismo e quant’altro di becero esiste sul mercato delle idee della destra estrema, rappresenta un serio pericolo anche per la pace. Ricorda, nei toni, i discorsi della destra che condusse l’Europa alla Seconda Guerra Mondiale. Dolorosamente torna alla memoria, nelle loro parole, la difesa ed il primato della razza.
Purtroppo la democrazia è insidiata anche da altri programmi, più subdoli perché ammantati da minore veemenza e presentati come panacee.
La così definita “madre di tutte le riforme”, ovvero il premierato, rappresenta un pericolo per la nostra democrazia poiché limita in modo incisivo le prerogative del Presidente della Repubblica, unico vero garante della nostra Costituzione, senza scendere nei dettagli dei premi elettorali.
Ci sono gli attacchi, più o meno manifesti, verso la Magistratura, rea di pensare in dissenso ad alcuni programmi di riforma della maggioranza. La si vorrebbe docile, arrendevole, remissiva, accondiscendente, prona al potere del Governo.
Poi abbiamo un Sottosegretario alla Giustizia che passa documenti classificati ad un membro dello stesso partito, facente parte del COPASIR (Comitato per la Sicurezza della Repubblica) per sbandierarli in Parlamento al solo fine di attaccare l’opposizione. Ricordiamo i gesti con i fogli in mano che lo facevano sembrare un agricoltore che semina la terra.
La sicurezza dello Stato, le informazioni classificate, la gestione corretta della Giustizia (quella con la G maiuscola) sono riposte in ottime mani. Il primo è stato anche rinviato a giudizio ed ovviamente attacca la Magistratura, colpevole di applicare le leggi cogenti.
Se si prova a mettere insieme queste punte di iceberg, ce ne sarebbero tante altre, ma limitiamoci alle più macroscopiche, il quadro non è rassicurante per la democrazia italiana.
Non si affrontano i temi economici dove pare si faccia il contrario di Robin Hood. Il personaggio del romanzo di Dumas, che operava nella foresta di Sherwood, nella contea di Nottingham, rubava ai ricchi per dare ai poveri.
Qui pare esattamente il contrario; si spogliano i poveri, che divengono sempre più poveri, per agevolare i ricchi, in particolare i tanto cari evasori fiscali, che divengono sempre più ricchi; il tutto in barba alla equità ed alla solidarietà sociali.