Uno tra i peggiori problemi, a prescindere da quelli politici ed economici, che la società italiana affronta da molto tempo è quello del gossip e del trash. I due elementi, che si compenetrano, inondano quotidianamente riviste, carta stampata in generale, trasmissioni televisive e radiofoniche.
Forse sarebbe più opportuno e formativo, dare al cittadino notizie di ben altro calibro. Ci si riferisce a quelle economiche, politiche, alle vicende legate alle tante guerre che si consumano nel mondo, al degrado costante degli aspetti climatici, alle scoperte scientifiche, al mondo dell’arte, della cultura a più ampio spettro ed altro. Telegiornali a parte, vi sono rare eccezioni.
Tralasciando la formazione del prezzo, si sa che in economia esiste la legge della domanda e dell’offerta per cui un bene o servizio è vendibile se vi è un acquirente. Cosa vuol dire questo? Una parte non irrilevante della popolazione predilige leggere ed ascoltare notizie (per carità non definiamole informazioni) legate al gossip ed al trash.
Trasmissioni dove si litiga e si urla, telenovele di ogni tipo e nazionalità (alcune durano molti anni), domande idiote di pseudo giornalisti che sembrano godere dei drammi altrui, scavare nell’intimo familiare di liti e tradimenti, fotografare personaggi famosi con nuovi o vecchi partner e via in un seguito senza fine su quanto di peggio si possa propinare al lettore od ascoltatore da parte di alcuni mass media.
Per carità di Patria non si elencano titoli di trasmissioni e di testate. Forse si dovrebbero scrivere pagine.
C’è, però, da capire come in questi ultimi tre decenni circa si sia sviluppata la domanda e l’offerta di gossip and trash. Non che prima non esistesse, sia ben chiaro, ma la stampa in merito era molto limitata e le trasmissioni pressoché inesistenti. Domanda: è nato prima l’uovo o la gallina? Ovvero, è nata prima la domanda di gossip and trash o sono nati prima i propinatori di questa rozza offerta?
Molti, a ragione, sono del parere che alla base di una dilagante offerta di gossip and trash vi sia un proposito strategico di alcuni che hanno perseguito, e perseguono, il lavaggio del cervello degli italiani con finalità politiche.
Quale sia stato e sia il disegno strategico è ben chiaro a chi riflette soltanto un poco. Si vuole stordire il pubblico, dirottarlo sulle più astruse banalità perché le teste che pensano infastidiscono. Lettori ed ascoltatori debbono divenire accondiscendenti, arrendevoli, docili, remissivi e sottomessi al pensiero vuoto di contenuti che annacqua le menti. Lo si è accompagnato, lentamente ma inesorabilmente, al populismo, al qualunquismo al non pensare sicché, distratto da gossip and trash, è arrendevole ad un pensiero omologato e parametrato sul gossip and trash. Un male oscuro che esalta una società dell’apparire, non dell’essere, priva di valori che conduce alla disgregazione dei legami sociali ed alla cancellazione dell’educazione.
Tra le peggiori conseguenze vi è la disaffezione politica che ha portato troppi a disertare i seggi elettorali per far scegliere i pochi votanti. “Tanto con il mio voto non cambio nulla” si sente dire non comprendendo che i milioni di voti sono composti dalla somma delle unità, il singolo voto del cittadino. Poi costoro si lamentano; di cosa se non hanno votato?
La società, negli ultimi trenta anni, è stata anestetizzata e fagocitata dal gossip and trash; la politica, quella seria, è rimasta nelle menti di pochissimi. Cui prodest dicevano i latini. Giova a chi, con sapiente strategia, affidata a manipolatori delle masse attraverso i mass media, ha portato per mano una larga parte della popolazione ad una pericolosa disaffezione politica; molti dei votanti lo fanno scegliendo non le idee ed i contenuti ma lo slogan più efficace degli ultimi giorni di campagna elettorale.
Si potrebbero citare gli architetti di questi progetti nefasti ma è inutile, verrebbero difesi da troppi per paura di perdere gossip and trash.
Ora uno slogan non elettorale: evviva le teste pensanti, in qualunque parte si annidino.