Gli agenti del Federal Bureau of Investigations sono quasi stufi di continuare a ripetere le loro preoccupazioni a proposito delle iniziative di hacking e di furto di informazioni riservate in materia di Intelligenza Artificiale.
La storia è vecchia e continua a ripetersi. Soprattutto, e questo è il peggio, se ne parla da anni e altrettanto da anni si procede a fare spallucce anche dinanzi ad evidenze clamorose.
Se avessimo la macchina del tempo sarebbe “bello” fare un salto indietro a quel giorno di luglio del 2018 in cui il signor Xiaolang Zhang arriva all’aeroporto di San Jose, in California, per imbarcarsi su un volo per Pechino.
Il tizio supera il posto di blocco al Terminal B ma il suo viaggio viene bruscamente interrotto dagli agenti federali…
Lui è un ex dipendente della Apple e il fatto che gli viene sbarrata la strada è la diretta conseguenza di una segnalazione da parte del team di sicurezza dell’azienda in cui aveva lavorato per anni. Zhang finisce in manette e il suo arresto è frutto di una dettagliata accusa di aver rubato segreti commerciali relativi al programma di guida autonoma dell’azienda.
Questo è uno dei tanti episodi che si potrebbero elencare e fa capire che non è di oggi la continua guerra ombra tra Stati Uniti e Cina per la supremazia nell’intelligenza artificiale. I due rivali stanno cercando qualsiasi vantaggio per fare un salto di qualità nel padroneggiare una tecnologia con il potenziale di rimodellare le economie, la geopolitica e la guerra.
L’intelligenza artificiale è stata inserita nell’elenco del Federal Bureau of Investigation delle tecnologie americane critiche da proteggere, proprio come la Cina l’ha inserita in un elenco di tecnologie su cui voleva che i suoi scienziati ottenessero risultati significativi entro il 2025.
Si ritiene già che le capacità di intelligenza artificiale della Cina siano formidabili, ma le autorità di intelligence statunitensi hanno recentemente lanciato nuovi avvertimenti che vanno ben oltre la minaccia del furto di proprietà intellettuale.
Invece di limitarsi a rubare segreti commerciali, l’FBI e altre agenzie credono che la Cina potrebbe utilizzare l’intelligenza artificiale per raccogliere e accumulare dati sugli americani su una scala mai vista prima.
Come ha affermato il direttore dell’FBI Christopher Wray, parlando in una recente conferenza stampa nella Silicon Valley, nel corso degli anni la Cina è stata collegata a una serie di furti significativi di dati personali e l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata come “amplificatore” per supportare ulteriori operazioni di hacking che potrebbero avere effetti devastanti.