La televisione ha rappresentato indubbiamente per il XX secolo un salto epocale, producendo un cambio di paradigma sensazionale nella diffusione della cultura, della consapevolezza del mondo e (purtroppo) delle devianze comportamentali dell’umanità.
La vulgata ufficiale cita l’esperimento del britannico John Logie Baird del 2 ottobre 1925 come prima trasmissione a distanza di immagini; tuttavia, il 14 luglio 1925, Augusto Bissiri, emigrato sardo poi naturalizzato negli States vide registrato il brevetto n. 1.546.193 (protocollato già il 7 agosto 1922), denominato “Live Picture Production” che, a tutti gli effetti, sembra essere il primo dispositivo per la trasmissione a distanza di immagini.
Augusto Pietro Domenico Bissiri-Caredda nacque a Cagliari nel 1879; il padre Giovanni, segretario comunale, venne trasferito a Seui (paese ogliastrino, ai piedi del Gennargentu, nella Sardegna centro-orientale) dove il giovane Augusto, primogenito di dodici fratelli (tutti con nomi che iniziano con la lettera A), seguì gli studi primari.
Il Liceo-Ginnasio Dettori, prima, e poi la facoltà di giurisprudenza lo portarono nel capoluogo sardo, dal quale nel 1900 si spostò a Roma per concludere la facoltà nel 1904. Fu sempre appassionato di scienze applicate, passione che condivise con il fratello Attilio, pure brillante scienziato chimico.
Particolarmente versato nella meccanica, il giovane Augusto iniziò ben presto a progettare dispositivi per i più svariati utilizzi: probabilmente il più redditizio fu il Kindunofugo, un dispositivo per gestire la concorrenza di convogli sulle linee ferroviarie e scongiurare collisioni: all’avvicinarsi dei convogli, oltre a lanciare un segnale d’allarme, il dispositivo attiva automaticamente i freni, con il blocco della marcia.
L’apparato, brevettato nel 1901, fu dapprima installato sulle Linea Tranviaria del Campidano, ma, dopo la registrazione anche in Germania, venne acquistato dalla Westinghouse Electric Company che lo mise in esercizio.
Fervido creatore, si dedicò ai più disparati campi applicativi: risultano registrati a suo nome vari altri brevetti, tra cui l’Alipede (una sorta di bicicletta leggera), il Game Apparatus (n. 2061135/1936 – un distributore di palline-gioco a moneta), il Cigarette Extinguisher (n. 1991592/1935 – pregevole pezzo di design déco, tra l’altro) e il meraviglioso Sheet Music Turner (n. 834874/1906 – un apparecchio a pedale per voltare le pagine degli spartiti musicali).
Tornando al Live Picture Production, la fortuna arrise a Bissiri poco dopo la partenza verso Ellis Island dell’8 giugno 1905: giunto a New York, il dipartimento artistico del New York Herald, allora diretto da John C. Barker, cedette alle insistenze del giovane ed entusiasta avvocato immigrato sardo, e decise di ospitarlo in redazione per dimostrare l’esperimento. Tra due stanze separate da un cortile, collegate solo da due fili di rame, Bissiri mostrò come un’immagine posta davanti all’apparato trasmettitore potesse essere ricevuta e riprodotta dall’apparato ricevitore a distanza. In sostanza, la prima telefoto della storia.
La notizia destò scalpore e meraviglia nel circuito della stampa; tutta la famiglia Bissiri-Caredda si spostò negli Stati Uniti, genitori compresi, stabilendosi prima nel Massachusetts e infine in California, dove tutti i membri della famiglia trovarono la propria opportunità.
Mentre Augusto aiutato dal fratello Adriano continuava a perfezionare la propria invenzione (vi sono successivi brevetti di miglioramento), gli studi di arte e grafica (vecchia passione del poliedrico Augusto) nel frattempo intrapresi conducono all’apertura dei Bissiri Studios, dedicandosi alla ideazione, progettazione e stampa di manifesti, opuscoli ed etichette, su richiesta delle major musicali e cinematografiche di Hollywood, per la promozione dei film, per la diffusione di calendari, réclame, fumetti e biglietti d’auguri illustrati e per lavori di lettering.
Non pago, riprenderà l’antica passione per la scrittura e la fantascienza, continuando l’esperienza giovanile di romanziere e articolista per la “Domenica del Corriere” e per la rivista di fantascienza “Amazing Stories”.
Nal 1917, grazie ai perfezionamenti operati, per la prima volta riuscirà la teletrasmissione via cavo di immagini tra la redazione del Daily Mail di Londra verso il New York Times, che fu decisiva per la brevettabilità del Live Picture Production nel 1925 cui seguirono altri brevetti di perfezionamento nel 1929.
La notizia si diffuse e fece rimbalzare il suo nome su tutti i quotidiani dell’epoca; persino il sindaco di New York gli dedicò una targa, tutt’ora conservata a Seui presso la “Casa Farci”, ove è stato allestito un museo nel quale viene ripercorsa la storia di questa “fuga di cervelli familiare” d’inizio Novecento.
L’ultimo cenno di celebrazione in patria risale ad un trafiletto del quotidiano “L’Unione Sarda” del 22 maggio 1906, che ricorda che “Ai valorosi che, come il giovane Bissiri, per il bene dell’umanità si sacrificano, vada il nostro plauso e la nostra ammirazione”.
Augusto Bissiri si spense a Los Angeles nel 1968.
Per fortuna, qualcuno ricorda: a lui ed al fratello Attilio è intitolato il Liceo Scientifico di Seui, unico memento di una vera e propria generazione familiare di pionieri.