Non possiamo dire che una larga parte degli italiani non sia in grado di mutare le proprie capacità nel volgere di un tempo limitatissimo, ovvero acquisire tanto e tanto sapere in ogni scibile nel giro di pochi attimi, al massimo ore.
I virologi del periodo pandemico sono scomparsi; nessuno è più un esperto in materia poiché il morbo del covid-19 è stato soppresso per mancanza di informazioni. Basta non parlarne: nessuno è contagiato e nessuno muore. Scelta della informazione di regime, meglio di governo così nessuno teme per la libertà di opinione e di informazione. Taci, il nemico ti ascolta. Peccato che il nemico, in questo caso, sia la nostra salute.
Poi stanno scomparendo, perché logorati dal troppo lavoro, gli esperti di tattica, strategia, terrorismo, impiego degli armamenti nei teatri bellici. Peccato che non sappiano la differenza tra tattica e strategia perché influencer ed esperti (autonominatisi) nei social non la conoscono. Non parliamo di armamenti convenzionali e non. Poi non conoscono la diversità tra le tipologie di guerre e si ergono anche a diplomatici, esperti di mediazione internazionale, di spionaggio e di servizi segreti. In pratica tuttologi a seconda delle situazioni.
Jannik Sinner ha più che giustamente gli onori delle cronache; nei media sono incerti sulla pronuncia del nome, per fortuna le vocali sono solo due; ricordiamo Enrico Montesano quando si divertiva a spostare gli accenti delle parole per comicità? Qui di comico non c’è nulla, solo crassa ignoranza.
Un quasi ventitreenne, nato a San Candido, ha donato all’Italia il grande e prestigioso successo nel tennis all’Australian Open. Un giovanissimo che ha un futuro, tutti sperano e gli augurano fulgido, e soprattutto “non se la tira” o “non si spara le pose”, a seconda delle preferenze nelle espressioni regionali. Una persona semplice, sobria in tutto, che ringrazia i genitori, pare nato un secolo fa.
Ora tutti hanno scoperto che esiste il tennis e sono divenuti immediatamente grandi esperti. Le scuole di tennis, come i negozi sportivi specializzati in racchette ed affini, stanno pregustando affari d’oro per quanto ha dimostrato di valere Sinner, non perché qualcuno abbia idea di quanto possa essere impegnativo scalare le vette, in termini di fatica, allenamenti, rinunce ed altro per giungere a traguardi anche largamente minori. Tutto si ridurrà ad un business temporaneo con una lievitazione dei prezzi.
Ora tutti tennisti, come con i calciatori e con la formula 1. Tutti sportivi con il fondo schiena incollato sul divano che giudicano e danno consigli, censurano e via dicendo. Certo il calcio in Italia è ben altra cosa, muove troppi interessi economici, noncuranti dell’ordine pubblico e della sicurezza. Ma si sa pecunia non olet.
Chissà se tanti inqualificabili genitori urleranno ai loro figli, come si sente gridare troppo spesso dagli spalti, “spezzagli le gambe” o cambieranno in “tiragli la racchetta in testa”. Certo è che il disgustoso scenario degli stadi del calcio mai si vede in altre manifestazioni sportive. E tutti se ne lavano le mani, in confronto Ponzio Pilato era Rambo, lasciando le Forze di Polizia a gestire e contrastare una minoranza di tifosi devastatori e violenti.
Meglio lasciare gli italiani nella culla della tuttologia e della loro ignoranza, ovviamente senza offesa per i veri esperti nelle varie materie citate e non. Più si cimentano in ciò che non conoscono, più il potere (o regime?) può agire indisturbato senza avere fastidiose interferenze da parte di chi conosce. Evviva la tuttologia degli ignoranti ed il popolo bue, abbasso la cultura.
A meno che per cultura non si intenda il consueto turpiloquio del Sottosegretario al Ministero della Cultura Vittorio Sgarbi che ha oltrepassato ogni limite di decenza nella sua ultima intervista ai giornalisti di Report augurando loro anche la morte in un incidente e facendo il gesto di spogliarsi nudo. La cultura non poteva essere riposta in mani migliori?