Pensare liberamente sta divenendo sempre più rischioso. Certo il pensiero può essere collegato all’azione, ricordando la rivista mazziniana, ma non alla violenza, qualsiasi essa sia, di qualunque genere.
Partiamo dal caso di Ilaria Salis, la maestra italiana detenuta in Ungheria in condizioni almeno inumane e trattata in Tribunale come un animale feroce. I fatti sono inaccettabili in un Paese parte dell’Unione Europea. Tutti abbiamo visto le immagini che è inutile descrivere. In Italia neanche i boss mafiosi, esecutori o mandanti di omicidi e stragi, sono stati mai trattati in quel modo. La loro dignità di persone è stata sempre rispettata. Il famoso articolo 41 bis corrisponde ad una sorta di hotel a quattro stelle in confronto.
Naturalmente, è assodato, le reazioni della stampa e dei media sono indignate, o peggio per non usare termini troppo forti, mentre la diplomazia si dovrà muovere con la necessaria discrezione. Non possiamo aspettarci prese di posizione forti, anche perché Ilaria Salis è antifascista.
Si è legittimati a pensare che Orbán, chiaramente in minoranza in Europa, voglia sfruttare il caso per ottenere un maggior appoggio dall’Italia, ovvero dai suoi amici, come hanno sempre dichiarato di essere Meloni e Salvini?
Ma veniamo alle reazioni della classe politica che ci governa.
Il Presidente del Senato Ignazio La Russa, rimasto colpito, ha dichiarato che anche in Italia viene usato il guinzaglio per i detenuti. Anche i boss mafiosi od i terroristi non sono mai stati visti in aula trattati in tal modo, cioè animalesco. Chissà, da avvocato quale è, cosa avrebbe detto di un simile trattamento per un suo cliente in aula.
Il Ministro Francesco Lollobrigida, dopo due giorni, ha affermato di non aver visto le immagini. Strano non si soffermi ad ascoltare neanche un telegiornale. Tutti, nessuno escluso, anche alcuni regionali, hanno mostrato lo scempio della dignità della maestra italiana.
Il Ministro degli Affari Esteri e vice Presidente del Consiglio Antonio Tajani, dopo ben quattro udienze nel Tribunale ungherese, ha dichiarato che non ne era al corrente. Sicuramente il momento internazionale è particolarmente delicato ma è credibile che l’Ambasciatore a Budapest non abbia inviato una nota, anche perché ha colloquiato con la Salis? Tre sono le ipotesi. Uno: il Ministro non ricorda o preferisce non far sapere che si è disinteressato. Due l’Ambasciatore in Ungheria non è all’altezza della situazione ed andrebbe rimosso in tempi brevi, in sordina, per non creare un ulteriore caso. Tre la Farnesina ha ricevuto una nota ma qualche dirigente negligente l’ha dimenticata nel cassetto. Si spera sia la terza ipotesi per il bene dell’Italia che non merita una delle prime due.
Il Ministro e vice Presidente del Consiglio Matteo Salvini si è lasciato andare in parole di quasi accusa. Ha premesso che non vorrebbe che la Salis fosse la maestra di sua figlia, in quanto assurdo che svolga tale ruolo, e che se condannata non dovrebbe più insegnare in Italia. Dovrebbe essere giudicata in Ungheria, fatto che, logicamente in termini di diritto, si sta consumando. Ora è anche giudice e Ministro della Giustizia? Al momento è indagata, e processata, per lesioni personali, fermo restando che gli aggrediti non hanno neanche esposto denuncia per tale reato. Poi ha ricordato che Ilaria Salis nel 2017, a Monza, avrebbe partecipato all’assalto ad un gazebo della Lega. Ha omesso di dire che è stata assolta per non aver commesso il fatto. Una vendetta? La Salis è antifascista ma ancora non è reato. Alla fine ha ricordato che non è accettabile che sia stata incatenata. Prima accuse poi una generica difesa.
Al contrario si ha un Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, che la compagine governativa difende a spada tratta. Sì perché il povero critico d’arte è stato condannato per diffamazione per aver paragonato la Sindaca di Roma pro tempore, Virginia Raggi, a Vito Ciancimino che la giustizia ha condannato in quanto mafioso. Sempre Sgarbi, giorni or sono, ha insultato pesantemente giornalisti della RAI ed usato turpiloquio a profusione. Poi è indagato per riciclaggio di opere d’arte rubate. L’indagine non è mai una condanna ma per un parlamentare che assomma varie intemperanze, usando un eufemismo, sono sicuri di volerlo difendere?