Giorni or sono un Carabiniere ha affermato, in merito alla figura del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, più o meno testualmente: non l’ho votato, non è il mio Presidente. Parole almeno inquietanti se un tutore della sicurezza e dell’ordine dichiara di non riconoscere la massina Autorità dello Stato.
Il Comando Generale dell’Arma di Carabinieri, si spera non come provvedimento definitivo ma prodromico a ben più severe sanzioni, lo ha trasferito ad un incarico non operativo nella stessa città.
Un motto non ufficiale dell’Arma, una frase estrapolata dal poema “La rassegna di Novara” di Costantino Nigra, recita: “Usi obbedir tacendo e tacendo morir”. In questo caso non doveva immolarsi per la Patria ma solo tacere non profferendo, in modo improvvido, sue idee che è liberissimo di professare in privato, anche se è preoccupante un tale pensiero annidi in un rappresentante delle Forze dell’Ordine.
Preoccupante non perché il Carabiniere non sia libero di pensare ma perché, forse in quel momento si è distratto. Ha dimenticato di aver giurato sulla Carta Costituzionale fedeltà allo Stato repubblicano ed alle sue Istituzioni. Per chi non la rammenta si ripete la formula: “Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservarne la Costituzione e le leggi e di adempiere con disciplina e onore tutti i doveri del mio stato per la difesa della Patria e la salvaguardia delle libere istituzioni”.
Parole impegnative che ognuno dovrebbe rammentare ogni giorno se ha giurato con tale formula fedeltà allo Stato. Se quel Carabiniere si fosse fatto un piccolo quadro con quelle parole forse non avrebbe pronunciato una simile frase.
Chi esterna pubblicamente tali pensieri, anche dimostrando ignoranza sulle basilari norme costituzionali e di diritto pubblico, atteso che non sa chi è legittimato all’elezione del Presidente della Repubblica, è degno della nobile divisa che indossa?
Senza fare processi sommari, sempre inopportuni, la rimozione immediata lascia capire che non è un’invenzione, né cosa da poco. Ci si augura che l’Arma sappia prendere i necessari provvedimenti che non è opportuno suggerire per rispetto all’Istituzione. Arma dei Carabinieri che, come dice il loro motto, “Nei secoli fedele”, creato nel 1914, ha sempre rispettato.
Altro caso è quello relativo ad un incidente stradale avvenuto vicino Rosarno (Reggio Calabria).
Con dolore estremo, soprattutto per i familiari si è appreso che sono deceduti due giovani ragazzi, poco più che ventenni, in un incidente stradale. I due fidanzati viaggiavano, con un altro giovane ricoverato in gravi condizioni, su un’auto che è andata a collidere contro un pilone. I tre erano di ritorno da una festa di compleanno nel corso della quale il ragazzo aveva chiesto alla fidanzata di sposarlo.
Con pieno e totale rispetto del dolore di genitori, parenti, amici e conoscenti è giusto annotare due particolarità di non poco conto. L’auto era guidata dal giovane fidanzato. Lui non aveva la patente e la vettura non era assicurata. Nessuna parola toglie il dolore ma le due circostanze citate debbono far riflettere sulle leggerezze che troppo spesso stroncano le vite dei giovani.
Sempre in tema di giovani è stato condannato a quattro anni e quattro mesi, avendo patteggiato, da scontare agli arresti domiciliari, lo youtuber che il 14 giugno scorso, alla guida di un suv Lamborghini, ha investito una smart uccidendo un bimbo di cinque anni e ferito la madre e la sorellina del piccolo. Intanto c’è da chiedersi chi gli noleggiò un suv, considerata l’età, ma ciò attiene alla giustizia.
Il giovane youtuber ha riconosciuto la responsabilità: difficile negare considerato che era alla guida e viaggiava a folle velocità per farsi un video di propaganda, cioè i famosi like.
Ha espresso scuse e dolore per l’accaduto, vorremmo ben vedere che si fosse vantato del gesto, come era nelle intenzioni prima dell’incidente. Infine ha affermato di avere il desiderio di impegnarsi in progetti inerenti alla sicurezza stradale. Non si può che sperare che le parole non siano solo strategia difensiva. Un dolce pensiero va al bambino vittima della follia di uno youtuber. Possibile uccidere per un video?