Questa è un’introduzione e vi racconto perché.
Devo ringraziare un noto quotidiano a diffusione nazionale per avere offerto ai suoi lettori la possibilità di leggere il saggio di Norberto Bobbio, del 1984, “Il futuro della democrazia”.
Lettura che dovrebbe essere obbligatoria nelle scuole di ogni ordine e grado della Repubblica Italiana. Le generazioni che non hanno avuto esperienza della dittatura fascista, di cosa possa significare la perdita dei diritti e delle libertà democratiche, che hanno sempre vissuto in democrazia, la considerano forma di governo “naturale”.
Non si rendono conto che la democrazia è una forma di “convivenza” basata su procedure, una modalità di governo del tutto artificiale, complessa, difficile da gestire.
La democrazia deve essere studiata per capire perché, essendo basata su procedure, sempre criticate, ma indispensabili per realizzare progetti che rispettino le persone, il bene comune e l’ecosistema di cui si è parte, è tra le forme di governo forse quella più lenta.
La libertà di cui i cittadini godono all’interno dei sistemi democratici determina un forte aumento di richieste allo Stato e alle istituzioni, il che causa un ulteriore rallentamento dei tempi di risposta dando ai cittadini la sensazione che la politica non risponda alle loro esigenze.
Gli intellettuali, soddisfacendo al loro ruolo di “grilli parlanti”, riflettono quindi su come su queste difficoltà possano, col tempo, portare al collasso della democrazia stessa, alimentando il pessimismo.
Eppure sono proprio i regimi democratici a valorizzare maggiormente l’individuo. L’ideale democratico per antonomasia è infatti quello della sovranità popolare. La democrazia ha un’altissima considerazione dell’individuo. Per quanti difetti possano avere i singoli regimi democratici, nessuno rinuncerebbe a essi. Chi vive in un regime dispotico si deve accontentare di ciò che gli viene concesso. Il cittadino che vive una democrazia può, al contrario, esercitare, seppure indirettamente, la sua “sovranità”.
Torniamo a Norberto Bobbio e al suo saggio. Opportuno fare notare che a suo avviso la democrazia può essere solo indiretta perché quella diretta è impraticabile per tre ragioni: Dimensione, Complessità e Rischi.
Formuliamo l’opportuna domanda a Bard per avere maggiori delucidazioni sulle sopraelencate tre ragioni. Bard, cortesemente, risponde:
Ragione 1 – Dimensione: La democrazia diretta funziona solo in piccole comunità, dove i cittadini possono riunirsi facilmente per discutere e votare su questioni importanti. In grandi comunità, la democrazia diretta diventa impraticabile, poiché sarebbe difficile per tutti i cittadini partecipare alle decisioni politiche.
Ragione 2 – Complessità: La democrazia diretta richiede procedure complesse per istituire anche i servizi più basilari. Ciò rende difficile l’attuazione di politiche pubbliche complesse, come quelle relative alla sanità, all’istruzione e all’assistenza sociale.
Ragione 3 – Rischi: La democrazia diretta comporta il rischio di decisioni affrettate e irrazionali. Inoltre, i cittadini potrebbero non avere le conoscenze tecniche necessarie per prendere decisioni informate su questioni complesse.
La democrazia rappresentativa è il modello di governo più comune al mondo, in cui i cittadini eleggono rappresentanti che prendono decisioni politiche al loro posto. La democrazia deliberativa, d’altra parte, cerca di coinvolgere i cittadini nella discussione e nella decisione delle questioni politiche. Ciò viene fatto attraverso una serie di processi partecipativi, come i forum pubblici e le assemblee cittadine.
A dire il vero ci sono anche altre forme di democrazia, che comprendono la democrazia plebiscitaria e quella rappresentativa, la democrazia competitiva e quella deliberativa, la democrazia partecipativa e quella costituzionale. Senza dimenticare la democrazia liquida, la democrazia digitale e la democrazia partecipativa, che cercano di combinare elementi della democrazia diretta e della democrazia rappresentativa.
In sintesi, la democrazia è un sistema politico, dalle molte facce, che si basa comunque sulla partecipazione attiva dei cittadini.
Tuttavia, negli ultimi anni, la democrazia, non importa quale ne sia la forma, ha subito una crisi di fiducia e di legittimità.
Secondo alcuni analisti la democrazia oggi è in crisi, delegittimata dalle élite e sfiduciata dai cittadini. Ansia e rabbia sono entrate in politica. La partecipazione elettorale è bassa. Scontento, analfabetismo funzionale e fake news – rese virali dai social media – influenzano, modificano, viziano il voto. L’ostilità nei confronti della classe politica e dei partiti tradizionali favorisce l’ascesa dei movimenti populisti. L’assenza di governanti capaci accresce la sfiducia e il rischio di derive autoritarie.
Altri si preoccupano dei possibili impatti delle innovazioni tecnologiche sulla democrazia. La tecnologia, anche se non è mai motore di cambiamenti radicali o rivoluzionari, riflette i valori della società.
Il futuro della democrazia dipende dal mantenimento della pluralità dei media, dalla possibilità del dissenso e da un discorso pubblico incentrato sulla persona.
Nel regolamentare le piattaforme e le nuove tecnologie di intelligenza artificiale, i responsabili politici devono considerare l’intero contesto della formazione dell’opinione pubblica e il ruolo non solo della razionalità, ma anche dell’empatia e dell’emotività umana.
L’Intelligenza Artificiale sta emergendo come un modello alternativo alla democrazia. I modelli di governance democratici sono sempre più in competizione con l’autoritarismo digitale.
In sintesi, il futuro della democrazia è incerto. Opportuno quindi riprendere i ragionamenti e le considerazioni fatte quarant’anni fa da Bobbio nel suo saggio “Il futuro della democrazia”, interrogandosi sulle «promesse non mantenute della democrazia».
Ricorriamo di nuovo a Bard per chiedere quali esse siano.
Risponde Bard:
Secondo Norberto Bobbio, la democrazia non ha mantenuto sei promesse:
- Individuo sovrano: La società pluralista ha spodestato l’individuo sovrano e i protagonisti sono diventati i gruppi, le associazioni, le grandi organizzazioni, i sindacati e i partiti, e sempre meno gli individui.
- Interessi di parte: La democrazia non è riuscita a sconfiggere gli interessi di parte, che hanno prevalso sui principi politici.
- Oligarchie: Le oligarchie persistono e il potere è ancora nelle mani di pochi.
- Spazio limitato: La democrazia non è riuscita ad ampliare gli spazi in cui i cittadini possono esercitare il loro diritto di partecipare alle decisioni che li riguardano.
- Potere invisibile: Il potere invisibile, definito da Bobbio come il “cripto governo”, agisce in ombra e non è ostacolato dai servizi segreti.
- Cittadino non educato: Il cittadino non è educato e spesso non partecipa alle elezioni, oppure vota di scambio o si astiene.
Sono queste sei promesse mancate ad avere portato alle dinamiche oggi in atto?
Innegabile l’accelerazione alla colonizzazione del processo democratico da parte di interessi privati e particolaristici, mettendo capo a una condizione di «post-democrazia». Vedi le visite di Elon Musk o di Bill Gates ai Palazzi della politica italiana.
Allo stesso tempo, è sempre più alimentata la dinamica opposta, populista, di ricerca di consenso on-line, dove più del voto conta il pollice in su, dove ai comizi e alla presenza sul territorio contano i post, i cinguettii, l’immagine artificiale su Instagram.
L’Occidente sta perdendo la fiducia in sé stesso, nella sua capacità e legittimità di governare il mondo. Sta dando spazio ad altri modelli, preoccupanti combinazioni di democrazia e autoritarismo. Ovvio che si faccia riferimento alla Federazione Russa e alla Repubblica Popolare di Cina.
Tutto ciò detto, anche se in modo confuso, dovrebbe essere chiaro perché questa è l’introduzione a una serie di articoli che verranno proposti ai lettori, sempre con l’aiuto di Bard, per analizzare in dettaglio le sei promesse mancate della democrazia per sostituire al pessimismo dei fatti l’ottimismo della ragione.
Sempre ricordando che non c’è differenza fra ottimisti e pessimisti. Un ottimista è sempre e solo un pessimista ben informato.
Appuntamento alla prossima puntata dove si ragionerà dell’Individuo sovrano…