Tanti anni fa vincevano Sanremo canzoni senza tempo, melodiose, dal contenuto importante, orecchiabili, comprensibili: la canzone Italiana. Personaggi mitici come Gigliola Cinquetti e Modugno oggi vincerebbero? Probabilmente no. Perché? Per colpa della modalità scelta per il televoto.
All’epoca dei grandi del nostro tempo il televoto era semplice, forse migliorabile ma è stato peggiorato. Dalle case degli italiani poteva telefonare chiunque aveva un telefono, a quel tempo a cornetta con selettore rotante.
Di conseguenza chi votava? In massa le signore anziane che ascoltavano Sanremo. Il voto era quindi l’espressione del gusto della classe media italiana, di una certa età. Da qui la scelta di certi cantanti, di certe melodie, che hanno fatto la Storia della musica italiana.
Con il passare del tempo e con l’evoluzione della tecnologia, le regole del televoto sono cambiate, si sono modernizzate direbbero alcuni. Si, ma in peggio direbbero altri noi compresi, perché a sua volta sono cambiate anche le regole d’uso dei telefoni. Mi spiego. Oggi è possibile votare con SMS oppure con chiamata, ma ad un numero di telefono che non accetta i cellulari. Ma chi di noi oggi ha ancora il telefono fisso a casa? Pochissimi. E chi sa mandare gli SMS? Solo in pochi in proporzione ai possessori di cellulari.
Ecco che si comprende che il voto si è spostato in altissima percentuale in mano a chi sa mandare un SMS. Vi assicuriamo che alcune delle nostre mamme non lo sa fare, così come la maggioranza delle persone anziane, che usano in diversi casi WhatsApp, ma non certo gli SMS. Di conseguenza, non pensando che la scelta delle nuove regole abbinata alle nuove modalità d’uso dei telefoni avrebbe creato l’attuale confusione, la RAI ha spostato il bacino di utenti che possono esprimere il voto.
A chi? A tutti quelli che sanno usare un SMS. E chi sono? I giovani e giovanissimi. E chi voteranno? Altri giovani, che scrivono canzoni fatte per i giovani. E soggiungo, questo metodo consente le cosiddette ‘cordate’, e cioè i giovani si accordano in massa per votare Caio invece di Sempronio.
Per cui possiamo dare un addio alla canzone italiana come la conoscevamo. Difficilmente vedremo vincere nuovamente Peppino Di Capri o Nicola Di Bari.
La soluzione che proponiamo è invece semplice, basterebbe fare come l’Auditel. Selezionare un campione rappresentativo, geograficamente e per fasce d’età, ed allora si che si darebbe la possibilità di esprimere un giudizio più equo, significativo, rappresentativo. La RAI ci ascolterà?