L’European Brain Council ha indetto per il 2014 “l’anno europeo del cervello” per porre l’accento sul fatto che per mantenerlo sano il più a lungo possibile – al di là di patologie che vanno oltre la nostra possibilità di bloccarle come l’Alzheimer – è fondamentale mantenerlo attivo il più possibile, mantenendo una vita attiva e sociale anche in tarda età, facendo parole crociate, leggendo, tenendosi aggiornati e, perché no, usando il computer.
Sì, perché dagli studi più recenti si è visto che il declino cognitivo viene ritardato nelle persone che utilizzano il computer e che perfino l’avanzamento della malattia di Alzheimer può essere rallentato se l’anziano si applica quotidianamente al computer.
Secondo i dati Istat, il rapporto tra anziani e tecnologia sta diventando sempre più stretto. L’ultima analisi sull’uso delle nuove tecnologie, risalente al 2015, riporta una crescita a 3 cifre rispetto al 2005 sia per le persone di 65-74 anni che usano il PC (+343%), sia per coloro che usano internet (+556%). Un dato che ci fa riflettere su quanto sia capillare l’uso degli smartphone, ad esempio. Quali sono allora i benefici della tecnologia sugli anziani?
Navigare sul web può avere diversi benefici per la terza età. Eccone alcuni:
- Stimolare le capacità cognitive e la memoria
- Mantenersi aggiornati
- Acquisire nuove abilità
- Facilitare le attività quotidiane
- Socializzare e divertirsi
Ora racconterò come trascorro le mie giornate da anziano di 88 anni e qual è l’uso che faccio della tecnologia, soprattutto del computer. Senza vantarmi, voglio rendere pubblico cosa faccio per rendere meno pesante la vecchiaia che avanza sempre più pesantemente.
Faccio questo perché, visti i risultati ottenuti finora, penso che come ho impostato la mia vita da vecchio possa essere un sistema abbastanza valido (sempre escludendo fatti eccezionali che possono avvenire in qualsiasi momento) da imitare per vivere al meglio gli ultimi anni della nostra esistenza terrena.
Tralascerò tutte le attività che considero strettamente legate a “Gian Paolo” che ritengo essere esclusivamente personali e non ripetibili, come quelle dei controlli e cure mediche, mentre mi soffermerò su ciò che è comune alle persone della mia età, ma che ciascuno può farlo a modo suo.
Credo che la cosa più importante che un anziano debba fare è non isolarsi ed io, infatti, ho cercato di mantenere buoni rapporti con alcuni amici e, soprattutto, continuare a fare vita sociale – certamente in maniera ridotta – ma faccio ancora le cose meno faticose.
Continuo ad avere un rapporto con l’AVIS di Roma per la donazione del sangue (anche se non partecipo più alla raccolta mattutina), continuo, con l’importante contributo fisico di mia moglie, alla raccolta di cibo per i poveri del quartiere e collaboro con alcune organizzazioni Umanitarie Onlus per pubblicizzare la donazione degli organi.
Ma quello che mi tiene costantemente più a contatto con la vita sociale nazionale è lo stretto e buon rapporto che mantengo con i miei 4 nipoti (due liceali e due universitari). Con loro ho un salutare reciproco scambio di punti di vista sulla realtà del momento, di opinioni politiche e religiose e più in generale culturali, a volte si arriva pure a litigare, ma anche in questo caso, se ne esce con un risultato positivo per la crescita nozionistica reciproca, ma soprattutto per me che così mi tengo aggiornato su come si evolve il pensiero delle nuove generazioni.
Altra attività che mi continua a far socializzare e mi tiene in attività il cervello è la partecipazione, assieme ad un gruppo di persone a cui mi ha introdotto un mio grande amico da lungo tempo, al giornale on-line “Giano”.
Per questo giornale scrivo un certo numero di articoli al mese e questo mi tiene molto tempo al computer sia per le ricerche su internet che devo fare sui vari argomenti che devo approfondire per costruire l’articolo che per scriverlo.
Ma questo non è l’unico motivo per cui uso il computer, faccio anche continue ricerche su ciò che avviene a livello politico nazionale e internazionale per tenermi aggiornato sugli accadimenti più importanti. Inoltre uso ormai quasi esclusivamente la posta elettronica avendo limitato di molto l’uso delle lettere cartacee e la posta tradizionale.
Altra cosa importante che una persona anziana deve fare è quella di limitare il decadimento fisico e per questo è indispensabile camminare e fare una leggera ginnastica per tenere attivi tutti i muscoli, mai stazionare tutta la giornata su una sedia e a letto.
Anche per questo io cammino almeno una mezzora al giorno e faccio per altrettanto tempo esercizi di ginnastica posturale consigliatimi dal fisioterapista che i vecchi dovrebbero seguire e magari farselo amico, perché per una persona della terza età ritengo sia il professionista che deve frequentare quasi come il medico.
Mi piace concludere questo mio racconto sulla vecchiaia e su come dovremmo viverla per poterla rendere meno pesante sia per chi l’ha raggiunta che per le loro famiglie, con il pensiero di un mio grande coetaneo. Ecco una parte della relazione sull’apertura della catechesi sulla vecchiaia del 23 febbraio 2022.
Gli anziani, “mai così numerosi come adesso”, sono visti spesso come “un peso”, soprattutto quando prevale la cultura dello scarto e della produttività. Nella drammatica prima fase della pandemia hanno pagato “il prezzo più alto”. Nei totalitarismi del ventesimo secolo “l’icona dominante” è stata l’esaltazione della giovinezza, unita al disprezzo dei vecchi.
La vecchiaia, in realtà, è un dono “per tutte le età della vita”. È lungo queste direttrici che Papa Francesco aprendo un percorso di catechesi sul senso e sul valore della vecchiaia. Un itinerario scandito dall’esempio di figure bibliche, tra cui Mosè, Eleazaro e Giuditta, che tratteggia un profilo dell’anziano diverso da quello proposto spesso dalla cultura dominante.
Quello non solo di una persona fragile, a causa di dure prove come quella della malattia, ma di un testimone insostituibile in grado di trasmettere alle nuove generazioni saggezza, valori, fede. È importante e bello essere vecchi. Assieme alle migrazioni la vecchiaia, spiega il Pontefice nella prima catechesi, è tra “le questioni più urgenti che la famiglia umana è chiamata ad affrontare in questo tempo”. L’eterna giovinezza “è un’allucinazione molto pericolosa” ed essere vecchi è “altrettanto importante e bello che essere giovani”.