Ricordo una vecchia canzone dialettale triestina, che cominciava con un versetto … “La mula de Parenzo”, ove la “mula” era la “tosa” la ragazza, la “guagliona”, e Parenzo un paesino dell’Istria un tempo italiana, oggi croata.
Guardando le riprese del giornalista David Parenzo, all’università La Sapienza, verbalmente aggredito e scacciato da una “mula” dal viso dolce e indifeso, non ho potuto far a meno di operare questo collegamento.
Oggi a chiamarla “mula” una ragazza ti farebbero nero, mentre Parenzo è soprattutto un giornalista, magari a volte un filino antipatico, con lo stile arrogante e intelligente di Gad Lerner e Santoro, e al piccolo paese giuliano non pensa più nessuno.
Beh, nell’aggressione – beninteso verbale, ma alle spalle della “mula” c’era abbastanza da gonfiarlo di botte ove non avesse compreso il messaggio – c’era, a mio sommesso avviso, tutta l’evoluzione e la contraddizione della sinistra.
David Parenzo avrebbe tutto quello che serve per essere gradito in quei lidi ideologici. Di sinistra radical chic, giornalista abile nel saper girare un dibattito a proprio favore grazie a doti oratorie che oramai sono da considerarsi più importanti del peso logico e della caratura delle argomentazioni, lavora per La7 che attacca Berlusconi anche da morto, pronto a minimizzare ogni errore – contro le forze dell’ordine, la libertà di pensiero – purché commesso da compagni di partito, anzi, “di lotta”. E con la rara capacità di dilatare oltre misura le dimensioni negative e liberticide di qualsiasi cosa nasca a destra. Insomma, fa il suo lavoro, altrimenti perde il posto.
Nulla di male quindi, per lui, se Capezzone o la ministro(a) Roccella non possono presentare un libro all’Università, in quanto gli studenti devono poter esprimere il dissenso, e un avversario politico non può parlare. Alla faccia dei principi di libertà propugnati proprio a sinistra, all’inizio della stagione del ‘68.
Tutto di male invece se un reparto impegnato in ordine pubblico manganella per impedire che sia forzato il loro blocco, magari anche perché stanco d’essere vilipeso e umiliato. In questo caso nessun distinguo, nessun “ma …”, che precede come la pensi davvero il giornalista opinionista di turno.
Ma, infine, inciampa anche il buon David nell’ostacolo insormontabile e inatteso posto dal gigante antisemita Golia.
Una volta erano le frange della destra estrema a difendere i palestinesi, anche in ossequio di un essersi riconosciute in leggi razziali promosse da “statista” di riferimento, da osannare e difendere senza se e senza ma, anche dimenticando le conseguenze disastrose a cui portò l’Italia, ribadendo il proprio antisemitismo irragionevole. Anch’esse in controtendenza, affiancandosi all’Unione Sovietica che armava paesi arabi e gruppi terroristi palestinesi.
Oggi però il banco è letteralmente saltato a sinistra, e Parenzo non riesce a starci in equilibrio. In nome dell’antisemitismo la sinistra appare sicuramente più compatta della destra e Parenzo finisce per – metaforicamente – buscarle. Fermo restando che se non capiva l’antifona e toglieva il disturbo, una ripassatina ci stava tutta, considerato come si era riscaldata la sala.
Scarsi e disarticolati gli appelli dei colleghi opinionisti in suo favore: del resto lui e il suo nucleo familiare son pur sempre solo un pugno di voti, contro le migliaia che si guadagnano sostenendo gli studenti che – invece di pensare a costruirsi un futuro studiando – hanno già compreso sia più remunerativo un bel seggio in Parlamento da preparare cazzeggiando su Gaza e Hamas.
La sinistra dimentica pure d’aver celebrato l’Armata Rossa di Stalin che liberava Auschwitz e annientato il nazismo, o forse – con un colpo di cancellino sull’ideale lavagna – l’ha eliminata dal lato dei “buoni” perché comunisti, e l’ha passata a quello dei “cattivi”, ovvero dei fascisti. Perché dato che tutto il male sta nel fascismo, l’URSS e Putin, oggi, son fascisti per chi si fosse perso qualche puntata. Vabbè, basta mettersi d’accordo. E soprattutto basta far trascorrere del tempo, che muoiano coloro che hanno vissuto in un mondo che convenzionalmente abbia attribuito la qualifica di “comunista” all’URSS, e inventarsi una storia nuova.
E Parenzo? La vedrei potenzialmente dura. Ebreo come è, orgogliosamente, senza distinguo, avrà ancora posto a sinistra? La “mula” e i suoi sostenitori, gliene lasceranno?
Rispondo di sì. Si accumuleranno altri fatti, e sparirà il cinismo della Ferragni, come anche questa mula de Parenzo, dopo che è sparita, e nulla più evoca se non agli anziani, la bimbina istriana.