Scosse di terremoto, fino alla magnitudo 7.4 della scala Richter, hanno colpito l’isola di Taiwan lo scorso 3 aprile. Fortunatamente, nonostante la zona sia densamente popolata, ci sono state poche vittime e qualche centinaio di feriti e questo anche grazie ad una maggiore sensibilità ed attenzione verso l’urbanistica e la geotecnica, scienze fondamentali nel campo delle costruzioni civili, e non solo. Taiwan è infatti, da parecchi anni, una delle più attive “smart city” della regione, che ha saputo coniugare il 5G, l’IoT e le gestioni intelligenti dei vari servizi alla cittadinanza, con una spinta a voler costruire quartieri sempre più moderni, lontani da quelle baraccopoli fatiscenti del dopoguerra, che l’hanno caratterizzata per tanti anni.
L’immagine “simbolo” di questa recente calamità – il palazzo inclinato sulla sua ala sud, nel quartiere di Chongqing Road, nella città di Hualien – sembrerebbe quindi stonare con la città del futuro, amante dell’Ingegneria Civile:
Tuttavia, una rapida valutazione della foto, del contesto urbano e magari, perché no, anche un giretto su google maps, per acquisire lo stato dell’edificio prima del sisma,
ci restituiscono la sintesi di un quartiere moderno, discretamente urbanizzato ma con questo unico palazzo, ben costruito (tant’è che la struttura non è collassata) la cui unica colpa è stata solo quella di trovarsi nel posto sbagliato e vittima di quel probabile fenomeno geologico che i tecnici chiamano “liquefazione del terreno”
Possiamo, sostanzialmente, definirlo come una rapida risalita di acqua e sabbia dalle falde sottostanti a causa dell’enorme energia cinetica sprigionata dal terremoto, che trasforma il solido terreno, sotto le fondamenta delle costruzioni e per il tempo che dura l’onda sismica, in una miscela argillosa di acqua e fango, inglobando i vari substrati di terreno, quasi fossero sabbie mobili. In gergo tecnico si afferma che il terreno ha ceduto sotto lo sforzo da taglio del palazzo.
La tesi sembrerebbe supportata anche dal fatto che l’ala sud dell’edificio, rivestita da vetrate, non si è frantumata, a conferma di un relativamente lento affossamento dei piedi di fondazione, senza un improvviso cedimento strutturale.
Ma la struttura che più di tutte ha dato grande prova di solidità, durante il sisma del 3 aprile, è stata la torre “101”, della capitale di Taiwan, Taipei. Grazie alla sua massa – una sfera di circa 650 tonnellate situata all’interno dell’edificio tra l’87º e il 92º piano – ha controbilanciato le oscillazioni della torre provocate dal terremoto:
permettendo alla costruzione quasi di non oscillare e di uscire indenne dall’azione dell’onda sismica.
Proprio il caso di dire “attenzione ai carichi sospesi”, ma non sempre…