Sicuramente tutti hanno sentito in qualche film od in qualche mercato l’espressione “venghino, signori venghino”. In un tempo non remoto era facile, nelle strade, ascoltarla dagli strilloni che vendevano merci di vario genere nei mercati rionali, di paese o nelle fiere.
Ora, invece, pare di udire tale espressione, pressoché quotidianamente, nelle dichiarazioni dei nostri politici. Siamo a ridosso delle elezioni europee, mancano due mesi circa per cui, come sempre, i leader politici sia adoperano per nascondere sotto il tappeto la polvere e per fare promesse di ogni genere. Promesse che si riveleranno false o, peggio ancora, disastrose se attuate.
Come già detto nell’articolo “variabili politiche” del 25 marzo scorso, al centro ed a sinistra si assiste ad esternazioni di alleanze promesse, rinnegate, riesumate e via dicendo con giochi che fanno invidia a quelli delle tre carte. Sempre dei polli di Renzo di manzoniana memoria si parla. Nella compagine governativa si tentano sorpassi a destra per vedere chi è più a destra, non comprendendo che in tal modo si perdono i moderati centristi a vantaggio di un altro alleato o addirittura di altri partiti. Salvini viene attaccato dal leader storico della Lega Lombarda, Umberto Bossi. Unitamente a Roberto Castelli lo invitano, senza mezzi termini, a fare un passo indietro per tornare all’anima nordista ed autonomista, allo spirito dei fondatori e ad ascoltare la base. Già, la base questa sconosciuta ormai dai partiti dove tutto viene deciso nelle segreterie.
Tutti la acclamano, la evocano, fanno finta di coinvolgerla ma la ignorano nei fatti. Uno dei tanti motivi della disaffezione politica. Salvini promette di azzerare le piccole difformità edilizie per cercare voti tra cittadini che definisce esasperati per la burocrazia; costoro chiedono sanatorie per lavori fatti, molto spesso scientemente, in attesa di un nuovo condono. Già, “condono”, la parolina magica che periodicamente viene riesumata per accaparrarsi voti. Mai nessuno lo chiama con il suo nome, le varie fantasiose declinazioni fanno pensare a chi definirebbe un ladro una persona che mentre era placidamente appisolato si è trovato tra le mani, per oscuri motivi, un bene appartenente ad altra persona.
La polvere sotto il tappeto sono i dati poco veritieri di natura economica; perfino i dati del DEF sono stati obnubiliati. Nel DEF vi sono dati solo tendenziali senza capire quali siano le misure, cioè entrate ed uscite, che supportano il documento. Non deve essere una scusa nascondersi dietro i problemi geopolitici in Medio Oriente, senza dimenticare la guerra Ucraina-Russia, atteso che molto varia di giorno in giorno.
Si è scoperto che esiste il voto di scambio. Fenomeno che, sventuratamente, ha sempre accompagnato e condizionato le elezioni domestiche. Senza risalire ai primi del novecento, si pensi ai tempi di Achille Lauro quando a Napoli si dava una scarpa prima del voto e la seconda dopo il voto. Ora i voti si pagano in contanti. Le tecniche sono tante, tra le più usate la foto della scheda. Oppure la genialità di far uscire una scheda dal seggio, ovviamente con la connivenza o la minaccia nei confronti di qualcuno. Uscita la scheda è fatta. Viene votata dal criminale di turno e la consegna all’elettore che la inserisce nell’urna, riportando indietro una non votata.
Il gioco è fatto. Regione che vai stratagemma criminale che trovi. Un sistema criminogeno diffuso che l’italica fantasia arricchisce ogni volta di nuovi elementi per rinnovarsi e sfuggire ai controlli sui sistemi già adottati. Lungi dal giustificare qualsiasi comportamento criminale, che va represso fermamente, ma neanche far finta di cadere dal pero. Poi, direbbe il Vangelo di Giovanni, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Quando si coglie con le mani nella marmellata qualcuno della controparte è sempre una gioia.
Tornando alle promesse è bene rammentare quante ne furono fatte prima delle politiche: dalla quasi cancellazione delle accise alla radicale riforma delle aliquote irpef. Si potrebbero scrivere tomi in merito e nessuno, dicesi nessuno, è esente dalle false promesse da decenni.
L’elettore italiano è un credulone, uno speranzoso, salvo poi imprecare contro i politici che ha votato e che non hanno mantenuto quanto promesso in campagna elettorale.
Prepariamoci tutti alle offerte, quasi strepitosi saldi di fine stagione, promesse di provvedimenti normativi fantasiosi e perniciosi. Tra l’altro dovrebbero spiegare all’elettore cosa abbiano a che fare problematiche strettamente interne con le elezioni europee.