L’ultima tendenza di Hollywood è quella di utilizzare franchise filmiche o opere librarie ben conosciute per trarne delle trasposizioni cinematografiche. Più volte su queste pagine abbiamo preso in esame – ed anche fortemente criticato – la riuscita di tali tentativi. Mondi immaginari iconici come quelli di Star Wars, Star Trek, Marvel, Fondazione, Il Signore degli Anelli, Indiana Jones sono stati oggetto di tentativi maldestri che, accolti inizialmente con perplessità dai fan, sono risultati nella quasi completa distruzione della franchise.
Una volta esaurito il novero delle storie fantastiche su cui basare i propri tentativi – con potenti debacle finanziarie nel caso della Disney – agli autori in cerca di possibilità si apre un grande nuovo territorio della pop culture: quello dei videogiochi.
Fallout è una rinomata serie di videogiochi di ruolo post-apocalittici ambientati in un mondo retro-futuristico devastato dalla guerra nucleare. Sviluppata da Interplay Entertainment e successivamente da Bethesda Game Studios, la serie è nota per la sua narrazione coinvolgente, l’esplorazione open world e il gameplay guidato dalle scelte del giocatore.
Quest’ultimo assume tipicamente il ruolo di un sopravvissuto che emerge da un rifugio sotterraneo nel deserto, dove incontra varie fazioni, creature mutate e dilemmi morali mentre si aggira nel paesaggio ostile. Con la sua ricca tradizione, l’umorismo dark e l’iconica mascotte Vault Boy, la serie Fallout ha affascinato i giocatori fin dal suo debutto nel 1997, generando numerosi sequel, spin-off e un appassionato seguito di fan.
Su questa base, la trasposizione televisiva dalla serie era attesa dai fan con una punta di trepidazione, specialmente considerando il mix di successi e fallimenti che è stata la storia recente di Amazon Prime. L’eco dello spettacolare fallimento di The Rings of Power – un ipotetico prequel della saga del Signore degli Anelli – non si è ancora spento, ed il pubblico degli appassionati aspettava Fallout sul piede di guerra.
Una delle preoccupazioni principali per molti spettatori era se il personaggio principale, Lucy, interpretato da Ella Purnell, potesse portare efficacemente avanti lo spettacolo. La promettente attrice britannica, partita da serie in costume come Belgravia e recentemente affermatasi in Yellowjackets, fortunatamente centra in pieno l’obiettivo. La caratterizzazione di Lucy nel suo viaggio dall’ingenuità alla resilienza viene eseguita con una competenza encomiabile.
Lo sviluppo del personaggio, in particolare nella realizzazione di Lucy della dura realtà del mondo post-apocalittico, aggiunge profondità all’arco narrativo del personaggio e pone una promettente base per le stagioni future.
Naturalmente, nessun racconto post-apocalittico è completo senza un variegato cast di personaggi, e Fallout non delude nemmeno in questo senso. Dal ghoul enigmatico interpretato da Walton Goggins ai compagni stravaganti che Lucy incontra lungo il suo viaggio, ogni personaggio porta qualcosa di unico al tavolo. Anche se non tutti i personaggi possono piacere ad ogni spettatore, la vasta gamma di personalità presenti nello sviluppo della vicenda aggiunge strati alla narrazione e mantiene il coinvolgimento del pubblico.
Parlando di coinvolgimento, vanno comunque affrontate le libertà creative che gli autori si sono concessi rispetto al materiale di origine. Sebbene le trasposizioni spesso scatenino discussioni tra i fan – e Fallout non fa eccezione – lo spirito del gioco rimane intatto. Dall’umorismo disgustoso ai riferimenti alla lore familiare, i produttori dimostrano una comprensione profonda di ciò che rende coinvolgente l’universo di Fallout, che fa in modo che le libertà creative si inseriscano in un quadro di grande coerenza.
Visivamente, Fallout impressiona per la fedele ricostruzione dell’estetica iconica del gioco. Dai display del bracciale Pip-Boy resi meticolosamente, ai paesaggi desolati del deserto, ogni dettaglio sembra essere stato preso direttamente dal regno digitale. Degni di nota sono poi gli easter egg sparsi per tutta la serie, che fanno sorridere i fan più attenti.
Guardando alle prossime stagioni, Fallout offre molti motivi di ottimismo. Con un vasto universo di storie ancora da esplorare e un cast di personaggi che cominciano appena a coinvolgere il pubblico, le possibilità sono infinite.
C’è solamente da sperare che, diversamente a quanto accaduto ad altre serie iniziate bene come The Orville e poi precipitate nell’oblio, il successo non attragga i fanatici del politically correct e gli ideologi pronti a fare di Fallout l’ennesima piattaforma di propaganda. Il favore del pubblico, specie di quello degli appassionati della pop culture, sparisce rapidamente così come si è materializzato. Amazon Prime è avvertita.